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La Virtus Segafredo cede nel finale ad una Umana Reyer che ci crede un briciolo di più: 76 -77

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VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA  – UMANA REYER VENEZIA   76 – 77 (22-16; 41-30; 63-54)

Virtus Segafredo: Punter 16, Martin 3, Moreira 7, Pajola 1, Taylor 11, Baldi Rossi, Cappelletti n.e., Kravic 8, Aradori 18, Berti n.e., M’Baye 7, Cournooh 5. All. Sacripanti

Umana Reyer: Haynes 17, Stone 5, Bramos 8,Tonut 4, De Nicolao 8, Vidmar 6, Washington 10, Biligha 2, Giuri n.e., Mazzola 2, Cerella, Watt 15. All. De Raffaele

Arbitri: Rossi, Attard, Bongiorni

Tiri liberi: BO 17/29; VE 15/21

Rimbalzi: BO  32; VE 39

Falli: BO 24; VE 25

Tiri da 2: BO 19/39; VE 22/35 

Tiri da 3: BO 7/28; VE 6/20

 

È indubbio che l’attenzione della giornata sia stata pressoché tutta calamitata dal caso Mario Chalmers, la stella NBA che è ormai certo si aggiungerà al roster virtussino, questa sera dietro la panchina in parterre per acquisire familiarità con l’ambiente; ma alla fine arriva l’appuntamento che più conta, una partita molto importante per entrambe le squadre in campo: la Virtus impegnata a non perdere il treno playoff, la Reyer a conservare un secondo posto in classifica tutt’altro che solido.

All’andata la sconfitta bolognese si era aggravata per l’infortunio occorso a Kelvin Martin; oggi è Venezia a soffrire l’assenza di Daye, ma la sua è una mezza corazzata talmente ricca di talento da non poter temere, in teoria, alcunché. Delle sei sconfitte fin qui da lei subite, paradossalmente solo un terzo è avvenuto in trasferta, ma su due campi, Brescia e Reggio Emilia, che in teoria non avrebbero dovuto preoccuparla, per cui alla fine il risultato della gara non sembra poi così scontato.

Comunque, inizio al fulmicotone: prima Bramos, poi Aradori mettono subito in chiaro che la partita sarà molto intensa; Haynes sbaglia un semplice appoggio, M’Baye segna su plastico alley-oop, ma poi Haynes mette le triple del +5 orogranata, mentre Punter invece vede le sue respinte ripetutamente da un anello dispettoso. Aradori riporta in pareggio i suoi, nella tensione evidente di un palasport infiammato come in una finale, almeno per ora. In mezzo errorini anche banali da entrambe le parti, figli quasi certamente proprio della tensione. Il +5 bolognese arriva al settimo minuto grazie alla tripla di Martin dopo un riuscito giro palla. Molto bello, poco dopo, il tap in di Stone un po’ perso dalla difesa, ma insomma, al primo intervallo si va sul 22-16 benedetto, fra l’altro, da una schiacciatona di Kravic ben servito da Taylor e un’infrazione dei 24” da parte di Venezia che esaltano il tifo bianconero. La partita però è ancora tutta da giocare, ovviamente. Come dato statistico, si segnala il neocapitano Aradori già in doppia cifra.

Tonut infatti mette subito una tripla, dopo un errore su schiacciata di Martin che si procura anche un infortunio che evoca pessimi ricordi. Magnifico, subito dopo, il contropiede di Pajola con assist per Cournooh. Nel batti e ribatti inspiegabile il fallo tecnico che si procura Tonut, sintomatico probabilmente di una difficoltà di seguire il piano partita prefissato, benché anche così la Reyer non perda in realtà il contatto con Bologna. A 2’22” dall’intervallo il tabellone dice 33-27. La prima tripla di Punter viene salutata da un boato, la replica, l’azione successiva, ancora di più. Poco dopo, Bramos schiaffeggia la sua mano, è due su due ai liberi e l’esterno americano raggiunge Aradori in doppia cifra in poco più di un minuto, pilotando lo strappo che porta la Segafredo avanti 41-30 alla sosta lunga.

