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Nel 1978 si sfiorò la rissa tra Virtus e Fortitudo

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Foto Virtuspedia


Stagione 1977/1978. Serie A1 a 12 squadre. La prima fase del campionato si è conclusa con la Mobilgirgi Varese prima a 36 punti, poi Gabetti Cantù e Sinudyne Bologna con 34, ma i canturini risultano secondi perché, nel doppio confronto, in casa hanno vinto di sette punti e a Bologna hanno perso 91 a 90. Seguono Xerox Milano, Perugina Jeans Roma e Cinzano Milano. In fondo alla classifica Emerson Genova, Fortitudo Alco Bologna e Gira Fernet Tonic Bologna, tutte a 12 punti, ma in quest’ordine in virtù della classifica avulsa. Le prime sei vanno alla fase successiva insieme alle prime due di serie A2, Althea Rieti e Mens Sana Sapori Siena. Le altre sei vanno alle due Poule di classificazione e le prime tre di questi raggruppamenti disputeranno l’A1 nella stagione successiva. Anche le otto elette per disputarsi il titolo vengono divise in due gironi. La Virtus è nella poule A con Varese, Roma e Siena. Occorre occupare uno dei primi due posti per accedere ai playoff, previsti con semifinali e finale. La Mobilgirgi termina a punteggio pieno, Siena senza neppure una vittoria. La Sinudyne a una giornata dal termine ha vinto tre gare, la Perugina Jeans due. A Roma, il 9 aprile è prevista la sfida tra le due formazioni. Nella gara di Bologna le V nere hanno vinto 97 a 84 e quei tredici punti sono il gruzzolo che Bologna deve difendere in caso di sconfitta per non essere superata in classifica dalla squadra capitolina. La Virtus è allenata da Dan Peterson, la Fortitudo da John McMillen, che era stato assistente di Dan fino a due anni prima, quando la Virtus aveva vinto il suo settimo scudetto. Così i due coach, per allenare le rispettive squadre per gli impegni della domenica, organizzano una partitella tra i giocatori di Virtus e Fortitudo. Il nervosismo è palpabile, i primi rischiano una clamorosa eliminazione dopo avere perso la finale di Coppa delle Coppe a Milano contro Cantù poco più di una settimana prima; i secondi si stanno giocando la permanenza in A1. Da questa stagione è possibile avere in squadra due stranieri, così la Virtus ha affiancato all’ottimo Terry Driscoll John Roche, una guardia capace di giocare con efficacia anche nel ruolo di playmaker. John ha disputato una grande prima parte di stagione, ma proprio nel momento cruciale della stagione, nella fase culminante del campionato e della Coppa europea ha accusato guai fisici che ne hanno limitato il rendimento. Aggiungiamo che Roche è un tipo tutt’altro che malleabile. Ecco un estratto di una descrizione che ne fece Maurizio Roveri il primo marzo di quello stesso anno: ” Apparentemente esile, con un fisico da peso piuma, John Roche sorprende tutti quando da quel suo fisico minuto riesce ad estrarre energie in continuazione che producono vitalità atletica e tanto ritmo quaranta minuti su quaranta. E poi, quell’omarino di Roche è soprattutto un “duro”. Ha carattere, orgoglio, personalità, mentalità vincente, tutte qualità che un allenatore come Peterson antepone ad altre più “visive” ma meno pratiche come lo spettacolo, i virtuosismi per deliziare la platea”, poi ancora ” In campo è un duro: per battere la Sinudyne bisogna passare sul suo corpo. È il match – winner capace di artigliare (freddamente, anche crudelmente) una vittoria ad un minuto dalla fine. È accaduto, ad esempio, nel derby con l’Alco quando nella bagarre finale salì lui in cattedra, lucidissimo, e glacialmente giustiziò la squadra di McMillen con una serie di tiri liberi. E poi contro la Girgi con quel canestro a tre secondi dalla fine. Con quella sua espressione sempre calma (è un tipo che non si scompone mai), con quel viso da ragazzo che dimostra ben meno dei ventotto anni che ha, John sembra un… santerellino. Ma l’espressione inganna. Roche è uno che in campo si fa valere, con le buone o con le cattive. È uno che non si tira mai indietro, ci sta alla battaglia e all’occorrenza anche mena: ma lo fa con astuzia, senza farsi vedere. Gli avversari lo rispettano: se qualcuno vuol fare il furbo con lui… trova pane per i suoi denti. Se qualcuno volontariamente dà due “botte” cattive a Roche, state tranquilli che prima o poi quel qualcuno se ne ritrova quattro fra capo e collo”. Così, quando ormai la partitella volgeva al termine dopo un’ora e mezzo di gioco: uno scontro fortuito tra Roche e Jeff Cummings, americano della Fortitudo, stava per degenerare in rissa: sono volate parole grosse, minacce e qualche spinta, mentre gli altri giocatori delle due squadre cominciavano a guardarsi in cagnesco. Immediatamente i due coach hanno interrotto la partitella, evitando così guai peggiori. La Virtus è poi riuscita a contenere la sconfitta romana, 83 a 77, e ha continuato la sua corsa, giungendo seconda in campionato, dopo avere battuto Cantù e perso in finale contro Varese. La Fortitudo, giungendo terza nella Poule A di classificazione si è garantita il diritto a giocare in A1 nella stagione successiva, come pure il Gira, primo della Poule B. Il 1978-79 vide così, per l’ultima volta, tre squadre bolognesi al via del massimo campionato, vinto dalla Virtus, mentre Gira e Fortitudo, giunte agli ultimi due posti della classifica, furono condannate alla retrocessione.

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