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Auguri Rossoblù: Simone Verdi – 12 lug

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Da germoglio a pianta. Da pianta ad albero.

In continua trasformazione. Stravolgendo le regole, passo dopo passo. La carriera di Simone Verdi non è stata fantascientifica (a parte qualche picco nella passata stagione), né Lui è mai stato il classico giocatore da copertina. No, tutt’altro.

Simone Verdi appartiene a quella categoria di calciatori che,  dopo aver fatto la differenza nei campionati Primavera, si trova di fronte ad una scelta: diventare un vero giocatore o rimanere per sempre un’eterna promessa, la cui storia verrà narrata da vecchi esperti del calcio giovanile nei dintorni, in questo caso, di Milanello. Ebbene, nonostante le qualità fossero sotto gli occhi di tutti, sembrava davvero che Simone non sarebbe mai riuscito a sbocciare, nonostante le tante e belle parole che venivano per Lui spese.

Un peccato, davvero.

Il trasferimento al Torino, a 18 anni, rappresenta il primo vero salto di Verdi, che sperava di trovare in granata l’ambiente ideale dove crescere. Una ventina di presenze in due anni, una manciata di gol e nulla di più. Bisogna cambiare al più presto per non perdere nell’infinito oceano delle promesse non rispettate un giovane calciatore.

E se fosse la provincia la giusta soluzione? Allontanarsi dai media importanti e concentrarsi solo sul campo? Potrebbe essere un’idea, Castellamare di Stabia potrebbe essere la risoluzione ai problemi del giovane attaccante/trequartista/fantasista.

Niente, neanche in Campania si rivede Simone Verdi, che pare oramai destinato ad una carriera di seconda fascia.

Le sorprese, come ci suggerisce il nome, accadono quando meno ce lo aspettiamo. Simone, nel 2013, diventa un giocatore dell’Empoli grazie ad un’intuizione del Maestro Maurizio Sarri che vide in Verdi l’uomo giusto sul quale fare affidamento per servire le punte. 70 presenze e finalmente la possibilità di mettersi in mostra, soprattutto durante la prima stagione. Poi, che succede? Succede che arriva in Toscana un certo Riccardo Saponara, trequartista per eccellenza, che in breve toglie il posto a Simone, lasciandogli briciole di minutaggio.

Bisogna cambiare tutto, di nuovo.

Verdi si ritrova dapprima in Spagna, all’Eibar, e poi al Carpi, dove lascia intravedere qualcosa.

Estate 2016. Riccardo Bigon è alla ricerca di un uomo di fantasia, estroso, amante del dribbling e dai piedi educati. Simone è l’uomo giusto, è la scommessa da poter rischiare, è l’ambidestro più tecnico d’Italia.

Numero 9. Aspettative, gol e assist; giocate di fino e lanci millimetrici; dribbling e tagli. Poi CRACK. Qualcosa si rompe, qualcuno si rompe. Quel qualcuno è Simone, che si vede passare davanti la sua vita calcistica e capisce che a volte, quando la sfortuna e il fato si mettono di traverso, difficilmente riuscirai a riscattarti.

Bologna gli è vicina. Bologna coccola i suoi giocatori migliori, e così accade.

Bologna, La Dotta, la città che rimetteva in piedi vecchi calciatori, ha deciso di fare un’eccezione, uno strappo alla regola.

Tanti auguri a Simone Verdi, giovane vecchio, rigenerato all’ombra delle Due Torri.

 

25 anni oggi, e la speranza di vedere tanti altri gol del genere …

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