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Forever Rossoblù

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fonte immagine: Mario Carlini/Iguana Press

Il 9 giugno 2015 il Bologna torna in Serie A al termine di un’incredibile cavalcata play-off. Gianluca Sansone è il marcatore della rete del momentaneo vantaggio, ma un altro ex rossoblù, Cristian Pasquato, pareggia i conti nella ripresa. Grazie al pari interno contro il Pescara, dopo un solo anno di purgatorio i Felsinei si riaffacciano nella massima serie.

La promozione conquistata sul campo arriva al termine di un’annata tutt’altro che semplice. L’estate 2014 ha visto passare il Bologna dalle mani di Guaraldi a quelle del traghettatore Zanetti  oggi proprietario della Virtus Bologna – al fine di evitare un clamoroso fallimento societario. L’uomo mercato designato dalle alte sfere rossoblù è Filippo Fusco, che con qualche spicciolo porta sotto le Torri giocatori del calibro di Maietta, Ferdinando Coppola, Oikonomou, Zuculini, Matuzalém, Cacia e Laribi. Inoltre l’avvocato blocca la partenza del giovane Adam Masina, congelando una trattativa che sembrava ormai conclusa. Il Bologna “a costo zero” chiude la prima parte di stagione al quarto posto, ma con il cambio di proprietà e l’arrivo in città di Joey Saputo il progetto tecnico viene rivoluzionato. Fuori Zanetti, il Ds Fusco e Diego López, dentro Pantaleo Corvino e mister Delio Rossi. L’allenatore romagnolo e il suo staff riescono a centrare la promozione solo al termine di una rocambolesca e miracolosa postseason, certo aiutati dal nuovo budget messo a disposizione per rinforzare la squadra. Tra gli acquisti invernali del neo direttore sportivo ricordiamo Da Costa, Mbaye, l’esperto Gastaldello, Krstičić, Matteo Mancosu e Gianluca Sansone.

La mezzapunta originaria di Potenza firma con i Felsinei all’inizio di gennaio e dopo pochi giorni segna all’esordio su punizione il gol vittoria nel 2-1 casalingo contro il Perugia. La storia di Sansone ed il Bologna è una passione focosa che brucia in fretta. Nonostante sia tra gli ultimi arrivati, il mister lo tiene in grande considerazione e non esita a schierarlo a supporto della prima punta Daniele Cacia. In soli sei mesi è in grado di gonfiare la rete sette volte tra campionato e play-off, considerando che nel girone di ritorno l’intera squadra segna con il contagocce, ognuna di queste reti è risultata decisiva per la corsa promozione. Dall’enorme peso specifico sono i gol segnati rispettivamente in semifinale contro l’Avellino e nella finale di ritorno del 9 giugno sotto i riflettori di un Dall’Ara gremito. In entrambe le partite una traversa nel recupero (prima Castaldo poi Melchiorri) salva a un tempo il risultato e le prodezze della seconda punta lucana, vero asso nella manica di mister Delio Rossi. Il triplice fischio in quella notte di mezza estate dà via libera ad un fiume di felicità ed emozioni che l’apprensione di un risultato in bilico fino all’ultimo aveva messo in secondo piano. Il Bologna torna in Serie A e i gol del suo numero 11 rappresentano il viatico per la massima serie. Una passione impiega pochi istanti per accendersi, così come a consumarsi. La finale play-off contro il Pescara è l’ultima partita di Gianluca con la maglia del Bologna, ma ancora oggi le sue serpentine rimangono ben impresse nei ricordi dei tifosi rossoblù.

La storia di Sansone e il Bologna ha più di un precedente. Lo scorso gennaio viene acquistato in prestito con obbligo di riscatto a salvezza raggiunta l’ala offensiva Nicola Sansone. Esattamente 4 anni dopo Gianluca, un altro Sansone firma con i Petroniani. Un terzo omonimo vestì la maglia rossoblù negli anni ’30 e ‘40, aiutando la squadra a vincere 4 campionati italiani e due Coppe Mitropa – la più antica competizione europea per club . Raffaele Sansone, nativo di Montevideo in Uruguay, era una mezzala interprete del Metodo con cui La Celeste vinse più tardi il Mondiale del ’50. Il Bologna fu tra i primi ad adottare questo sistema di gioco e divenne presto la squadra da battere, o meglio, “lo squadrone che tremare il mondo fa”.

Torniamo ai giorni nostri, dopo la parentesi Bari ed il triennio a Novara concluso con una retrocessione in Lega Pro, Gianluca Sansone passa al Neftçi Baku nel febbraio 2019 per intercessione dell’allenatore connazionale Roberto Bordin. Grazie a questo trasferimento diventa il primo calciatore italiano nella storia del campionato azero, ma il suo record personale si scontra con le difficoltà di ambientamento in un paese culturalmente assai distante dal nostro. È stato perfino contestato per il fatto di non essere sposato all’età di 32 anni. Al termine del contratto decide di tornare in Italia e firma per l’Audace Cerignola, società che disputa il campionato di Serie D. L’ultima sua stagione in D risale addirittura al 2006-2007, quando a soli vent’anni vince il campionato da protagonista con la maglia del Pescina Valle del Giovenco.

Fino al definitivo stop dei campionati dilettanti l’Audace Cerignola ha occupato la quarta posizione spinta dalle 6 reti in 19 presenze di Gianluca. Spesso impiegato sull’esterno d’attacco di destra nel 4-2-3-1 di mister Feola, è ancora in grado di fare la differenza e divertire i suoi tifosi. Gli anni passano, ma non il talento e la passione che spingono ancora oggi l’attaccante lucano a rincorrere l’ennesimo sogno promozione.

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