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Pozzecco: “Tutti torneranno utili. Siamo e saremo una famiglia allargata”

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Foto FIBA

Sarà un’estate ricca di impegni quella dell’Italbasket, chiamata a disputare un grande Europeo ed a conquistare la qualificazione al Mondiale 2023. Le aspettative sugli Azzurri sono alte e tutti aspettano di vedere cosa riuscirà a fare coach Gianmarco Pozzecco con questo gruppo. Il percorso dell’allenatore di Gorizia è iniziato il 25 giugno scorso, con l’amichevole persa a Trieste contro la Slovenia ed è proseguito con la vittoria ottenuta in trasferta sul campo dei Paesi Bassi. Vediamo cosa ha dichiarato Pozzecco ad Andrea Tosi de “La Gazzetta dello Sport”:

“La partita contro i Paesi Bassi è stato un vero parto. Complesso e sofferto come tutte le situazioni che mi riguardano. Vivo questo ruolo con grande senso di responsabilità perché credo di essere l’allenatore che più di altri crede nei giocatori italiani. Nessuno può metterlo in dubbio. Sentivo la pressione, ma la squadra ha risposto bene. Abbiamo espresso un gioco anche di buona qualità. Sono contento per le persone che hanno creduto in me, il Presidente Petrucci e il Direttore Tecnico Trainotti. Siamo sulla strada giusta”.

“La gratificazione dei miei giocatori è la mia gratificazione. Io sono un tipo diretto, i giocatori mi conoscono. Sanno che non faccio l’amico a parole e poi nei fatti non mi fido di loro. Ma tutti i buoni rapporti hanno bisogno di essere credibili e la credibilità deriva solo dai risultati. E deve esserci condivisione nel prendere ed accettare le mie scelte. L’altra sera Baldasso, che non è entrato in campo, mi ha detto “Poz ti vorrei uccidere perché non mi hai fatto giocare ma ti voglio bene lo stesso”. E’ giusto che fosse arrabbiato, ci mancherebbe, ma ha capito e rispettato la mia scelta. E’ questo lo spirito che chiedo alla mia Nazionale. Tutti torneranno utili. Siamo e saremo una famiglia allargata. Questa coesione per me vale più di una vittoria”.

“In Serie A, tolti alcuni big, gli italiani sono subordinati agli stranieri ai quali vengono delegate le maggiori responsabilità. All’esterno i nostri vivono questa situazione dalla parte dei più forti perché, in quanto stranieri, tocca a loro fare la differenza e devono essere subito molto performanti per avere spazio”.

“Fontecchio lo vedo più di un leader. Ho detto a Simone che entro due anni deve essere in NBA da protagonista. Ha tutto per sfondare. Lui è il nostro Andrea Meneghin. E’ il complimento più bello che posso fargli”.

“Spissu e Polonara a Sassari giocavano perché sono forti e anche gli stranieri mi davano ragione. Adesso sono affermati in Europa. Polonara è maturato tardi ma sta recuperano il tempo perso, mi aspetto tanto da lui. Spissu non è italiano, è sardo, ha preso il passaporto per venire in Nazionale (ride). Ha due grandi qualità: come play gioca con grande onestà intellettuale a beneficio della squadra e dell’allenatore. Come sardo, traduce la testardaggine, tipica della gente della sua terra, in obiettivi da raggiungere e ci riesce sempre”.

“Volevo Melli capitano. Nic ha risposto che i gradi spettano a Gigi e anche Gigi si è un po’ risentito.. ho preso un doppio rimpallo da entrambi ma sono felice perché ho capito quanto ognuno tenga all’altro anche nel rispetto dei ruoli. Datome è un concentrato di positività dentro e fuori. Una grande anima con cui mi sento in grande sintonia. Ci basta uno sguardo per intenderci al volo”.

“Nic è unico. Non ho mai visto un giocatore tanto decisivo sui due lati del campo. No ha paragoni con i campioni di ieri e di oggi. E’ il nostro collante, ci darà gli equilibri giusti”.

“Pajo non si tocca, è un ragazzo d’oro, uno che in campo sa quello che vuole e come ottenerlo. Ha avuto una stagione pesante e con tanti cambiamenti in squadra. Ora è alla Summer League NBA. Anche in America lo apprezzano. Tornerà carico”.

“Gallo deve fare il Gallo, cioè il più forte giocatore italiano. Mi aspetto che sia un protagonista assoluto. Ma, per spingere l’Italia, deve giocare fuori dai suoi canoni americani, e adeguarsi ad un contesto di basket europeo”.

“Vorrei vedere Mannion. Ha passato molti guai. Lo chiamerò al training camp”.

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