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9 Luglio, il punto su Basket City. Dove il basket è divertimento?

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Un paio di sere or sono l’AD della Virtus Segafredo, Luca Baraldi, ha chiarito diversi dei punti attualmente tema di discussione fra i tifosi: 1. È stato un errore fermarsi definitivamente per il Covid 19, come hanno dimostrato Spagna e Germania; 2. Sui diritti TV gli organi istituzionali bisogna che si diano maggiormente da fare, se si vuole rivitalizzare il movimento cestistico italiano; 3. L’Eurolega resterà un sogno, per ora, a meno di miracoli; 4. Baldi Rossi magari se ne andrà, ma non è stata la società a metterlo sul mercato; 5. La guardia di cui la Virtus è in attesa non sarà una star tipo Milos, ma un giocatore con esperienza ed allo stesso tempo considerevoli margini di crescita; 6. La Virtus d’ora in avanti giocherà sempre in Fiera, in attesa di una veloce costruzione del nuovo palazzetto; 7. È confermata la proposta di ospitare appunto in Fiera le finali di una SuperCoppa rivista nella formula, come apertura di una stagione che la Virtus continua a chiedere di giocare solo se in presenza dei tifosi.

Concetti chiari, forti, che puntano ad una crescita non solo delle V Nere ma dell’intero movimento. Viene da chiedersi se resteranno parole sparse al vento o se invece rientreranno tra le linee guida di una ripresa autunnale tutt’ora piena di incognite. Lega Basket e Federazione pallacanestro peraltro non è che stiano brillando per spirito di iniziativa e apertura a uno svecchiamento dei soliti riti, sempre più triti. Staremo a vedere, come staremo pure a vedere quale sarà il futuro dell’ennesimo capitano bianconero che pare destinato ad abbandonare le V Nere, Filippo Baldi Rossi, che in tanti danno ormai prossimo a raggiungere le coste pesaresi, in cerca di un minutaggio più gratificante. Peccato, perché il ragazzo avrebbe tante caratteristiche buone per farlo diventare quel giocatore franchigia di cui è tutt’altro che improbabile che una squadra possa avere necessità. Ma a nemmeno trent’anni si può ben capire come resti la voglia di misurarsi maggiormente sul parquet, seppure in un panorama di minor spessore agonistico.

In casa Fortitudo viceversa è ormai prossimo, pare, l’annuncio dell’arrivo di Ethan Happ al posto di Sims, che ha preferito i dollaroni coreani a quelli della Effe (anche qui, c’è poco da commentare, se ti offrono tanto di più: è il loro lavoro). Si prospetta così un quintetto biancoblu con i primi tre attaccanti dello scorso campionato: Banks (21,2 punti a partita), Happ (18) e Aradori (16,8). Prospettiva suggestiva per i tifosi, ma che nasconde una incognita: se anche si fanno 90 punti a gare ma se ne subiscono 92 in classifica non si procede granché. Le squadre di Sacchetti è un falso mito che non difendano, anzi; ci si inganna perché il suo gioco, fatto di velocità e transizioni, costruendo tante azioni lascia anche agli avversari la possibilità di segnare più del consueto; però, altre caratteristiche delle sue squadre vincenti sono sempre state la forte fisicità e una organizzazione che consentono difese aggressive, rimbalzi e rapidi ribaltamenti di campo. Oltre, naturalmente, a pacchetti di tiratori da tre di tutto rilievo. Questi a Bologna li ritrova certamente, ma fisicità e aggressività non paiono caratteristiche proprie del suo futuro quintetto, più ”tecnico” che “cattivo”. Staremo a vedere, anche qui, perché Sacchetti è abituato a stupire i critici. Di sicuro, alle partite della Fortitudo ci si potrà divertire anche come spettatori neutrali.  

(foto Sportando)

 

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