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Virtus Segafredo, è giunta l’ora della verità

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foto di Bianca Costantini per 1000 Cuori Rossoblu/BasketCity

 

 

Giunta quarta nel proprio girone, la Virtus Segafredo troverà dunque, nella prima gara ad eliminazione diretta di questa stravagante – per non dire altro – Eurocup, il Lietkabelis di Panevezys, formazione lituana già incontrata dalle Vu Nere nella passata stagione. Non si trattò di scontri epici (anche se la trasferta in Lituania, come ricorda l’ormai mitica Virtuspedia, era stata la centesima vittoria in trasferta in gare ufficiali contro squadre straniere): un +15 all’andata e un abbastanza tranquillo 82-73 a Bologna. La squadra allenata da Nenad Canak non è comunque da sottovalutare, visto che giusto un mesetto fa ha rifilato una sonora sconfitta al Partizan, e un po’ ringiovanendosi (non confermando Vinales e Barnes) ha trovato nuove energie. Tra i nuovi, vecchie conoscenze come Orelik, ex Reyer Venezia ed un allora giovanissimo Nikola Radicevic passato fugacemente da Trento. Probabilmente il fattore campo potrebbe rivelarsi decisivo per non rischiare più del necessario in questa prima partita secca, poi comincerà la scalata, dal momento che sembra proprio che nel prosieguo la Segafredo dovrà giocarsi l’intero percorso in trasferta, presumibilmente a Badalona i quarti, contro la prima del girone A (un vero e proprio esame di maturità) ed eventualmente, in semifinale, una tra Valencia e Boulogne Metropolitaine, l’attuale squadra di Vince Hunter. La competizione insomma si fa durissima e la speranza è che Scariolo possa avere a disposizione l’intero organico, cosa fin qui mai accaduta, scordandosi della possibilità di rientro di Abass e, ovviamente, Udoh. Il primo, magari, lo si potrebbe rivedere se ci fosse un prolungamento di stagione in campionato fino alla finale, quindi a giugno, ma in quali condizioni?

Certo che ora le cose si fanno accattivanti. Domenica la scontro al vertice con Milano (forse, vedremo cosa deciderà per tutti il Covid) per provare a definire le attuali gerarchie in Italia. Partita più importante per noi che per loro, oggi come oggi, visto che una vittoria potrebbe garantire alla Segafredo il primo post in classifica finale, forte di un +4, mentre una vittoria milanese avvantaggerebbe questi ultimi nello scontro diretto ma con la spada di Damocle per entrambe di non commettere alcun passo falso nelle rimanenti giornate. E attenzione, Sassari insegna, non si creda che esistano trasferte, se non addirittura partite, scontate in una fase in cui tutte le squadre si giocano qualcosa.

Detto ciò, vogliamo parlare di quello che stiamo vedendo in merito alla Virtus? Martedì sera, a Bourg en Bresse, si è vista una squadra solida, rognosa in difesa e abbastanza concreta in attacco. Teodosic si conferma anima principe della formazione, ma adesso rispetto a una volta è affiancato da un Hackett che sta esibendo tutta la propria classe e l’indubitabile esperienza costruita da protagonista sui principali parquet continentali. Insieme, od alternati, come sta provando a fare abbastanza Scariolo, è un vero piacere vederli, con lo spiritello di Pajola che mentre loro fanno i primi tenori lui li supporta con la concretezza di un inesauribile basso continuo, capace peraltro di acuti strepitosi. È forse inutile tornare sull’immenso Kyle Weems (anche se la sua efficacia dovrà essere confermata negli incontri che più soffre quelli da dentro o fuori) mentre che dire della crescita costante di Cordinier? Quando riuscirà a ultimare il processo di razionalizzazione dei propri impeti cominceremo forse a temere per un suo viaggio oltreoceano, anche perché la sua spettacolarità sembra fatta apposta per quei lidi. Intanto, però, godiamocelo. Hervey sta tornando: non si sa se riuscirà ad essere sempre quello di prima di Natale, perché rasentava la perfezione, ma già così le sue performance crescono partita dopo partita verso quella direzione; Shengelia, invece, deve chiaramente completare il proprio inserimento nel gioco virtussino e probabilmente ritrovare le gambe per una maggiore affidabilità al tiro, ma stiamo parlando di una certezza, non di un’ennesima scommessa; Jaiteh dovrebbe solo rallentare un po’ i ritmi di gara per rifiatare in vista dei momenti clou, ma la crescita che sta avendo quest’anno lo sta conducendo veramente ai vertici europei; in questo dovrebbe aiutarlo la crescita dell’altra grande incognita per lungo periodo, quel JaKarr Sampson fra i migliori martedì in Francia che a mio parere ha ancora tante possibilità di ulteriore crescita. Ha finalmente capito che le aree FIBA sono piene, non vuote come quelle NBA, e la sua partecipazione al gioco corale sta producendo assist e ribaltamenti mica male. In difesa sarebbe già una certezza, invece, se non fosse che deve ancora interiorizzare la differente filosofia arbitrale europea rispetto a quella americana. Ma ci siamo quasi.

A questo punto ci si rende conto di aver lasciato indietro il grosso della pattuglia autoctona, quel gruppetto di italiani che in origine costituivano un gioiellino di questa Virtus, che la rendeva differente da tutte le altre squadre. Viene da chiedersi perché non sia più del tutto così, se si eccettuano le colonne Hackett e Pajola (e senza dimenticarsi del Belinelli attualmente in naftalina, ma atteso ad un grande rientro che darebbe davvero una decisiva arma in più). Poco da dire su Mannion: l’annata è cominciata male per ragioni fisiche, poi ci si deve essere messa di mezzo anche la psiche, ma è chiaro che per rivedere il bel giocatore delle Olimpiadi dovremo aspettare il prossimo anno, e ci sta, con tutto quello che gli è successo. Bisognerà avere ancora pazienza, tutti, lui, la società, lo staff tecnico, i tifosi: la classe non è acqua, e quella c’è tutta. Tessitori e Alibegovic sono chiamati invece ad un salto decisivo nelle loro carriere, per diventare colossi da Eurolega. Stanno lavorando a sufficienza per farlo? Ruzzier e Ceron stanno invece interpretando il proprio ruolo di sparring partner, a questi livelli, con dedizione quasi commovente. Non so se in futuro preferiranno tornare protagonisti altrove, ma qui credo che non si potrebbe avere di meglio di due ragazzi come loro, peraltro da quintetto in molte altre squadre di A1.

Con questa Virtus Segafredo (in teoria notevolmente più forte di quella che ha portato a casa lo scudetto) non so se si riuscirà effettivamente a vincere anche quest’anno (che poi la SuperCoppa è già arrivata, speriamo non penda su di lei la maledizione che questo trofeo si porta un po’ dietro) ma intanto ci si sta divertendo proprio tanto, la società sta lavorando al meglio ma le vittorie finali sovente dipendono anche da circostanze più o meno fortunate. In attesa di verificarlo ora aspettiamo di vedere la Segafredo Arena piena come è tradizione a Basket City, con tutto ciò che anche simbolicamente questo potrebbe rappresentare. In ogni caso è giunta l’ora della verità, due mesi in cui concentrare tutti gli sforzi, anche quelli dei tifosi che potrebbero accantonare certo “maigodutismo” per godere invece di uno spettacolo sportivo assolutamente promettente

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