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La Virtus Segafredo campione d’Italia. Armani demolita anche in gara 4: 73-62

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foto di Bianca Costantini/1000 Cuori Rossoblu-Basket City

 

 

VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA -A|X ARMANI EXCHANGE MILANO 73 – 62   (19-24; 41-43; 55-51)

Virtus Segafredo: Belinelli 15, Pajola 8, Alibegovic 6, Markovic 7, Ricci 5, Adams n.e., Hunter 6, Weems 14, Nikolic n.e., Teodosic 10, Gamble, Abass 2. All. Djordjevic

A|X Arman Exchange: Punter 11, Leday 2, Micov, Morachini, Rodriguez 8, Biligha, Cinciarini 5, Shields 16, Brooks, Hines 10, Datome 10, Wojciechowski. All. Messina

Arbitri: Mazzoni, Martolini, Borgioni

Tiri liberi: BO  7/9; MI 17/21

Falli: BO  22; MI 17

Rimbalzi: BO  35; MI 42

Tiri da 2: BO  15/38; MI 15/31

Tiri da 3: BO  12/32; MI 5/21

È scudetto: quello che non si poteva dire, per scaramanzia, fino ad una manciata di secondi prima della fine di questa gara 4, è realtà. La Virtus Segafredo compie l’impresa di rifilare un 4-0 ai semifinalisti di Eurolega; Djordjevic insegna basket al collega Messina. La Virtus Segafredo raggiunge insomma l’obiettivo che ad inizio stagione nessuno aveva il coraggio di pronosticare. A conclusione di una stagione nella quale non sono mancate le sorprese, le tensioni, le delusioni, la formazione del coach serbo si prende il lusso di riprendersi quello che la pandemia la scorsa stagione le aveva tolto. Il tutto nel ventennale del Grande Slam, quando sulla panchina bolognese c’era proprio Ettore Messina. Ma questi sono solo dati statistici: quello che conta è che la bacheca virtussina si è arricchita di un trofeo pazzesco per come è stato raggiunto.

La cronaca narra un quintetto bolognese con Markovic, Abass, Weems, Ricci e Gamble; quello milanese vede invece Rodriguez, Shileds, Datome, Leday e Hines. Si comincia con una magata di Markovic, cui replica immediatamente Hines. Peraltro è tutto il contrario, oggi, rispetto alle gare precedenti, visto che le prime azioni regalano già ottime realizzazioni. Non mancano però un paio di perse bolognesi che mettono in luce una mentalità non proprio adeguata, tanto che Djordjevic inserisce ben prima del solito Pajola e Teodosic al posto del play serbo e di Abass. Milano c’è, comunque, e strappa con determinazione come non aveva mai fatto prima nella serie. Il divario si alza a favore dell’Armani, con un parziale di 0-9. La reazione virtussina viene soprattutto dall’intensità che sa metterci Pajola, ma una Segafredo che subisce tanti canestri rischia tantissimo: 19-24 alla prima sosta, con un grande Punter.

“Pajolic” è il grande protagonista di questa fase dell’incontro, tanto che il suo coach lo lascia per un po’ a dirigere la gara senza sia Markovic che Teodosic: segna, pure, il canestro del meno due e poi l’assist ad Alibegovic del pareggio a 27, prima del vantaggio di Weems per il +3, con parziale di 11-3. In questo momento sembra tornata la Virtus delle prime tre partite; poi, esce Pajola e si torna a una situazione di parità, nel parziale, con l’intervallo che arriva sul 41-43. L’Armani segna con percentuali decisamente migliori, stasera: chiaro che la difesa bolognese non è la stessa delle altre volte. Fra i milanesi in doppia cifra Shields e Datome, fa specie tuttavia la differenza nelle valutazioni di squadra: per ora, 57 a 40 per gli uomini di Messina.

È Hines a reagire al tentativo di fuga virtussino al rientro; in confusione, invece (strano?) la terna arbitrale. La stanchezza comincia a farsi sentire ed aumentano gli errori individuali in entrambe le squadre. Crescono pure i falli in casa bolognese, col terzo di Pajola che emula Teodosic, Markovic e Gamble al 28°. Rodriguez invece commette il secondo di squadra per l’Armani, nel terzo periodo, a 5” dal termine. Teodosic dà poi il + 4 con una tripla sulla sirena. 55-51, solo 8 punti per l’Armani in questo quarto.

Si comincia l’ultimo quarto con la tensione alle stelle. Parte meglio Bologna, Milano però risponde alla grande, grazie pure alla tripla di Rodriguez che a questo punto sembrerebbe essere entrato in partita. Gamble lotta come un leone sotto le plance, Hunter inchioda in contropiede il +7 a poco più di 6’ dalla fine, comunque la Virtus deve stare attenta a non avere troppa fretta. Di sicuro, deve continuare a difendere coi denti. Come sta effettivamente facendo. Weems tripleggia il +10 a 4’24”. Non è finita, però. Milano morde ora più che altro con Shields, col Chacho che invece è definitivamente scomparso. Grazie a una tripla di Ricci assistito da SanTeodosic la Segafredo entra nell’ultimo minuto sul +11. È l’apoteosi: 73-62. È 4-0 per la Virtus Segafredo su un’Armani letteralmente dominata. È lo scudetto forse più inatteso della storia bolognese, soprattutto quello di Sale Djordjevic, di Milos Teodosic, della Virtus “serba”, comprendendo pure Aleksandar Pajolic, alias Alessando Pajola, la più bella realtà di questa squadra che ha riportato le Vu Nere sul tetto d’Italia.

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