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“COL NUMERO 15 EL RUSO DIEGO PEREZ!”

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Così, ogni domenica, ci viene presentato attraverso gli altoparlanti dello stadio Dall’Ara Diego Fernando Perez, detto “el ruso”. Per avere una presentazione degna di tale nome, lo speaker dovrebbe aggiungere “mastino, guerriero, leader”, e nemmeno così si avrebbe un’idea pienamente veritiera e soddisfacente di cosa rappresenti El Ruso per Bologna e il Bologna.

 Dopo averlo ammirato nel mondiale del 2010, venne portato sotto le Due Torri nelle ultime ore del mercato estivo coi fantamilioni del sardo Porcedda, accompagnato da grande entusiasmo e voglia di vedere un semifinalista mondiale vestito di rossoblù. Pilastro inamovibile della nazionale Celeste, nella quale vanta ben 82 presenze, Diego ha saputo conquistarsi senza troppi sforzi anche un posto tra gli undici titolari del Bologna, contribuendo in modo decisivo a raggiungere due salvezze consecutive.

 Nonostante non porti la fascia da capitano al braccio, assegnata a Diamanti, El Ruso è colonna portante della compagine allenata da Stefano Pioli, così determinante che la sua presenza (o assenza) in campo sposta notevolmente l’inerzia della partita a favore (o sfavore) del Bologna: la media punti con Perez in campo è di circa 1,5 a partita, senza El Ruso cola a picco arrivando a 0,6. I numeri parlano chiaro e non sono soggetti ad interpretazione, la differenza di media punti è abissale: “Diego Perez” fa rima con “salvezza”.

I dirigenti del Monaco, squadra nella quale ha militato il centrocampista uruguaiano dal 2004 al 2010, non credevano nella veridicità dei numeri  o forse avevano le calcolatrici rotte quando l’hanno venduto, perché se avessero prestato più attenzione avrebbero potuto evitare la retrocessione dell’anno successivo.

 Come i dirigenti francesi anche i nostri non danno molto peso all’eventuale (molto probabile) partenza del mediano, al quale a giugno di quest’anno scadrà il contratto e che sarà libero di cercare forse l’ultimo contratto della carriera altrove (Monaco su tutti). I tempi per discutere del rinnovo sono maturi, forse troppo, ma dalla società non sembrano partire iniziative di avvicinamento al procuratore del giocatore. Il fatto grave non è tanto la partenza in sé, ma la mancanza di programmazione e di una figura competente sul mercato che consentirebbero a Mister Pioli di poter contare su un sostituto all’altezza per la prossima stagione. Sperando in un’inversione di rotta da parte della società di Casteldebole che non avverrà, si possono prevedere quelle che saranno le linee guida della prossima sessione di mercato: trentenni di dubbio valore con contratti faraonici (vedi Pazienza), giocatori fermi da tempo a causa di infortuni piuttosto gravi (vedi Guarente) o ragazzi promettenti che, appunto, promettono (vedi Krhin), contribuendo poco o nulla alla causa rossoblù.

 In questo momento per questo Bologna Perez è insostituibile e per questa società sarà impossibile sostituirlo adeguatamente.

Tranne il gol, El Ruso ha dato tutto quello che poteva dare per la nostra maglia, e per questo verrà ringraziato e rimpianto.

Se queste son le premesse, purtroppo, non ci resta che sperare nella fortuna, un po’ come hanno fatto a Monaco.

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