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Auguri Rossoblú: Bruno Pesaola – 28 lug

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Esistono rapporti, nel calcio, tra città e “tipi” di giocatori che potrebbero essere definiti morbosi, tanto è l’amore incondizionato che li lega. E non penso ci sia amore più forte di quello tra Napoli e gli argentini, con la figura di Diego Maradona che subito ci balza in mente. Ma prima di Re Diego, prima del Pibe de Oro, ci fu un altro argentino, nato a Buenos Aires ma italiano di adozione, che fece prima gioire e poi piangere la città partenopea: *Bruno Pesaola*, il Petisso. Bruno fu artefice di due straordinarie carriere: la prima, da giocatore, durante la quale iniziò a legarsi con la capitale campana grazie alla devozione per la maglia azzurra; la seconda, da allenatore, con idee tattiche e moduli di gioco completamente nuove che lo fecero diventare subito uno dei Mister più vincenti di quel periodo, tanto da poter essere considerato un’alternativa ai pensieri degli inarrivabili Nereo Rocco e Helenio Herrera. Da CT riuscì a portare, soprattutto a Napoli, un grosso numero di trofei, quasi tutti ottenuti in campo europeo, con la conquista della Coppa Italia che rappresentò la ciliegina sulla torta di un amore reciproco vissuto per anni con la città partenopea; è però con la Fiorentina che riuscì ad ottenere il risultato più importante della sua vita, quello scudetto che rimarrà per sempre nella storia della società gigliata. E con il Bologna? Beh, quella del Petisso con i felsinei fu una splendida avventura, divisa in due parti ben distinte, coronata dall’ultima Coppa Italia vinta dai rossoblù nel 1975, e che vide un paio di giocatori, di leggende oserei dire, fare il loro debutto col Bologna: primo tra tutti il futuro nazionale Eraldo Pecci, successivamente un giocatore che di pagine petroniane ne ha scritte parecchie: Franco Colomba. Bruno, dopo una vita lungamente impregnata di calcio e della quale, siamo sicuri, sia rimasto soddisfatto, si è spento il 29 maggio 2015; oggi Pesaola, classe 1925, avrebbe compiuto ben 91 anni e il suo addio è stato accolto con copiose lacrime da chiunque amasse il Dio Pallone. Ciao Petisso!

Foto (Gazzetta.it)

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