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Amarcord – 11 maggio 1997, Bologna-Cagliari 3-0

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Appuntamento a sabato, ore 18.30: il match è quello tra il Bologna di Motta e il Cagliari di Ranieri. I felsinei vogliono la prima vittoria, dopo aver ben figurato a Torino contro la Juve, e rivoluzionato il parco giocatori in maniera importante negli ultimissimi giorni di mercato; i sardi, invece, cercano di ritrovare una quadra attorno al proprio tecnico, appaiati ad un solo punto assieme ai rossoblù dopo la sconfitta interna contro l’Inter.

Per la nostra puntata di Amarcord, nel rievocare uno storico Bologna-Cagliari, abbiamo scelto di omaggiare nuovamente la figura di Carletto Mazzone – qui nelle vesti di avversario – ripescando il confronto al Dall’Ara datato 1997, dove a scontrarsi erano un BFC in cerca dell’Europa e un Cagliari invischiato in un’asprissima lotta per non retrocedere.

Il 1997 delle due squadre

La stagione ‘96-‘97 vede le (due) formazioni rossoblù attraversare un cammino molto diverso. Il Bologna, prima del match contro il Cagliari, è addirittura quinto, lontano solo un punto dalla Samp e in piena corsa per un posto in Coppa UEFA. La squadra, trascinata dalle giocate di Scapolo e Fontolan e dai goal di Kolyvanov e Andersson, nell’ultimo mese appare un po’ appannata, ma il buon rendimento medio le permette di rimanere tra le prime della classe e di lottare punto su punto coi liguri, oltre che con Lazio e Udinese.

Il Cagliari, invece, non naviga in buonissime acque. La squadra di Sor Carletto è trascinata negli inferi della bagarre retrocessione, in cui a farle compagnia figurano Piacenza, Perugia, Verona e Reggiana. Tuttavia, proprio il successo per 3-0 tra le mura dei Granata (fanalino di coda) nell’ultimo turno rilancia le ambizioni dei sardi, che agganciano il quindicesimo posto – l’ultimo utile per rimanere in A – con l’obiettivo di difenderlo dagli assalti avversari.

Le formazioni

Ulivieri schiera i suoi con un fluido 4-3-3, capace di passare all’occorrenza al 4-2-3-1, in cui figurano Antonioli tra i pali, Cardone-Tarozzi-Mangone-Paramatti in difesa, Brambilla e Marocchi in mediana con Scapolo a legare col reparto offensivo, quindi la coppia Nervo-Fontolan ad agire attorno ad Andersson.

Mazzone risponde con un 4-3-1-2, la cui linea difensiva è rappresentata dal quartetto Pancaro-Villa-Minotti-Bettarini posti a protezione di Sterchele, a cui fanno scudo Bressa, Berretta e Tinkler. La coppia d’attacco è Tovalieri-Silva, alle cui spalle agisce O’Neill.

La partita

L’inizio è interamente a marca rossoblù, ma marcatamente in salsa locale: nei primi 10’ di gioco il BFC sfiora il goal in quattro occasioni, con uno scatenato Fontolan e un Andersson che sembra poter fare continuamente a fette la difesa avversaria. Un tiro di Bressan si spegne sull’out di destra e sembra ridare un po’ di fiato al Cagliari, ma pochi minuti dopo sono i padroni di casa a passare in vantaggio con il loro numero 8: cross di Cardone, controllo della punta svedese e intervento di Villa a portare via il pallone, per un’azione che appare innocua. In uscita, però, il difensore sardo viene agganciato proprio da Andersson: l’arbitro non interviene, la palla rimane lì ed è Scapolo a fulminare Sterchele con un sinistro all’angolino.

L’arbitro Tombolini viene circondato dai giocatori in maglia bianca: spiegano che anche il Bologna sembrava essersi fermato, convinto dell’intervento da sanzionare. Ma il direttore di gara non vuole saperne: il goal è valido e il risultato dice 1-0. Fine primo tempo, tra le polemiche: saranno solo le prime di una lunga giornata.

