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La Virtus Segafredo batte serenamente il Maccabi Rishon: 96 – 77

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VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – MACCABI RISHON LEZION      96 – 77                (24-18; 45-40; 71-59)

Virtus Segafredo: Gaines 21, Deri, Pajola 10, Baldi Rossi 9, Markovic 15, Ricci 11, Delia, Cournooh 6, Hunter 6, Nikolic, Teodosic 11, Gamble 7. All. Djordjevic

Maccabi: Saddler 3, Mishan n.e., Swing 17, Ariel 12, Blayzer 2, Williams 5, Chubrevich 2, Baloul, Tishman 2, Dovrat 2, Hamilton III 18, Monroe 14. All. Goodes

Arbitri: Garcia, Difallah, Majkic

Tiri liberi: BO 18/23; RI 18/25

Falli: BO 23; RI 24

Rimbalzi: BO 47; RI 38

Tiri da 2: BO 15/29; RI 16/46

Tiri da 3: BO 16/38; RI 9/24

Non c’è Weems, questa sera, per la Segafredo, ma c’è il nuovo centro italoargentino Delia. Dovrà ovviamente integrarsi con i compagni, ma la sua esperienza, associata ad una presenza fisica di tutto rispetto, dovrebbe rivelarsi un upgrade significativo per la squadra bolognese nella7DAYS EuroCup, che questa sera accoglie al PalaDozza una squadra israeliana semisconosciuta ai meno esperti, che fin qui non ha particolarmente brillato in campionato come in coppa, ma ha frecce al propria arco di tutto rispetto, come insegna la scorsa stagione che l’ha vista trionfare nella Coppa di lega israeliana.

Quintetto ovviamente inconsueto, per Bologna, con Gaines al posto di Weems, Markovic, Cornoouh, Ricci, Gamble, mentre per il Maccabi entrano Saddler, Swing, Chubrevick, Hamilton e Monroe.  Subito Gaines cerca di non far rimpiangere Weems, che deve sostituire in un ruolo che non è propriamente il suo, con una serie di triple che tiene a galla una Segafredo che stenta ad entrare nel ritmo giusto, ma a metà periodo, quando Hunter rileva Gamble, è sopra di 4, 11-7, con 9 punti della guardia ex Cantù.  Questo Maccabi tuttavia mette in mostra una consistenza ancora inadeguata per una competizione come l’Eurocup. La Virtus può così cominciare a esibire il proprio lato più piacevole fatto di giro palla veloci e spesso imprevedibili, alternando quasi tutto il roster, compreso, a 45” dal primo intervallo, il nuovo acquisto Delia. Allo stop comunque è 24-18.

Il secondo quarto riprende all’insegna della partita che sostanzialmente vive dalla ricerca di qualche momento spettacolare, il contropiede rapidissimo, l’assist da urlo, la tripla mostruosa, la schiacciatona, e in questo gli israeliani figurano ottimi sparring partner, perché sanno giocare, ma senza l’intensità che sembra poter impensierire questa Segafredo, dove Teodosic si permette pure di sbagliare qualche tiro senza doversene dolere più di tanto. Per la verità, l’eccessivo ritmo da accademia premia ad un certo momento in primo luogo Rishon, trascinato da Swing e Monroe, che arriva al -3, 43-40, a 30” dall’intervallo. I liberi di Ricci ridanno il +5, il Maccabi non concretizza, e all’intervallo lungo il tabellone segna 45-40. Tuttavia la distanza reale è apparsa potenzialmente ben altra.

Non dovrebbero spaventare più di tanto nemmeno le triple di inizio ripresa che riportano il Maccabi in pieno contatto, addirittura avanti dopo una brutta persa di Markovic. Gli israeliani ora ci credono, invece, con la crescita anche di Hamilton III, e Monroe rischia di scatenare la rissa con Ricci dopo un fallo subito. Cresce così la tensione che obbliga i bianconeri a ritrovare l’intensità giusta. Dal 52-52 al 24° in un paio di minuti si passa infatti al 60-52, al 28° al 66-56, all’ultima sosta al 71-59.

L’ultima frazione si gioca più che altro per sistemare le statistiche, che vedono Pajola in doppia cifra, Ricci in una ipotetica tripla doppia (punti, 10 rimbalzi, 21 di valutazione), Gamble con 5 assist e un 16 di valutazione, Gaines top scorer dell’incontro. Termina 96-77, con un minuto e mezzo regalato anche al giovane Deri e Stefan Nikolic. Missione compiuta, si può dire, per le Vunere, che oggi hanno manifestato una superiorità incontestabile. Djordjevic avrà da ridire sul non essere riusciti a chiudere prima l’incontro, ma lo spettacolo, da spettatore, se ne è giovato. Se si può evidenziare un neo in questa Virtus potrebbe essere il fatto di non avere ancora un gioco che valorizzi in pieno le potenzialità di Frank Gaines, ma siamo ancora nella fase in cui la squadra sta formandosi carattere e personalità. Diamo tempo al tempo.

 

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