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A Pistoia la Virtus Segafredo risponde alle critiche con i fatti e vince pressoché dominando: 71 – 81

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foto Virtus pallacanestro


ORIORA PISTOIA – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA   71 – 81   (12-28; 28-50; 44-71)

Oriora: Bolpin 3,  Della Rosa 3, K. Johnson 9, Peak 11, Kroubally 19 , Auda 11, Di Pizzo n.e., Martini 1, Querci n.e. , Severini n.e., D. Johnson 9, Gladness 5. All. Ramagli

Virtus Segafredo: Punter 15, Pajola, Taylor 9, Baldi Rossi 2, Cappelletti n.e., Kravic 6, Aradori 16, Berti n.e., M’Baye 11, Cournooh 8, Qvale 14. All. Sacripanti

Arbitri: Biggi, Bartoli, Boninsegna

Tiri liberi: PT 15/26; BO 15/15

Rimbalzi: PT 35; BO 41

Falli: PT 18; BO 21

Tiri da 2: PT 19/48; BO 18/37

Tiri da 3: PT 6/17; BO 10/27

La partita di questa sera a Pistoia è alquanto delicata per la Virtus Segafredo, piuttosto scossa dalle polemiche sorte all’interno di alcune frange della tifoseria, non proprio soddisfatta dai risultati di questo avvio di stagione. Insomma, la formazione di Sacripanti sembrerebbe quasi obbligata a vincere per non rinfocolare certe contestazioni e ritrovare la posizione in classifica utile all’ingresso nelle Final8, primo obiettivo stagionale delle Vnere; peccato che di fronte si trovi una Oriora Pistoia non proprio disposta a fare da semplice sparring partner, reduce da una serie di vittorie che hanno rilanciato la squadra toscana dopo un avvio assai precario. In più, c’è il confronto con l’ex Ramagli a condire la partita di significati espliciti e subliminali.

Intanto, giusto per rispondere alle polemiche che lo hanno coinvolto, Qvale parte subito come meglio non potrebbe: suoi tutti i primi sei punti della Virtus, il sesto dopo rimbalzo in attacco che produce il primo vantaggio bianconero. La tripla di Aradori ferma la sua striscia, seguita da un bell’arresto e tiro dell’ala della nazionale. Intanto, Pistoia fatica un po’ di più a trovare certezze in attacco e solidità in difesa, cosicché a metà quarto il vantaggio bolognese e 6-11. A 2’42” dalla prima sosta Ramagli deve chiamare time out perché la tripla di Aradori scava una piccola voragine: 7-16. Gli americani di Pistoia tuttavia fanno soprattutto confusione, Aradori invece cannoneggia. Frattanto è sceso Qvale, Krubally inizia a prendere rimbalzi in attacco e su due liberi riporta i suoi sotto la doppia cifra di distacco, 10-19. La schiacciatona di Cournooh su buon lancio in contropiede di Kravic fotografa il momento, benedetto sulla sirena dalla tripla di Punter. Alla sosta è un 12-28 alquanto eloquente, fondamentale per la Virtus sarà non ripetere i black out delle ultime occasioni.

Il secondo quarto riprende da dove si era arrivati: Krubally fallisce la schiacciata, Kravic segna con la plasticità di una guardia. D. Johnson tenta di prendersi la squadra sulle spalle con un paio di belle incursioni; poi però rientra Qvale e la difesa bolognese si richiude come una diga. Pistoia cerca di metterla sulla bagarre, Peak si esalta e fa un paio di numeri, compresa una stoppatona al centro virtussino da antologia, per cui è Sacripanti ora a dire fermiamoci a riflettere, peraltro ancora sul 22-39, a 4’15 dalla sirena dell’intervallo. È l’altro Johnson, Kerron, a trovare la tripla che prova a dare nuovo coraggio ai suoi, ma M’Baye non ci sta e lo emula immediatamente. Krubally usa grinta ed astuzia, Aradori il suo braccio fatato, col quale respinge le velleità dei toscani. Il 2+1 di Punter porta la Virtus a + 20 nell’ultimo minuto del quarto, i liberi di Aradori dicono +22 e così al riposo si va sul 28-50. Straripante, a tratti, la Segafredo, incapace di reagire l’Oriora. La settimana è stata difficile in casa bianconera, la risposta sul campo è per ora la migliore, sempre che non subentri la narcolessia di cui la Virtus ha patito le scorse partite. Pistoia va negli spogliatoi sapendo che dovrà ripresentarsi con tutt’altra intensità, invece, se non vuole limitarsi a rimanere vittima sacrificale sull’altare della riscossa bolognese. E se qualcuno aveva avuto da ridire anche sulla forma di Aradori, beh, lui intanto ne ha messi 16.

Si riparte col gancio del decimo punto di Qvale, seguito da un antisportivo di K. Johnson su Taylor che allunga in lunetta, però adesso la difesa pistoiese prova a mordere un po’ di più; Peak fa un magnifico coast-to-coast, Qvale continua a ucccellare l’avversario di turno, insomma, la partita resta gradevole nonostante il distacco importante: a metà quarto con la tripla di M’Baye è 38-63, mentre i canti dei tifosi bolognesi dominano l’impianto. L’alley-oop di Punter per Kravic conferma il +25, ma cominciano ad esser un po’ tante le infrazioni di passi del lungo serbo-canadese. Gli ultimi due minuti del quarto non sono della qualità dei precedenti, forse comincia un briciolo di assuefazione alla situazione, poi Punter raggiunge la doppia cifra personale con un altro elegante arresto e tiro sulla sirena: 44-71. Stavolta la Virtus dovrebbe proprio suicidarsi per non portarla a casa.

Infatti, l’ultimo quarto vale un’amichevole, giusto per assestare le statistiche. Il calo di tensione consente un riavvicinamento dei pistoiesi, qualche gesto spettacolare e diversi errori pacchiani. Per un po’ i bolognesi danno l’impressione di essere entrati troppo presto negli spogliatoi, illudendo gli avversari di poter tornare in partita; il solco scavato tuttavia è troppo profondo, il distacco non scende sotto la doppia cifra, così finisce 71-81. Pistoia non ha mai dato l’impressione di potercela veramente fare contro questa Virtus per tre quarti di gara finalmente determinata, dopo alcuni turni un po’ flosci. Tradita soprattutto dagli USA, la squadra di Ramagli ha tenuto botta per cinque minuti: poi, Qvale, Aradori, Punter, M’Baye e via via tutti gli altri bianconeri hanno banchettato quasi come volevano. Una risposta migliore ai dubbi emersi nelle scorse settimane non poteva esserci, vedremo su cosa si concentreranno ora le voci sotto i portici felsinei.

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