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12 Dicembre, il punto su Basket City. È vera crescita?

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La vittoria di ieri sera in Eurocup contro Patrasso ha risollevato buona parte degli umori di casa Virtus Segafredo, che nell’immediato post-Cremona avevano toccato i minimi stagionali forse anche più del dovuto. Domenica la Virtus era sembrata la sorella scarsa di quella vista quasi sempre fin qui, soprattutto sul piano della personalità, perché invece su quello del gioco i segnali di calo (fisiologico? Mah…) si erano già avvertiti da diverso tempo, nascosti in parte dalla vicenda Weems. Tralasciando commenti sulla questione Teodosic (ridicola nella gestione federale) rimarrebbero dunque da capire i veri pregi e i difetti di una squadra che alterna basket champagne a momenti catatonici. Sinceramente, ora come ora non mi sentirei ancora in grado di esprimere un’opinione compiuta su una formazione a tutt’oggi in costruzione sotto l’aspetto tecnico. L’impressione è però che in questo momento si stia facendo un po’ troppa pressione sul piano del risultato immediato, o almeno questo è quanto lasciano intuire alcune scelte del coach votate a cercare di portare a casa in ogni modo le partite, sacrificando alcune rotazioni, cosa che sembrava accadere un po’ meno ad inizio stagione. Questo a Cremona non ha prodotto risultati (benché se non fosse uscito Teodosic una volta arrivati a -4 non c’è dubbio che si sarebbe giocata ben altra gara) al contrario di ieri, dove le seconde linee (Delia, Baldi Rossi, Pajola, Cournooh) si sono rivelate fondamentali per vincere una partita importante più che altro sul piano psicologico, giacché per quanto riguarda la classifica e la prosecuzione del torneo è tutto talmente fluido che i conti su chi saranno i futuri avversari si potranno fare solo dopo Monaco, e tanto dipenderà da quello che accadrà negli altri gironi. Di sicuro, è stato notevole vedere un PalaDozza finalmente pieno (o quasi) anche in una serata di coppa, a dimostrazione delle aspettative createsi in città in vista, se vogliamo, di uno dei derby più attesi della storia, quanto meno in stagione regolare. Poi, per una volta si può anche dire che un risultato così importante è stato acquisito con l’apporto di Santeodosic ridotto al minimo sindacale. Intendiamoci, la svolta finale è venuta nei due, tre minuti di suo furore agonistico dopo il fallo antisportivo fischiatogli sul 67-62 nell’ultimo quarto (occasione per i greci poi sprecata da Robinson jr). La sua reazione è stata: rimbalzo in difesa, penetrazione con due punti da brivido, altro rimbalzo in difesa, tripla del +12, con i compagni quasi immobili ad ammirarlo, se si eccettuano i due liberi guadagnati da Gaines. Ma sia prima che dopo la squadra si era proiettata in avanti pure senza di lui e i suoi 7 assist per una volta sono apparsi più belli che imprescindibili per la conquista di un risultato sul quale in partenza era lecito avere tanti dubbi, data la caratura ma soprattutto le caratteristiche dell’avversario, confermate poi anche sul parquet, nonostante l’assenza di Langston Hall. Ora, arriva Brindisi, che nel frattempo ha aggiunto Dominique Sutton in un roster sempre più convincente: il quintetto Thompson, Banks, Sutton, Stone e Brown è potenzialmente da scudetto, la differenza potrà farla forse più di tutti la panchina. Che contributo arriverà da quella bianconera, o magari le sarà concesso di dare?

Spostandoci in casa Fortitudo Pompea, ormai non si può più non applaudire una formazione che sta guadagnandosi sul campo un rispetto assoluto, a mio parere anche oltre le apparenti potenzialità tecniche. Non sto a ripetermi sui meriti di una conduzione tecnica che sta gestendo la squadra in modo encomiabile; continuo a pensare che, raggiunte quasi sicuramente le Final8 di Pesaro, i play off restino tuttavia ancora tutti da conquistare, perché i margini di crescita di altre squadre partite con affanno alla lunga probabilmente emergeranno e la classifica è ancora cortissima ( e lo resterà a lungo, poiché qui pare che quasi tutti possano vincere con chiunque, e basta un innesto nuovo o un’assenza per determinare colossali spostamenti di equilibri). Certo che il modo imperioso con cui si è battuta Trento, ieri andata a vincere con autorevolezza a Gdynia, non può non scaldare gli animi biancoblu. Robertson ogni giorno di più conferma la bontà di una scelta che non tutti avevano apprezzato inizialmente, idem Aradori; noioso sarebbe ripetersi su un Leunen che ha giocato col 100% al tiro sia da due che da tre, preso 7 rimbalzi, fatto 3 assist e dato 1 stoppata in 21 minuti. Fantabasket, si direbbe. Ecco, potrà appunto essere sempre così? Quanto tutto ciò sia eventualmente dovuto ad un contesto dimostratosi fin qui favorevole lo si scoprirà andando avanti. Per adesso, diciamo che risultati alla mano l’esito del derby di Natale non sembrerebbe poi tanto scontato. Ma al derby bisognerà arrivare; come scrivevamo la settimana scorsa ci sono tanti altri appuntamenti fondamentali prima su cui concentrarsi, per entrambe le squadre, che è meglio ancora lasciarlo da parte.

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