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Il Bologna visto da Voi – Riti di passaggio ad est del nord-est

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Tutta la Redazione ringrazia Stefano e Fabio per questo reportage di finissima fattura. Solo un grande cuore e una mente libera potevano scrivere questo pezzo………

 

 

 

Mi chiamo Stefano, ho 48 anni e tifo Bologna.

Non sono abituatissimo a scrivere, per cui queste righe sono disordinate come me.

Sono passati 40 anni dal giorno in cui mio padre mi portò per la prima volta al Dall’Ara, attaccandomi una passione per il rossoblu che mi accompagna da tutta la vita.

Ora che Fabio ha appena compiuto 8 anni, sento che il momento di trasmettere anche a lui la stessa passione non può essere rimandato oltre: dallo scorso campionato anche lui tifa già per il Bologna e segue le partite con me in streaming su certi siti improbabili, ma è assolutamente ora di introdurlo alla fede rossoblu attraverso il rituale di passaggio sportivo dello stadio.

Qui però cominciano un po’ di problemi. Eh si, perché abitando a Cividale, a 10 km da Udine, per noi le partite “in casa” non sono molto comode, a meno di andare a vedere Udinese-Bologna…

A quest’idea sono un pò preoccupato perché, è inutile negarlo, ho il timore che il gelo di un’eventuale batosta possa stroncare i germogli del suo entusiasmo, e il clima siberiano di questi giorni, insieme alle defezioni annunciate di Diamanti e Perez non mi inducono a un ottimismo sfrenato. E se poi Fabio si smaronasse e diventasse un tifoso dell’Udinese?

Io sono nato al S.Orsola, ma lui è nato a San Daniele e qualcosa di friulano deve averlo per forza: chissà, forse da genitore attento al suo bene dovrei indirizzare il suo interesse verso la squadra locale, che negli ultimi 20 anni è stata molto più generosa di soddisfazioni, ma come si fa?

Rispetto a mio padre il mio compito é molto più complicato: la mia prima volta nel 1973 vincemmo tre a zero con la Ternana e in quel Bologna c’erano giocatori tipo Bulgarelli, Perani e Savoldi. Io me lo ricordo bene perché ne uscii così innamorato del rossoblu da immortalare il mio entusiasmo sul quaderno dei pensierini con un resoconto della partitita  intriso di un pathos degno dell’iliade e tuttoggi conservo il biglietto come una preziosa reliquia.

Pensare al Bologna di adesso con Pazienza, Motta e Morleo mi inquieta non poco: senza offendere nessuno, ma credo sia una roba un po’ diversa!

Va beh, dai, nell’era di Facebook i pensierini non usano più…ma esordire con una sconfitta proprio non mi andrebbe, così mentre la data dell’incontro si avvicina resto fino all’ultimo col dubbio se portarlo o rimandare il debutto a questa primavera, e poi lo consulto.

Mi dice che se il Bologna perde fa lo stesso; io non ci credo, ma siccome la sconfitta è un’eventualità che non voglio prendere in considerazione, è deciso: si va.

La mamma lo veste a strati come una cipolla per far fronte al clima “diversamente caldo”, infila un cuscino riscaldato + merendine + piadina nello zainetto e ci depone davanti alla biglietteria, dopo averci detto 1400 volte di “stare attenti”. Fabio ha un ombrello rossoblu in tema Spiderman, mentre io sfoggio un modello short da donna con motivo a fiori, che suscita la sua somma ilarità e legittimi dubbi sulle mie inclinazioni sessuali, ma che reputo molto sacrificabile nel caso mi rimbalzino al tornello.

Il messaggio comunque l’abbiamo ricevuto: siamo attentissimi e infatti notiamo subito che piove un casino.
Facciamo i biglietti per la tribuna laterale dove, in mezzo a una marea di posti liberi, ci assegnano 2 posti in un settore lontanissimo dal campo ma ideale per eventuali manutenzioni alla copertura della tribuna. All’inizio facciamo i bravi, ci sediamo per ambientarci e convincere il dannato ombrello a fiori a stare chiuso e, una volta constatato che sono proprio posti orrendi, io e Fabio concordiamo che spostarci un po’ di file più sotto è cosa buona, giusta e urgente.

Di gente non ce n’è moltissima e anche la curva locale, sembra avere le polveri piuttosto bagnate: qualche coro, ma davvero poca roba. In tribuna, non distante da noi una scolaresca viene avviata al tifo da un lanciacori microfonato che tenta di imboccare slogan improbabili tipo “forza Brkic” (non è una gag!) e mi convinco che qualcuno ha ovviato ai rigori del clima con una robusta dose di prodotti di omeopatia etilica.

Fabio non vede tifosi del Bologna in tribuna e si sente un po’ spaesato, anche se in curva ospiti ci sono dei rassicuranti vessilli rossoblu di qualche eroico tifoso incurante dei reumatismi.

E’ subito ora di formazioni: in effetti la nostra un po’ mi inquieta, ma ormai siamo qui e ci crediamo per forza. Entrano i giocatori e Fabio, dotato di neuroni nuovi di zecca, cuscino riscaldato e memoria fotografica delle figurine Panini sciorina nomi e numeri di entrambe le squadre, ancor prima che io riesca a distinguere la sagoma di Sorensen da quella di Moscardelli.

La partita, lo sapete già, non è un grande spettacolo: le squadre sono abbastanza speculari e, senza l’estro di Diamanti in campo si vede poco di interessante.

