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Angelo Schiavio: 30 anni fa ci lasciava il calciatore più vincente della storia del Bologna

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SINE QUA NON, siamo qua noi – Angelo Schiavio: 30 anni fa ci lasciava il calciatore più vincente della storia del Bologna

Sono circa le 19,20 di domenica 10 giugno del 1934 e Angelo Schiavio sta per segnare il gol più importante della sua carriera. Allo stadio del PNF di Roma Italia e Cecoslovacchia stanno disputando il primo tempo supplementare della Finale dei Mondiali di Calcio.

Il tempo regolamentare è terminato con il risultato di 1 – 1. Al 5′, in seguito ad una azione corale in cui toccano la palla Monzeglio (Bologna), Meazza (Ambrosiana Inter), Guaita (Roma), Schiavio (Bologna), quest’ultimo entra in area, supera il difensore Čtyřoký e con tiro potente mette in rete alle spalle del portiere Plánička, che tocca la palla, ma non tanto da deviarla lontano dalla porta. Quello sarà il risultato finale: 2 – 1 per l’Italia. Quella sarà la nostra prima vittoria ai Mondiali di Calcio.

Il nome del bolognese Angelo Schiavio entrò nella leggenda del calcio mondiale. Quella fu anche l’ultima partita disputata con la Nazionale.

Prima di quella finale Schiavo era già un calciatore vincente, aveva vinto lo scudetto nel 1925 e nel 1929 (primo e secondo scudetto della storia del Bologna) e poi lo avrebbe rivinto nel 1936 e nel 1937, diventando in assoluto il calciatore più vincente della storia del calcio bolognese.

Esattamente il 17 settembre di 30 anni fa, nel 1990, all’età di 85 anni si spegneva questa grande stella, capace di realizzare con la maglia rossoblù ben 242 gol!

Il suo ultimo trionfo fu, invece, il Torneo Internazionale dell’EXPO di Parigi nel 1937: Quando il Bologna batté il Chelsea in finale per 4 a 1.

Non era il Chelsea di Sarri o di Mourinho quello che affrontò il Bologna il 6 giugno del 1937, ma gli inglesi erano convinti di essere i più bravi al calcio perché avevano inventato loro il football. Invece, tornarono a casa con la consapevolezza che il calcio giocato sul continente europeo aveva raggiunto livelli inaspettati.

I rossoblù, guidati dall’allenatore ungherese Árpád Weisz, si erano laureati un mese prima campioni d’Italia per la quarta volta. La stella non era più quell’astro immenso di Angelo Schiavio, ma il varesino Carlo Reguzzoni, anche lui vincitore di quattro scudetti con il Bologna.

Amedeo Gargiulo

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