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La Virtus Segafredo prima domina poi soffre ma ha comunque la meglio sulla Reyer Venezia

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foto Bianca Costantini/1000 Cuori Rossoblu/Basket City

 

 

VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA – UMANA REYER VENEZIA  90 – 84 (24-15; 45-37; 69-59)

Virtus Segafredo: Tessitori 2, Mannion, Pajola 6, Alibegovic, Hervey 26, Ruzzier n.e., Jaiteh 5, Alexander 5, Sampson 4, Weems 7, Teodosic 22, Cordinier 13. All. Scariolo

Umana Reyer: Stone, Tonut, Daye 15, De Nicolao, Sanders 9, Phillip 9, Echodas 4, Mazzola, Brooks 8, Cerella, Vitali 26, Watt 13. All. De Raffaele

Arbitri: Lezcano, Dragojevic, Gelik

Tiri liberi:  BO 26/36; VE 15/18

Falli: BO 24; VE 29

Rimbalzi: BO 29; VE 39

Tiri da 2: BO 23/41; VE 18/35

Tiri da 3: BO 6/16; VE 11/29

Non è stata una gran bella partita, ma tesa fino alla fine sì, quella tra Virtus Segafredo e Reyer Venezia, nemiche per una volta in una Eurocup che sta costando parecchio ad entrambe in termini di energia. Le Vu Nere, sempre in mezza emergenza, stasera non hanno incantato ma hanno trovato la forza di resistere all’ennesima nuova batosta all’organico, dimostrando, quantomeno, il carattere adeguato, sfoggiando uno Hervey da 26punti e un Teodosic da 22.

In partenza Pajola, Teodosic, Weems, Hervey, Sampson è il quintetto bianconero; Stone, Tonut, Vitali, Brooks, Watt quello dei veneziani. L’inizio è combattuto, com’era immaginabile, con molti contatti concessi. Il gioco virtussino è un po’ meno brillante del consueto, ma di fronte trova un collettivo maestro nell’imbrigliare l’avversario, quando è in vena. La Reyer per ora insiste molto col tiro dalla distanza, la Segafredo un po’ più su quello dalla media e con un rush negli ultimi minuti del periodo raggiunge un parziale comunque considerevole: 24-15.

È Cordinier, per ora, a scaldare particolarmente il tifo bolognese; di là Vitali è nettamente il più preciso. Al rientro si inceppano parecchi meccanismi e i temi tattici si arruffano un po’ tutti. Watt da una parte e Hervey dall’altra per qualche minuto sono i soli a segnare. Si procede a balbettii, fino ad un fallo con aggiunta di antisportivo francamente inutile di Daye che frutta prima quattro liberi a Teodosic e subito dopo una tripla di quest’ultimo, cosicché si scava un primo piccolo solco nel punteggio, +9 Virtus al 19°. Nel frattempo però si sono infortunati Sampson e Hervey, costretti a uscire molto doloranti, mentre Phillip si è sostituito a Watt in fase realizzativa. Confusione, tensione, qualche botta di troppo. Alla sosta lunga peraltro si va sul 45-37.

Hervey rientra, è Mannion che si è invece aggiunto agli addolorati. La Reyer viceversa è come fosse rimasta negli spogliatoi, con la testa, e gli errori che commette esaltano un minimo i padroni di casa che con Weems toccano il +20 al 25°. Mica è finita, però, la Reyer ha mille vite, come dimostrano i suoi tanti recuperi insperati e un 10-0 che spaventerebbe chiunque. Un po’ anche la Virtus: 69-59 all’ultima sosta.

Come volevasi dimostrare, Vitali si ripresenta con una tripla stellare. Hervey replica immediatamente, poi ruba anche palla ma in contropiede si ferma e fallisce una nuova tripla un po’ pretenziosa. Fatto sta che la Reyer rosicchia un punticino alla volta e si fa rifà sotto anche se continua a non brillare nel gioco. A 6’27″ una magia di Teodosic, appena rientrato, costringe Watt al quinto fallo, ma adesso è Sanders ad esaltarsi. Poi ci sono attimi di panico sul parquet, con errori dopolavoristici. A 3’20″ dalla fine sul time out di De Raffaele è 83-76. Anche Stone poi esce per falli, ma continua la saga degli errori, equamente distribuiti fra i giocatori di entrambe le parti ed anche gli arbitri, a dir la verità. L’ultimo minuto riassume in una sequenza di boiate il film della partita: Il canestro decisivo è di Santeodosic, lasciato andare a canestro tutto solo da una difesa imbambolata. L’ultimo brivido viene dall’ennesima tripla di Vitali (partitona, la sua, con 36 di valutazione), ma ormai non c’è più tempo e Pajola sigilla un liberatorio, peri padroni di casa, 90-84. Vince la Segafredo, tutta incerottata, e si vedrà quali saranno le conseguenze in infermeria. Venezia torna a casa un po’ scornata, anche se si può davvero dire abbia ancora una volta dimostrato di non poterla mai considerare battuta, fino al fischio conclusivo.

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