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Alé Bulåggna – Al Giazarôl

La rubrica “Alé Bulåggna” esplora il dialetto bolognese e lo collega al calcio. Oggi parliamo di un tipo di persona particolare

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Questa volta la rubrica Alé Bulåggna non si sofferma su una locuzione o su un modo di dire, bensì ci concentriamo su un aggettivo che deriva da un sostantivo, ed in particolare un lavoro che al giorno d’oggi praticamente non esiste più.

Ma attenzione, perché in realtà il vocabolo è vivo e vegeto e ci sono parecchie persone che lo utilizzano ancora nel suo significato metaforico, e così abbiamo pensato di segnalarvelo in modo da allargarne la platea di utilizzatori.

Giazarôl / Giazarȗ

Il giazarôl, e di conseguenza i giazarû quando si parla al plurale, era colui il quale vendeva il ghiaccio, quando non esistevano ancora i comodi elettrodomestici del giorno d’oggi. Col passare del tempo nella vulgata comune il termine giazarôl è uscito dall’ambito del ghiaccio fisico, passando a quello simbolico, infatti giazarôl è divenuto chi è solito fare battute scadenti, assimilando il ghiaccio venduto dai giazarû a quello provocato da una freddura o un commento infelice.

Col passare del tempo, il raggio d’azione di questo aggettivo si è ulteriormente allargato, arrivando a definire anche chi racconti storie palesemente non vere a cui in pochi creduloni abboccano, restando però sempre ad indicare anche chi fa battute e commenti infelici e simili o ancor più simili a freddure

E quale posto migliore che non lo stadio per trovare quindi dei moderni giazarû? Tra tanti campioni mancati, allenatori geniali e soprattutto buontemponi sempre pronti a fare battute, a volte riuscite e a volte no, su giocatori, allenatori, tifosi, eccetera, spopola il moderno giazarôl.

Un esempio? In quanti allo stadio hanno sentito qualcuno chiamare “Monica” l’ex attaccante rossoblù Claudio Bellucci? In quel caso eravate a cospetto di un classico giazarôl. O ancora, in quanti chiamavano Vangelis Moras “Lele” Moras, con chiaro riferimento all’ex agente dello spettacolo italiano? Ma chiaramente i giazarû non si fermano a questo, in quanti sono convinti ad esempio di riuscire sempre a fare meglio e raccontano di quella volta in cui loro fecero qualcosa di meraviglioso? Ebbene, se già non lo facevate, da oggi sapete di poter apostrofare questi vostri amici (o addirittura voi stessi) quali giazarȗ.

Tutte le uscite della rubrica dialettale Alé Bulåggna le trovate a questo link, che rimanda alla pagina del “tag” di riferimento.

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