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La Virtus Segafredo domina, con un Hervey superlativo: 97-56 sulla Openjobmetis Varese

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foto di Bianca Costantini/1000 Cuori Rossoblu

 

 

VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – OPENJOBMETISI VARESE    97 – 56    (21-16; 44-35; 72-50)

Virtus Segafredo: Tessitori 4, Belinelli 17, Pajola 7, Alibegovic 13, Hervey 23, Ruzzier, Ferdeghini, Jaiteh 7, Alexander, Barbieri 2, Weems 19, Teodosic 5. All. Scariolo

Openjobmetis: Gentile 9, Amato 4, Beane 7, Sorokas 13, De Nicolao, Wilson 3, Egbunu 14, Ferrero, Jones 4, Caruso 2, Zhao n.e.. All. Vertemati

Arbitri: Bartoli, Grigioni, Vita

Tiri liberi: BO  19/29; VA 14/23

Rimbalzi: BO  55; VA 36

Falli: BO 22; VA 27

Tiri da 2: BO  24/43; VA 15/35

Tiri da 3:  BO  10/28; VA 4/25

 Non era partita di cartello, ma l’occasione per verificare lo stato di forma di Virtus Segafredo e Openjobmetis. Non poteva che finire con una vittoria casalinga, per le differenze sotto tutti gli aspetti fra le due formazioni. Alla prima in casa non poteva comunque mancare la consegna da parte della LBA dello stendardo celebrativo dello scudetto n.16. Così, in conclusione, la gara è quasi scivolata via, tra un airball e un alley oop, una palla recuperata da spettacolo e una persa da giovanili, in una partita alla fin fine divertente, come si può in certa misura evincere dalla cronaca.

 

I quintetti inziali sono Pajola, Teodosic, Weems, Hervey, Jaiteh per la Segafredo; De Nicolao, Wilson, Gentile, Jones, Egbunu per l’Openjobmetis. Al via Pajola va subito con la tripla, immediatamente imitato da Teodosic e poi anche da Weems, per un eloquente 9-0. Quello che fa esplodere il palazzo però è la terza palla rubata da Pajola in meno di due minuti, che costringe Vertemati a cambiare l’attonito De Nicolao. Il primo punto per Varese arriva dopo 3 minuti, dalla lunetta, con l’1 su 2 di Gentile che francamente stupisce per come la palla a volte gli entri, vista la meccanica di tiro assolutamente improponibile. Dopo 4 minuti, quando Alexander entra per Pajola, il tabellone segna 11-1. Le rotazioni da entrambe le parti rinfrancano però i biancorossi che risalgono a -1, 13-12., perché non è che in LBA ci siano poi squadre di scappati da casa. Sorokas e Beane, ad esempio, forano la retina a ripetizione, per cui alla sosta è un 21-16 che tiene vivo l’incontro.

Ora è Egbunu che si impone col suo fisico imponente e chiude la propria area da gigante; se fosse altrettanto efficace in attacco sarebbe un giocatore di assoluto livello. Di là invece Hervey delizia tutti con canestri di classe e rimbalzi a ripetizione, ma questo non è più una novità. All’intervallo è già quasi in doppia doppia, 16 punti e 9 rimbalzi (con 23 di valutazione), protagonista principe di una gara che si interrompe sul 44-35.

La Virtus è la solita bella macchina da canestri di questa versione-Scariolo che partendo dall’intensità della difesa impone agli avversari un gioco che inserisce i propri campioni nell’efficacia del sistema, e non che basa questa sulla vena delle proprie star, come per tanti è più facile fare. Poi c’è Santeodosic con le sue magie, e non resta altro da dire. Fatto sta che il terzo periodo non può che vedere allungare le distanze fra le due formazioni fino al 72-50 battezzato con la tripla di Belinelli sulla sirena.

L’ultimo quarto serve ad aggiustare le statistiche (con Barberi che segna il primo canestro in LBA) in un clima quasi da amichevole; scorre via, pertanto, fino al conclusivo 97-56. Non resta così molto da aggiungere: il risultato non è mai stato in discussione, il gioco è stato onorato con anche azioni da Top Ten, e la pratica può dirsi archiviata al meglio per entrambe le squadre, perché Varese, soprattutto se continua ad applicare schemi con un giocatore che si ritiene il padrone della palla, a questi livelli non potrà avere mai molto più di così da dire.

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