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FCSB-Bologna: il metodo Italiano nei numeri

Bucarest il Bologna ritrova sé stesso: ecco il racconto della serata Europea tramite numeri.

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Thijs Dallinga e Riccardo Orsolini durante Fiorentina-Bologna 3-2
Thijs Dallinga e Riccardo Orsolini durante Fiorentina-Bologna 3-2 (© Bologna FC)

C’è qualcosa di simbolico nel modo in cui il Bologna ha conquistato la sua prima vittoria in Europa League contro la FCSB: con due colpi secchi, chirurgici, nei primi dodici minuti, e poi tanta maturità nel gestire la tempesta. È finita 1-2 a Bucarest, in un’atmosfera caldissima, con oltre tremila tifosi rossoblù arrivati fino a lì per spingere i ragazzi di Italiano – collegato a distanza – verso la loro prima gioia europea.

FCSB-Bologna e l’assalto iniziale: precisione da manuale

Il Bologna ha iniziato come un pugile che non vuole perdere tempo a studiare l’avversario. Pressing alto, recupero immediato del pallone. Al 9’ e al 12’ Odgaard e Dallinga trasformano due azioni scolpite nella pietra tattica di Italiano: recupero palla, verticalità, presenza in area. Due squilli che hanno stordito la FCSB e mostrato tutta la nuova dimensione europea dei rossoblù.

Le statistiche confermano la qualità di quell’avvio: 54% di possesso palla, 407 passaggi totali (di cui il 69% nella metà campo offensiva) e ben 21 tiri complessivi contro i soli 9 dei rumeni. Numeri che parlano di una squadra che non si è limitata a colpire, ma ha saputo tenere il controllo del ring, mantenendo ritmo e superiorità tecnica.

Pressione, spazio e ritmo

Dati alla mano, il Bologna ha costruito 5 grandi occasioni da rete, e solo un palo – quello di Orsolini all’82’ – ha negato un risultato più largo. Il dato degli 1.72 expected goals (xG) contro gli 0.66 dei padroni di casa non è solo statistica: è la misura di una superiorità costante, ad alta percentuale di conversione in gol.

L’organizzazione offensiva si è vista anche nella distribuzione del gioco: 62 passaggi in zona d’attacco contro i 43 della FCSB, 13 tiri dentro l’area di rigore e un’efficacia nei contrasti a centrocampo del 52%. La compattezza tra le linee, con Freuler e Moro sempre pronti a “sporcare” le traiettorie centrali, ha permesso ai rossoblù di trasformare ogni riconquista in potenziale pericolo.

Il momento di flessione e la risposta di squadra

Dopo l’intervallo, il Bologna ha sofferto la reazione dei padroni di casa. Il gol di Bîrligea al 54’, nato da un cross e da una lettura difensiva imperfetta, ha rimesso in discussione la partita. Ma è proprio qui che la squadra di Italiano ha saputo fare il salto di qualità: niente panico, niente arretramento.

I numeri difensivi dicono questo: 17 contrasti vinti su 28 duelli, 48 palloni recuperati, 19 chiusure difensive e un’ottima gestione del rischio, con Skorupski protagonista di 5 parate, di cui una classificata come grande parata. Anche nelle fasi più tese, il Bologna ha mantenuto la lucidità e la struttura per non concedere spazi facili, chiudendo con il giusto ordine.

Un Bologna europeo

Il dato forse più emblematico è quello delle palle perse: solo 5 contro le 11 della FCSB. Un segnale di maturità tecnica e mentale.

E poi c’è la crescita collettiva: 44% di passaggi completati in fase offensiva, 56% di duelli aerei vinti, e una squadra che, anche quando ha dovuto difendere, non ha rinunciato a giocare.

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