La zona 3-2 veneziana disturba parecchio l’attacco virtussino ad avvio ripresa; Moreira protesta per un paio di decisioni arbitrali che non condivide e si becca un tecnico che lo riporta in panchina dopo due minuti, ma la Virtus non perde la concentrazione necessaria a resistere alla veemenza con cui i lagunari si sono ripresentati in campo. Haynes ora colpisce a ripetizione, i bolognesi viceversa si spartiscono maggiormente la torta. Allo spettacolare alley-oop di Taylor per Kravic si alza ad applaudire anche Chalmers, che evidentemente sta entrando nei nuovi panni felsinei. Una direzione di gara di poca personalità, per usare un eufemismo, semina malumori in campo e sugli spalti, soprattutto per alcuni fischi compensativi. Alla fine, il parziale del quarto premia leggermente Venezia, ma la Segafredo rimane in vantaggio 63-54. Nove punti: un’inezia od un solco, ce lo dirà l’ultima frazione di gioco.

Sbaglia Tonut, sbaglia Punter, sbagliano soprattutto Vidmar, Kravic e Cournooh facili appoggi ad inizio di un ultimo quarto molto concitato, dove l’esperienza e la maggiore fisicità orogranata per un po’ paiono avere il sopravvento. Diventa una guerra di nervi, come è inevitabile, e la Virtus per ora non dà segni di smarrimento come accaduto varie volte in passato in simili frangenti. Bravo M’Baye ad assumersi responsabilità, sebbene fallisca inopinatamente due liberi in un momento importante; di là invece è Watt a prendere in pugno la situazione e riportare i suoi a -5, quando mancano 3’49” e Sacripanti chiede un minuto per riflettere coi suoi ragazzi. Non c’è niente da fare, il destino di queste gare è di finire punto a punto. Brutta persa bianconera che per loro fortuna non costa alcunché, ma De Nicolao segna, l’azione dopo, la tripla del -2. Moreira risponde, +4, Watt fa lo stesso per il nuovo – 2. Aradori, invece, fa palo dall’angolo, poi Haynes fallisce la tripla del sorpasso. Un rocambolesco rimbalzo in attacco di Moreira dà la possibilità a Punter di allungare da tre, ma non va. Vanno invece i liberi del pareggio di Tonut. Moreira ha i liberi a 55”: 1 su 2. Watt tira da sotto, sbaglia ma su rimbalzo apre per Bramos che segna da tre: 73-75. Moreira di nuovo in lunetta, a 15”: è 0 su 2; Venezia ora gira la palla per finire, finché Punter non manda in lunetta Watt, che non fallisce per il +4. Mancano 4”, la rimessa virtussina, dopo il time out, produce una tripla di Aradori sulla sirena che sigilla il punteggio sul 76-77. 

Il PalaDozza resta di sasso, lo sparuto drappello di tifosi veneziani festeggia una vittoria forse insperata fino a cinque minuti dalla conclusione. Un film già visto, su questo parquet, proprio con Venezia la scorsa stagione. La Reyer giocando al minimo sindacale porta a casa due punti preziosi, alla Segafredo rimane da leccarsi ferite oggi probabilmente più dolorose di altre volte, perché ha gettato alle ortiche una gara che aveva avuto in pugno per oltre trenta minuti. Chissà che aprendosi il capitolo Chalmers non trovi la medicina giusta per questi black out sul traguardo, senza i quali si potrebbe parlare di tutt’altro campionato per la formazione di Sacripanti.

Guardando le cifre, si potrebbe anche dire che la partita è stata persa ancora una volta per l’insufficiente percentuale a tiri liberi. In verità, il difetto emerso è stato, come altre volte, l’incapacità di reggere nel momento cruciale: un braccino corto sul quale sarà d’uopo interrogarsi per il proseguo della stagione. 

 

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