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Focus su Vincenzo Italiano, il tecnico scelto dal Bologna per il post Motta

Il profilo del tecnico nato Karlsruhe è il profilo scelto dal Bologna per il post Thiago Motta

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Vincenzo Italiano
Vincenzo Italiano (© ACF Fiorentina)

L’addio di Thiago Motta ha lasciato un vuoto e la dirigenza rossoblù ha dovuto scegliere forzatamente profili alternativi. Il Bologna ha setacciato il mercato allenatori e dopo un’attenta riflessione che ha riguardato tra gli altri anche Maurizio Sarri, ha scelto Vincenzo Italiano. L’ormai ex allenatore della Fiorentina ha salutato i Viola dopo tre anni di ottimi risultati. Ma chi è Vincenzo Italiano, perché il Bologna lo ha scelto e perché può fare al caso dei rossoblù dopo l’addio dell’italo brasiliano?

La carriera di Vincenzo Italiano

Anagraficamente e professionalmente più vicino a Thiago Motta rispetto ad un profilo come Maurizio Sarri, Vincenzo Italiano è nato da una famiglia italiana a Karlsruhe in Germania, il 10 dicembre 1977. Tuttavia, già bambino torna in Sicilia, a Ribera, dove cresce e comincia a giocare calcio.

La lunga carriera da calciatore

Da giovanissimo, esordisce tra i professionisti col Trapani prima di legare per tanti anni la sua carriera all’Hellas Verona, dove è rimasto quasi 11 anni (esclusi 6 mesi al Genoa). Nel gennaio 2007 salta la barricata e si trasferisce al Chievo Verona, diretto proprio da Giovanni Sartori. Tre stagioni tra B a A coi clivensi, prima di trasferirsi ancora in Veneto a Padova, dove fa altre tre stagioni in Serie B. Italiano poi chiude la carriera di calciatore in Serie C1 (allora denominata Lega Pro 1^ Divisione) con Perugia e Lumezzane tra il 2011 e il 2013.

Italiano in panchina

La sua carriera come allenatore comincia con una lunga gavetta. Fa ritorno in Veneto, e gli esordi in panchina sono da assistente di Dal Canto al Venezia, nel 2014. Inizia poi ad allenare per conto proprio nel settore giovanile della Luparese San Paolo. Poi diventa allenatore della Vigontina San Paolo nel 2016/17 in Serie D, dimettendosi ad inizio 2017 e tornando 2 mesi dopo retrocedendo. L’anno dopo è alla guida dell’Arzignano Valchiampo sempre in D arrivando alla finale playoff per il ripescaggio.

Quello di Arzignano è primo trampolino. Nel 2018 torna al Trapani dopo oltre 20 anni, e esordisce alla guida di una squadra professionistica. La stagione in Serie C col Trapani vale la promozione in Serie B tramite i playoff. Ma Italiano lascia la Sicilia e fa un altro salto in avanti andando allo Spezia. L’annata 19/20  di Italiano è subito un successo: arriva secondo coi liguri conquistando una storica promozione per i bianconeri.

Rimane allo Spezia nel 2020/21, conquistando una grande salvezza in Serie A, ma quando sembra certa la sua permanenza in Liguria, la Fiorentina paga immediatamente la clausola e lo porta in Toscana.

Il resto è storia recente, Italiano prende la Viola reduce da deludenti annate in lotta per salvezza e la porta prima al 7° posto e in semifinale di Coppa Italia. Lo scorso anno conclude 8°, arrivando in fondo sia alla Conference League e alla Coppa Italia. In questa stagione, nonostante un campionato in linea con le stagioni precedenti, ha rifatto la semifinale di Coppa Italia e ha perso nuovamente la finale di Conference League.

Come Italiano potrebbe far giocare il Bologna?

Nato tecnico da 4-3-3, Vincenzo Italiano ha fatto di questo modulo un grande dogma della sua carriera così come dell’atteggiamento delle sue squadre in campo. E, questa sua filosofia tattica, sarebbe proprio quella che cerca il Bologna. Il tecnico nato Karlsruhe infatti in campo ama dominare il gioco con il possesso, il baricentro alto e la riaggressione alta una volta perso il pallone. Una filosofia più spregiudicata ma molto simile a quella di Thiago Motta, anche perché Vincenzo alterna spesso il suo 4-3-3 al 4-2-3-1, schema tattico quest’ultimo utilizzato spesso a Firenze per via della difficoltà del centrocampo a legare il gioco con l’attacco.

Perché Italiano?

Non solo il gioco. Vincenzo Italiano è la scelta del Bologna anche per la sua esperienza in campo europeo. Ovviamente, la Champions League non è paragonabile la Conference. Tuttavia, ha avuto modo di conoscere ed imparare i ritmi delle stagioni nelle Coppe Europee (arrivando in fondo alla Conference League due volte su due). In queste due ultime stagioni europee con la Fiorentina, l’ex allenatore dello Spezia ha portato la Viola in fondo alla competizione nonostante le fatiche comunque con tutta rosa a disposizione. Elemento che deve far riflettere sulla sua abilità nel gestire il doppio o triplo impegno stagionale.

I dubbi

Se Italiano appare per caratteristiche generali, morali e tecniche, adeguatissimo al Bologna, c’è un dubbio. Rispetto a Motta, il tecnico di origine siciliana ha meno soluzioni “originali”. Il gioco di Motta fatto di interscambi e giocatori che si rendono duttili e polivalenti sembra molto lontano dalle idee del tecnico viola, sempre molto affezionato alla sua idea tattica della partita. E, infatti, i suoi cambi non sono mai tesi a scompaginare la sua idea, ma a rinfrescare la lucidità dei giocatori nelle posizioni già predisposte.

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