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Rdc – Virtus: pagina nera tredici anni dopo la rinascita – 5 mag

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Una delle pagine più oscure della storia bianconera è stata scritta a Reggio Emilia. Prima di ieri sera, mai nella sua storia la Virtus era retrocessi sul campo. Alessandro Gallo, oggi, sulle pagine del Carlino ripercorre i momenti più difficili della storia bianconera.

1945/46 – Il primo fu nel 1945/46. In quell’annata arriva lo scudetto, ma ci sono alcune questioni da risolvere per chi risulta compromesso con il regime fascista. Alcuni dirigenti bianconeri sono oggetto d’indagine e il club alla fine non può partecipare al campionato con il nome Virtus. A quel punto Mario Negroni e Giovanni Bersani, rispettivamente presidente della Virtus e numero uno della Fortitudo, trovano un accordo. Viene creata una squadra che è una sorta di ibrido: lo zoccolo duro è bianconero, ma la squadra si iscrive al campionato con il nome Fortitudo. Quando i dirigenti bianconeri vengono prosciolti, la V nera può tornare sulle maglie. L’accordo, però, non viene disatteso. Arriva uno scudetto che prende “l’indirizzo bianconero”.

1970/71 – In quella stagione c’è una Serie A unica, con la A2 che arriverà dopo. La Virtus, pur avendo in organico giocatori che più tardi vinceranno lo Scudetto, chiude all’ultimo posto con Biella e Libertas Livorno. Le V nere, dopo aver visto le partenze di Dado Lombardi e Massimo Cosmelli, si salvano negli spareggi di Cantù.

ANNI 2000 – C’è l’estate che passa alla storia come quella del lodo Becirovic. La situazione del club è pesante e il 31 agosto 2003 il consiglio federale conferma la decisione presa il 4 agosto. La Virtus è radiata dai campionati. Radiata si, ma non fallita. Si riparte sotto Sabatini che rileva le quote di Madrigali. Si riparte dalla A2 “con le doppie insegne bianconere e Progresso Castel Maggiore”. Due anni e poi è di nuovo Serie A, guidati da Giordano Consolini. Serie A, persa sul campo ieri sera. A Reggio Emilia è andata in scena una delle pagine più nere della storia della Virtus.

Fonte: Il Resto del Carlino (Alessandro Gallo)

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