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Marco Venuto a Basket City: “Sono contentissimo alla Fortitudo. Non abbiamo ancora fatto niente, quest’anno puntiamo a vincere ogni domenica”

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Michael Mucci


La Fortitudo si gode la prima posizione in classifica, a maggior ragione dopo una prova di forza come quella giunta nell’ultima vittoria interna contro Verona. Tanti i protagonisti della sfida di questa domenica, uno dei quali è Marco Venuto, autore di una prestazione superlativa con quattro triple su quattro tiri tentati, che hanno messo all’angolo la squadra scaligera, sancendo anzitempo la fine delle ostilità. Il giocatore biancoblù è intervenuto in serata come ospite in studio a Basket City, trasmissione cestistica in onda su TRC, queste le sue parole:

Una grande vittoria quella dell’ultima giornata contro Verona.

“Si, Verona veniva da nove vittorie consecutive ed era seconda con Treviso e Montegranaro. Abbiamo approcciato bene la gara e tutti sono stati protagonisti, da Kenny e Leunen, che è un po’ la fotografia della nostra stagione”.

Cosa pensi di questa Fortitudo?

“Penso sia bello vederci giocare: siamo tutti protagonisti ed ogni partita è diversa. C’è un grande spirito di squadra, siamo tutti contenti quando si vince”.

Che momento è per te?

“Per me è un momento positivo, come per la squadra, ma non abbiamo ancora fatto niente. Prendiamo i complimenti, ma tireremo le somme di quanto fatto a fine stagione”.

Dopo tanti anni, pensi che potrebbe finalmente arrivare la seria A?

“Penso che la voglia con cui scendiamo in campo ogni domenica si veda, ogni domenica è una finale. Quest’anno puntiamo a vincere ogni domenica, senza pensare alla prossima: è una cosa fondamentale per noi”.

Il tuo rapporto con i compagni?

“Ho un ottimo rapporto con quasi tutti, abbiamo più o meno la stessa età e riusciamo a condividere tante cose. Penso che questo sia uno dei nostri punti di forza, poter scherzare tra di noi e poter esprimere critiche costruttive senza che nessuno si offenda”.

Pensi che domenica possa essere “colpa tua” la mancata tripla doppia di Fantinelli?

“Io e Matteo ci troviamo benissimo in campo, ci dividiamo il minutaggio, abbiamo una grande alchimia e condividiamo la gioia delle reciproche prestazioni positive”.

Che tipo di giocatore sei? Come ti definiresti?

“Sono un giocatore che non ha bisogno di prendersi troppi tiri, ma quando ci sono gli spazi giusti me li prendo. Se ci sono da prendere zero tiri, sono disposto a mettermi a disposizione della squadra in un altro modo. So cosa posso dare ai miei compagni e alla mia età faccio fatica a snaturare il mio gioco per dare di più”.

Come si fa ad avere questi risultati?

“Sicuramente l’aiuto dei compagni, farsi trovare pronti e con la loro sapienza cestistica riescono a trovare sempre la via giusta per servirti. E poi mi alleno tanto sul tiro, è una mia qualità che ho da sempre. Per ottenere questi risultati è da quando ho iniziato a giocare che svolgo gli stessi esercizi a fine allenamento, che sono numerici e finché non li ho finiti non vado avanti. Non sono solo esercizi per migliorare le mie qualità, mi servono anche per arrivare alla partita della domenica con la giusta concentrazione”.

Cosa pensi del pubblico della Fortitudo?

“Di certo si sente nei momenti decisivi, il PalaDozza è in questo senso decisivo. Contro Forlì abbiamo avuto una spinta in più, così come in altre occasioni, anche nelle trasferte c’è un grosso supporto da parte dei nostri tifosi. Noi giochiamo per questi momenti qua: più emozioni c’è, più adrenalina hai, più riesci a dare”.

Cosa pensano i tuoi della tua stagione?

“I miei mi seguono sempre, sono contenti ma li tengo con i piedi per terra (ride, ndr), non abbiamo ancora fatto niente, non dobbiamo esaltarci fin quando non raggiungeremo gli obiettivi che ci siamo fissati”.

Una delle tue qualità è la grande intensità che metti in campo.

“Ci metto sempre il cuore, la mia prima caratteristica è quella di entrare in campo e se non faccio canestro, provo di dare altro alla squadra”.

Ti senti tornato sui livelli di Biella?

“A Biella ho passato due anni bellissimi, dove abbiamo raggiunto obiettivi importanti. Poi l’anno scorso ho avuto altre problematiche e ho dovuto cambiare squadra a metà anno. Ora sono contento, mi sono rivisto quello di Biella”.

Il calo di Forlì?

“Forlì mi ha stupito. Sicuramente ha avuto tanti infortuni, ma in questo campionato abbiamo visto che non si può abbassare l’asticella. Ci può essere un calo fisico, ma non si possono cedere punti alle concorrenti”.

Un ascoltatore ci dice: “Marco, è stato un errore mandarti via, ci manca un playmaker con le tue qualità”.

“Mi dispiace per loro, ma sono contentissimo alla Fortitudo. Domenica sarà una partita tosta, dove si giocano tanto, un derby che sentono molto. Sono due ottime squadre, è un peccato vederli lì”.

La prossima partita sarà contro Imola.

“Quella dell’andata è stata una partita che è andata via liscia, ma sappiamo che in casa loro sarà difficile. Hanno tanti punti nelle mani e i derby sono sempre particolari, ogni partita per noi dev’essere come una finale”.

Mancinelli?

“Mancio è da qualche giorno che si sta allenando con noi, ha una voglia matta di tornare. Lo stiamo aspettando e sappiamo quello che ci può dare, è un giocatore di grande qualità”.

Quali saranno i pericoli del derby contro Imola?

“Le insidie maggiori saranno i due americani, le letture di Fultz e i tiri da tre. Dovremo essere molto aggressivi: se faremo una partita intensa come quella di questa domenica contro Verona, potremo fare bene”.

Tu che hai giocato sia a est che a ovest, quali pensi siano le differenze tra i due gironi?

“La differenza più grossa tra i due gironi è che di là sono più corti, anche a causa delle trasferte costose. Là anche le squadre ai vertici della classifica hanno 5-6 giocatori forti, mentre qui ce ne sono fino a 9. Questa è la massima differenza che noto tra est e ovest, cambia tanto avere un giocatore di alto livello dalla panchina piuttosto che non averlo”.

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