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21 Gennaio, il punto su Basket City. La Virtus è davvero “una squadra”, la Fortitudo dovrà diventarlo

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photo bourg-jacques cormareche


Che le vittorie portino serenità e le sconfitte possano acuire le magagne non è certo indispensabile ripeterlo, ma tant’è, proseguire l’Eurocup da imbattuta è una vera panacea, allo stato attuale, per la Virtus Segafredo. L’autorevolezza con la quale ha condotto l’intera gara ieri sera a Bourg-en-Bresse, contro una formazione di sciuro livello, ne ha confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, le potenzialità che un po’ tutti, anche tra gli avversari, le riconoscono. La scorsa settimana pubblicavamo il sondaggio di metà stagione fra i direttori generali delle squadre 7DAYS EuroCup che dà Bologna finalista per il 95% di loro, che ritiene essere la Virtus la squadra più “scomoda” da affrontare, mentre proprio il Bourg-en-Bresse viene considerato la sorpresa di quest’anno. L’inserimento di Marco Belinelli in un sistema ben rodato sta dando frutti considerevoli: ieri, in una partita tutt’altro che appariscente, a differenza di quella contro Lubiana, la guardia di Persiceto ha chiuso comunque con 19 punti col 50% al tiro e 7/8 dai liberi. Forse, in difesa ieri non è parso un mastino invalicabile, ma non ci vuole molto per comprendere il valore aggiunto che rappresenta. Anche Hunter conferma ogni giorno che passa di essere l’uomo giusto, là sotto, pur non essendo un Sabonis, poiché con la tecnica e l’intelligenza sopperisce, almeno a questi livelli, al fatto di non pesare come un TIR; Gamble, dal canto suo, sta sempre più spesso mostrando di saper anche scaricare la palla, che in una squadra che sta facendo dell’assist la propria filosofia di gioco è una gran cosa. Un’azione, ieri, credo possa ritenersi l’emblema di questa Virtus: una palla rubata lancia Markovic tutto solo in contropiede; il play serbo, giunto sotto canestro, invece di appoggiare senza problemi passa improvvisamente la palla ad Alibegovic, che ha visto sopraggiungere con la coda dell’occhio; la schiacciatona che ne consegue non è solo un gesto molto spettacolare, perché sancisce alcune cose: la gioia che in questa Virtus si prova per il bel canestro di squadra; il fatto che questo prevalga sull’egocentrismo del tabellino personale roboante; il fatto che quindi il gruppo sia unito, guidato da figure che evidentemente preferiscono essere nel cuore dei compagni che nei titoli di giornale. Potrà sembrare retorica mielosa, ma anche così si costruiscono le squadre di successo. Poi si vedrà al dunque, nelle gare dentro/fuori, se tutto ciò porterà effettivamente i suoi frutti. Credo che probabilmente esistano margini ulteriori di crescita dell’intero gruppo, sia sul piano tecnico che tattico che della potenziale distribuzione delle responsabilità, ma anche questo è normale che sia quando si è solo a metà stagione. Intanto, i tifosi possono godersi un giocattolo senza l’affanno che può derivare dalle classiche voci di mercato di fine inverno. Il roster bianconero oggi come oggi ha tutte le caratteristiche per puntare agli obiettivi prefissati ad avvio di stagione, forse pure qualcosina di più, anche senza l’aggiunta di ulteriori costosissime star come ancora ogni tanto compare sui social.  

In casa Fortitudo Lavoropiù viceversa si lavora per trovare quella che potrebbe rivelarsi una quadratura del cerchio. La cessione di Happ e quella di Palumbo (quest’ultima fortunatamente solo come prestito) sono state scelte dolorose, rese obbligatorie presumibilmente prima dal bilancio che da fattori tecnici, sebbene l’uscita di scena dall’Europa abbia portato il roster ad un sovradimensionamento. Il rientro in formazione di Aradori in che modo potrà incidere sugli equilibri raggiunti dalla gestione Dalmonte? Come verranno distribuiti i minutaggi tra gli esterni, aggiungendo a Banks, Aradori e Fantinelli Baldasso, oltre a Saunders? Il reparto “lunghi” potrà essere sufficientemente adeguato grazie al ritorno di Mancinelli, dopo il recupero di Cusin? I ritrovati equilibri difensivi, che hanno dato la sensazione di veder svoltare la stagione, saranno mantenuti col reintegro di tutti gli infortunati? Credo che per Dalmonte il compito sia tutt’altro che semplice, sebbene i mezzi per non dovere temere brutte soprese finali ora dovrebbero esserci tutti. Anche questo è importante, giacché sarebbero questi i giorni nei quali cominciare a pensare al futuro, se non si vuole essere costretti a fare di necessità virtù all’arrivo dell’estate.

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