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Milano vince la Supercoppa, la Virtus Segafredo china la testa ma lotta fino all’ultimo: 75 – 68 per l’A|X Armani Exchange

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A|X ARMANI EXCHANGE OLIMPIA MILANO – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA   75 – 68    (21-16; 45-33; 53-51)

A|X  Armani Exchange: Punter 14, Moretti, Micov 2, Moraschini 5, Rodriguez 9, Tarczewski 6, Biligha, Cinciarini 2, Delaney 11, Brooks, Hines 9, Datome 17. All. Messina

Virtus Segafredo: Tessitori n.e., Abass 12, Pajola 2, Alibegovic 13, Markovic 3, Ricci 4, Adams 2, Hunter 9, Weems 5, Nikolic n.e., Teodosic 6, Gamble 12. All. Djordjevic

Arbitri: Lo Guzzo, Mazzoni, Bongiorni

Tiri liberi: MI 16/24; BO 14/17

Rimbalzi: MI 35; BO 38

Falli: MI 20, BO 23

Tiri da 2: MI 16/35, BO 21/35

Tiri da 3; MI 9/25, BO 4/24

Da una parte un’Olimpia Milano che fin qui è sembrata incapace di perdere, dall’altra una Virtus Bologna ancora un po’ imballata che ogni giorno di più vuole però dimostrare di non essere solo Santeodosic dipendente. In questa finale di Supercoppa LBA si confrontano due società che esprimono filosofie differenti ma con in comune l’obiettivo di vincere sempre e comunque. Chiaramente, l’Armani è sul piedistallo da tanto tempo ed è frutto di un investimento, negli anni, titanico, ed è inevitabilmente davanti nei pronostici, appartenendo all’élite dell’Eurolega, ma la Segafredo di Sale Djordjevic non vuole avere paura di nessuno, come ha dimostrato contro i milanesi nell’ormai quasi mitico confronto di fine anno scorso. La partita vale un trofeo ed è una verifica soprattutto per questi ultimi, che se dovessero perdere tornerebbero sulla terra dopo un precampionato stellare, mentre per la Virtus anche una sconfitta sonora non precluderebbe invece alcuna ambizione futura. Curiosità, in tribuna ospite d’onore Marco Belinelli

In partenza Markovic, Teodosic, Weems, Ricci e Gamble per i bianconeri, Delaney, Punter, Micov, Brooks e Hines per Milano. Si fa subito duretta per i bolognesi, visto che Milano sbaglia pochissimo e difende decisamente bene. Al time out chiamato da Djordjevic di fine sesto minuto il tabellone segna un preoccupante, per lui, 15-7. Il fatto è che l’arma principale di Bologna contro questa Milano dovrebbe essere la maggiore fisicità, ed invece allo stato attuale l’Armani è assai più in palla sotto questo aspetto. Non stupisce pertanto che alla prima sirena Milano sia avanti 21-16.

Il riavvio propone la quinta palla persa virtussina a zero dell’Armani, e poco dopo la sesta. E poi anche la settima. Su queste basi è quasi incredibile riuscire a stare a solo -6 dopo tre minuti, con Hines e Delaney dominanti. Infatti in un attimo dopo arriva il -11. Time out Bologna inevitabile che prova, e inizialmente riesce, a interrompere il trend, ma Milano lo ritrova con un paio di canestri fortunosi di Cinciarini e Moraschini. La tripla di Datome poi dà anche il +12 milanese, Rodriguez il +14, Ma la Virtus non crolla definitivamente, cosicché all’intervallo è 45-33. La gara potrebbe sembrare già indirizzata, ma bisognerà vedere se le maglie difensive bianconere continueranno a subire in questo modo, considerato che in attacco le gambe pesanti stanno influendo negativamente sulle percentuali di tiro. In casa milanese invece tolgono un po’ di tranquillità un problemino sorto con un ginocchio di Delaney e un gomito acciaccato di Micov.

Si rientra con un ottimo appoggio al tabellone di Alibegovic, però in attacco la Virtus fatica a trovare un gioco fluido, cosicché deve affidarsi alle prodezze, che arrivano soprattutto da Santeo, ma non con la necessaria continuità. È arrivata peraltro la difesa a dare una mano e il parziale premia ora Bologna, Milano è stata frenata e il divario si è ridoto sensibilmente: -2 a 30” dalla sirena. Delaney sbaglia la tripla, Pajola lo imita: 53-51, partita riaperta.

Al rientro Punter picchia duro: 5-0 tutto suo, e Djordjevic costretto al time out. Adesso la gara è davvero tesissima. Abass e Alibegovic riportano i bianconeri a un canestro di distacco, sotto i tabelloni sono lividi e scintille. Markovic fallisce due triple importanti, Hines cerca di dare tranquillità ai suoi con la sua immensa tecnica e la grande esperienza. Non sembra davvero che sia solo il 20 di settembre, per l’intensità agonistica sul parquet. A 4’19” dal termine time out sul 63-58. E allora decide di pensarci Datome con una sua personale cinquina che uccide la partita. Non che la Segafredo si arrenda, anzi, ma le gambe son quello che sono anche se sei Santeodosic. Milano vince la Supercoppa, meritatamente, confermando il possesso di una classe di altissimo livello, con Datome, Punter, Delaney e Hines particolarmente sugli scudi. Ma non è parso che per questa Segafredo possa considerarsi una corazzata invincibile e la stagione potrebbe presentare altre sorprese, in particolare se la Virtus non continuerà a regalare certi primi tempi flosci in difesa. Il sorriso di Messina fa da contraltare allo sguardo un po’ truce di Djordjevic, ma se il primo non può pensare di aver trovato la quadratura definitiva del cerchio (in fondo oggi ha vinto soprattutto grazie alla migliore percentuale da tre punti), il secondo dovrebbe aver avuto risposte anche positive, in questa sera conclusa in amarezza.

 

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