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Bologna

Alé Bulåggna: “La béssa la s’arvòlta al zarlatàn”

La rubrica “Alé Bulåggna” esplora il dialetto bolognese e lo collega al calcio. “La béssa la s’arvòlta al zarlatàn” è un modo più signorile di utilizzare un altro adagio maggiormente scurrile

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La stagione 2017/2018 è conclusa, ma non sono ancora finiti gli appuntamenti con la rubrica che tenta di mantenere in vita il nostro dialetto bolognese: Alé Bulåggna. Ancora una volta utilizziamo il libro “La fantasia popolare nei modi di dire della parlata bolognese”, di Gaetano Marchetti, come fonte di ispirazione per calare un modo dialettale all’interno dello stadio. Potete trovare tutte le uscite precedenti a questo link.

“La béssa la s’arvòlta al zarlatàn”

Oggi prendiamo in esame una frase che ci permetterà di parlare in realtà anche di una figura interessante. Ma andiamo per gradi e partiamo dal modo di dire odierno che è: “la béssa la s’arvòlta al zarlatàn”. La traduzione letterale è “la biscia si rivolta al ciarlatano”, che è un costrutto meno volgare di quello classico imperiato sul badile…

La béssa la s’arvòlta al zarlatàn”, è una frase da usare quando un colpevole di qualcosa, cerchi di ribaltare la frittata scaricando le proprie responsabilità su chi gli ha fatto notare l’errore oppure chieda ad altri di non avere atteggiamenti che invece lui è solito utilizzare, in questo caso appunto la béssa la s’arvòlta al zarlatàn”.

E’ interessante notare come probabilmente questo modo di dire prenda spunto da un’altra definizione dialettale, ovvero quella del ciarlatano, che può essere sia tradotto semplicemente come “zarlatàn“, ma anche come “incantabéss“, in italiano incanta bisce; non sappiamo esattamente il perchè la parlata popolare sia poi finita ad invertire il senso della situazione, infatti non è chiaro perchè una biscia che si rivolti ad un ciarlatano, sia poi in realtà un qualcuno che cerchi di ribaltare la verità, cosa che spesso è ad appannaggio del ciarlatano stesso, ma tant’è.

In termini da stadio è una “béssa la s’arvòlta al zarlatàn” quel giocatore che si lamenta di aver subito un fallo leggero, dopo averne fatti di gravi senza che l’arbitro fischiasse, oppure quel colui il quale dopo essersi lamentato che un avversario perda tempo, appena il risultato muti si trovi a fare la medesima cosa se non di peggio. Evitiamo di inserire in termini da stadio il termine “incantabéss“, perchè ci sarebbe una fila di situazioni e personaggi che potrebbero concorrere a tal epiteto.

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