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Un bel derby, ma non per la Virtus

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foto Lega Basket LBA UnipolSai


Il derby di Basket City n. 112 non passerà alla storia se non per il fatto di essere stato il primo relativamente “normale” dopo la pandemia, celebrato giustamente nel tempio della pallacanestro, ovvero il PalaDozza. Per il resto, bella partita, certo, almeno sul piano delle emozioni, come è bene che accada nei derby, rispettosa della retorica sulla gara senza pronostici per la peculiarità dei toni agonistici e del clima che si generano in queste occasioni, ma con una Virtus Segafredo che non è quasi mai davvero entrata in partita.   La Fortitudo Kigili ha seriamente mancato di un soffio il sucesso, visto che ha avuto a disposizione, come già nel derby prenatalizio, il tiro del pareggio se non della vittoria (è nella storia dei derby il celeberrimo tiro da 4!). Lo ha fallito, come poco prima Weems aveva fallito i liberi che forse avrebbero chiuso l’incontro con qualche decina di secondi d’anticipo, ma la Virtus Segafredo questa sera non ha affatto convinto. Una certa logica la dava per favorita assoluta; la sola vera nemica poteva portarla in seno, e così è stato. Per tutto l’incontro non ha mai dato prova delle proprie potenzialità tecnico/agonistiche, si è limitata a svolgere il compitino per assicurarsi i due punti, rischiando fin troppo nel finale. D’accordo, il periodo è complesso per una infinità di motivi, non si può premere sempre sul pedale dell’acceleratore, ma ieri sera ha esagerato nel tirare il freno. È vero che sul parquet ci sono anche gli avversari, ieri sera decisamente ispirati, soprattutto alcuni di loro. Procida, Benzing, Charalampopoulos, Durham, Groselle e in parte anche Frazier hanno dato tanto, se non tutto, riuscendo a recuperare ad ogni piccolo strappo nel punteggio. La Virtus però se vuole confermare le proprie ambizioni non può cadere negli errori che le hanno fatto sprecare l’ultimo vantaggio in doppia cifra guadagnato a fine terzo quarto. Se sei davvero forte a quel punto non concedi agli avversari di rientrare fino al -1 nell’ultimo minuto. Viceversa, una certa sufficienza sia in difesa che in attacco ha consentito alla Fortitudo di rifarsi sotto, concedendole l’occasione della beffa conclusiva. Non sono tanti i virtussini che si sono pienamente salvati nei giudizi: certamente Hackett, assoluto MVP, poi più che altro alti e bassi un po’ per tutti, da Weems a Teodosic, da Hervey a Jaiteh. Segnali confortanti da Mannion e Alibegovic; Cordinier solito guerriero, Sampson inconcludente nel primo tempo, decisivo nel secondo, quando finalmente è stato servito in attacco in situazioni dinamiche, sfruttando le sue caratteristiche. Per i tifosi in tribuna, per il pubblico televisivo è stato senza dubbio un derby avvincente, combattuto fino all’ultima sirena come pretende il mito. Alla fine contavano i due punti, per la Segafredo, e quelli ha ottenuto. Tuttavia mercoledì contro Lubiana in Eurocup bisognerà che la squadra di Scariolo si presenti con tutt’altra maschera, visto che gli slavi sono in un periodo di forma che parrebbe strepitoso. Da qui in avanti si scherzerà proprio poco, di passi falsi bisognerà evitarne il più possibile, anche se si dovesse attraversare l’ennesima emergenza. Le Vu Nere lo sanno meglio di chiunque altro, a loro il compito di dare concretezza ai sogni della stagione.

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