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Schio si prende gara 1 superando 86-84 la Virtus in una serata storica per LBF

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Foto Virtus Segafredo Bologna

 FINALI SCUDETTO: GARA1 

 

VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – FAMILA WUBER SCHIO 86-84 (23-27; 17-15; 24-22; 20-22)

 

Virtus: Del Pero, Pasa 5, Rupert 10, Barberis 2, Dojkic 15, Andrè 4, Zandalasini 19, Orsili ne, Laksa 11, Parker 18, Cinili. All.Ticchi 

Schio: Mabrey 15, Bestagno 12, Mestdagh, Sottana 16, Verona 11, Howard 20, Sventoraite 4, Mutterle ne, Crippa, Keys 8, Penna ne. All.Dikaioulakos

 

Tiri liberi BO 21/26 SC 18/24

Tiri da 2 BO 15/34 SC 16/41

Tiri da 3 BO 11/28 SC 12/24

Rimbalzi BO 37 SC 39

Falli BO 19 SC 20

 

Arbitri: Radaelli, Wassermann, Bertuccioli

QUINTETTI INIZIALI

Virtus: Dojkic, Laksa, Zandalasini, Rupert, Andrè.

Schio: Verona, Mabrey, bestagno, Howard, Keys.

 

Al Madison di Piazza Azzarita l’atmosfera è quella delle grandi occasioni, perché la rivincita delle finali Scudetto tra Virtus e Schio è una grande occasione, premiata con il sold out (5337 presenti, record per il basket femminile italiano) e condita da performance artistiche e canore tra un quarto e l’altro. Un spot di livello massimo che vede Schio aggiudicarsi il primo round al termine di una battaglia che comincia alla palla a due e resta tiratissima fino all’ultimo secondo. Show vero in attacco e lotta dura a rimbalzo con tante protagoniste ad alternare triple e atletismo.

Le esclusioni di colpi rimangono negli spogliatoi, fin dai primi possessi la gara si rivela dura e cinica da entrambi i lati del campo. Il parziale di 0-6 tutto firmato da Laksa dopo l’appoggio iniziale di Bestagno galvanizzano il pubblico ma contemporaneamente suonano la sveglia di Schio che, pur non godendo di buone percentuali, alza ulteriormente i ritmi mantenendo l’equilibrio pronosticato. 12-13 superata la metà di un primo quarto fisico, veloce e puntellato dai guizzi di Dojkic e Keys dal perimetro. La manovra ospite col passare dei minuti acquisice efficacia e manda in tilt le Vnere, costrette a cedere il passo fino al -9 (14-23) quando mancano 2′ sul cronometro del periodo. Il time-out di Ticchi ridà energia alla Segafredo capace di accorciare, soprattutto dalla lunetta, nel corso dell’ultimo minuto: 23-27 dopo 10′. 

Se l’agonismo non si era risparmiato in avvio di partita, il secondo quarto, se possibile, si fa ancora più duro. La contesta si sposta nel pitturato chiamando in causa la verticalità dei roster. E’ il gioco di Parker; si mette in proprio guidando le compagne al pareggio (29-29) prima che Zandalasini si sblocchi proprio in concomitannza del sorpasso virtussino a meno di 6′ dall’intervallo. La scena rimane però per Parker, ancora sugli scudi e completamente a suo agio nell’area della Famila Wuber. Nonostante il timone perso, le Orange non cedono di un centimentro in attacco, anzi mantengono l’intensità necessaria per raggiungere l’impatto prima e firmare poi un altro break  con Howad, reso meno pesante solo dai punti di Zandalasini prima della sirena che manda le squadre negli spogliatoi sul 40-42.

L’approccio fulmineo di Schio alla ripresa, spinta da un settore ospite tutto arancione, costirnge le ragazze di Ticchi a rincorrere e forzare il tiro oltre l’arco. Doccia fredda metabolizzata dopo qualche minuto utile a ritrovare fiducia nei propri mezzi, espressi al meglio dalla doppia bomba di Zandalasini per il -4 (47-51) a metà del terzo periodo. Il pareggio è nuovamente nell’area e, in uscita dal time-out, Andrè segna i due canestri mancanti sebbene Mabrey sia pronta a controbattere dai 6,75 e dalla media. Moti d’orgoglio da un lato e dall’altro, si alzano le percentuali da lontano per tutte: Zandalasini infiammata non sbaglia più, spianando la strada alle compagne e facendo la voce grossa anche in difesa a coronare un parziale di 12-0 che ribalta quello precedente di Schio e sposta il punteggio sul 62-60 a 1′ dalla fine del terzo quarto. Le campionesse in carica e semifinaliste di Eurolega, però, non sono così facilmente arrendevoli e correggono il tabellino; 64-64 a 10′ dalla fine. 

Esito ancora incertissimo e pieno di dubbi che i primi possessi dell’ultimo quarto non sciolgono. Si segna da un lato ed immediatamente anche dall’altro tanto che il minuto sul 74-74 a poco più di 6′ dal termine risulta quasi interlocutorio e non fornisce inidizi sul trend della sfida. Qualche cosa in più lo dice la tripla di un’indomita Zandalasini che, unita alla stretta difensiva e il contropiede in ripartenza a più riprese, tenta di mettere la freccia anche se il cronometro è ancora lontano dall’esaurirsi. Schio infatti lo sa e rimane lucidamente in partita: 80-78 a 3′ dalla sirena finale. A questo punto ogni azione è una sfida nella sfida; a Dojkic risponde da tre Sottana quando si entra nell’ultimo minuto di gioco sull’83-82. I dettagli fanno la differenza, come l’appoggio sbagliato da Bestagno che permette alla Vnere di allungare e far correre il cronometro ma come nei migliori finali anche una tripla può cambiare tutto improvvisamente, proprio come quella di Howard a 14” dalla fine che vuol dire sorpasso e questa volta vittoria ospite. Al Paladozza, nella miglior serata della storia della pallacanestro femminile italiana, Schio si prende gara 1 86-84.

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