Inizio ripresa, il copione non cambia: è la squadra di Ulivieri a fare la partita e a sfiorare il goal nuovamente con la coppia Andersson-Fontolan. Poi, un nuovo episodio pronto a far incendiare i post match televisivi: su traversone basso di Silva interviene con un leggero tocco Tovalieri, mettendo fuori causa Antonioli; la palla trova la scivolata di Paramatti e carambola più volte tra vari giocatori, fino a raggiungere ancora Paramatti che, questa volta da sdraiato e con la mano, la allunga al di là della linea di porta. Tombolini non ha visto, il guardalinee nemmeno: nessun provvedimento per il terzino rossoblù, si resta come prima.

Al 14’, poi, il goal del raddoppio: lo sigla Fontolan, reattivo a girare verso la porta dopo una smorzata da calcio d’angolo; anche qui, proteste per la posizione del laterale offensivo, ma si scoprirà che un difensore del Cagliari lo tiene in gioco al momento del tiro.

Intorno al 22’ la partita offre l’unico vero spiraglio per riaprirsi; il neoentrato Lonstrup viene steso da Mangone dopo aver trovato un’autostrada in area di rigore: il secondo giallo frutta l’espulsione del centrale e il calcio di rigore per i sardi. Ma Tovalieri si fa ipnotizzare da Antonioli: il Dall’Ara esplode e si resta sul 2-0.

Nonostante l’uomo in meno, sul finale di gara arriva anche il terzo goal targato BFC, il più bello: lancio di Magoni per Andersson, controllo perfetto a girarsi e dribbling su Minotti, quindi conclusione chirurgica all’incrocio da parte dello svedese, sempre più protagonista nelle rotazioni di Ulivieri.

Le parole di Cellino e quelle di Mazzone

Con la vittoria, il Bologna si porta – momentaneamente – addirittura al quarto posto, facendo sognare la piazza grazie a goal e gioco finalmente ritrovato. Al contrario, il Cagliari vede i peggiori fantasmi, assieme al risultato del Piacenza che con il 3-1 sull’Atalanta gli passa davanti. Prevedibilmente, gli animi sono nervosissimi.

Il presidente Cellino utilizza parole forti: “Tombolini giocava col Bologna, anche se aveva un’altra maglia. Secondo me alla fine è andato sotto la curva a festeggiare… Che vergogna”.

Mazzone, invece, sente qualcuno rivolgersi a lui utilizzando il termine “furto”, ma con signorilità sgombera subito il campo da illazioni di alcun tipo, pur non nascondendo la sua amarezza riguardo gli episodi.

Nel suo stile, sempre ironico anche se visibilmente contrariato, il tecnico allora sessantenne si esprime così, ricordando i meriti di un ottimo avversario al netto dei discorsi legati all’arbitraggio: “Lasciamo da parte certi termini, non è il caso. Io voglio solo chiedere a Casarin se nelle ultime partite di campionato non sarebbe il caso di designare arbitri di grande spessore nelle gare che decidono la salvezza, e non solo lo scudetto. Non ce l’ho con Tombolini, è un ottimo arbitro che però oggi ha sbagliato su due episodi evidenti a nostro danno. Paramatti mi ha confessato di aver tolto dalla porta un gol con la mano: gol buono e mano vera. Sapete, è dura da digerire. Dopodiché, il Bologna ha vinto strameritando, perché se dopo un quarto d’ ora fossimo stati sotto di tre gol non ci sarebbe stato nulla da dire. Ma magari avessi perso su quei gol. E allora dico, ci vorrebbe tanto, per garantire la regolarità del campionato, scegliere arbitri di provata esperienza? Le piccole squadre non possono fare da scuola guida per chi deve acquisire il mestiere, non è giusto. Altrimenti mi adeguerò, e d’ ora in poi allenerò i miei a giocare a pallamano…“.

 

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