Ora, dopo lo scempio della prestazione anti-Bisoli dell’anno scorso, le mie aspettative sono abbastanza ragionevoli: mi auguro che il campo pesante penalizzi la velocità e l’estro dell’Udinese, favorendo magari qualche nostra ripartenza. Firmerei per un pareggio, ma, soprattutto vorrei una prestazione decorosa per non turbare troppo in anticipo il mio fanciullo, ancora ignaro del suo futuro destino da tifoso masochista.

L’Udinese non pare molto ispirata, ma si vede che ha giocatori capaci di far del male in ogni momento, molti dei quali, non posso fare a meno di pensare, da noi avrebbero già il cartellino del prezzo appeso perché Bologna è una piazza che ci siamo abituati a considerare inferiore.

Sospiro e torno sul pezzo. A parte le fasce, dove subiamo la qualità dei friulani, facciamo abbastanza densità in mezzo e Antonsson e Cherubin sono molto puntuali nelle chiusure. I nostri sono ordinati ma molto meno efficaci del solito nel recupero palla e, appena ricorrono a qualche ostruzione a centrocampo, si beccano dei cartellini gialli da un arbitro inutilmente severo e indisponente in una gara corretta e priva di tensioni particolari.

Come si temeva, le idee in costruzione latitano: io non riesco trattenere qualche commento poco oxfordiano sul nostro possesso palla in zona d’attacco e sulla scarsa intesa tra giocatori, che Fabio rilancia usando un paio di miei aggettivi “coloriti”  e comunicandomi che avrebbe preferito Perez a chi lo ha sostituito.

L’Udinese guadagna metri e pressa e, meravigliosamente, scopriamo di avere un portiere capace di parare e fare le uscite. Considerato che oggi non tiriamo mai in porta, ai fini del risultato questa non è una risorsa da poco.

Fabio mi chiede se Curci potrebbe rompersi e io mi tocco di nascosto per scaramanzia. Il primo tempo finisce con qualche affanno, ma dato che non prendiamo gol, rassicuro il pargolo con la fregnaccia del “goal non fatto-goal preso”. Ci crediamo poco tutti e due, ma oggi il convento non passa molto di più, a parte le merendine e la piada che facciamo sparire dallo zainetto con le parole magiche “gnam-gnam”.

Prima della ripresa decidiamo di guadagnare altre posizioni scendendo un po’ di file più in basso e ci installiamo a ridosso della tribuna centrale, da dove si vedrebbe nettamente meglio se lo spettacolo in campo valesse la pena.

Purtroppo la ripresa non offre molto di più: Christos si mangia l’occasione manovrata migliore con un destro da dimenticare, rispetto al quale Fabio mi garantisce avrebbe saputo fare di meglio.

L’arbitro continua la sua personale sagra unidirezionale del giallo, un “non trascendentale” Pazienza saluta la compagnia per Khrin e l’Udinese cerca di affacciarsi con maggiore continuità, fino all’occasione del rigore, parso un po’ come un regalo pasquale anticipato.

Per fortuna abbiamo a malapena il tempo di realizzare quanto accaduto che, tra i guaiti del pubblico bianconero, Di Natale si affretta a farsi parare il rigore da un Curci mai visto così in palla in rossoblu. Io e il mio discendente strabuzziamo gli occhi e prima che l’illusione svanisca ci diamo un cinque di sollievo.

Dopo questa emozione mi sento rilassato: i padroni di casa hanno preso un palo, un incrocio e hanno sbagliato un rigore: antichissimi luoghi comuni calcistici impongono che, male che vada, porteremo a casa un punto.

In effetti, a parte la punizione maligna di Guarente e un ultimo sigillo di Curci, la partita finisce senza danni, con un certo scorno dei locali che, ai punti, onestamente avrebbero meritato di più.

Ammetterlo con Fabio mentre usciamo sotto la pioggia battente mi fa sentire molto sportivo, ma sotto sotto un po’ ridacchio pensando al punto “de luxe” incamerato e, visto il tempo acquifero, rivolgo con la mente un burlesco gesto dell’ombrello al nostro lagnoso ex trainer.

Archiviamo la giornata in maniera positiva. Fabio si è divertito e ha avuto la buona sorte di non bagnare il debutto con una sconfitta: chissà che la sua presenza non abbia anche portato un po’ di fortuna!

Visto che il ragazzo ha gradito ho deciso di rilanciare il programma di imprinting rossoblu con l’emozione del Dall’Ara in una delle prossime gare, quando a ranghi completi e con il suo pubblico il Bologna sarà decisamente un’altra cosa, e magari ci saranno quei 12-15 gradi in più che non guastano di sicuro.

Se a qualcuno interessa come andrà a finire, poi glielo racconteremo.

Sono Fabio, ho 8 anni e tifo Bologna , anche se sono nato a Udine.

Oggi sono stato per la prima volta allo stadio con il mio papà a vedere Udinese-Bologna.

 

Per me assistere alla partita oggi è stata una sorpresa perché c’era un tempo bruttissimo, con un sacco di freddo e tantissima pioggia.

 

Credevo di vederla su internet a scatti e in lingue straniere come le altre volte, con l’immagine che si blocca sul più bello dell’azione.

Invece no: abbiamo convinto la mamma, ci siamo coperti benissimo e siamo andati.

 

Lo stadio Friuli mi è sembrato enorme, con poca gente e i giocatori mi sembravano molto piccoli.

I posti in tribuna che ci hanno dato erano molto lontani, così ci siamo spostati in un posto migliore, dove, purtroppo, c’erano solo tifosi dell’Udinese.

Mi è dispiaciuto che non c’erano Diamanti e Perez perché sono 2 giocatori molto bravi che mi sarebbe piaciuto veder giocare.

 

La partita è stata difficile per vari motivi:

1. la pioggia faceva scivolare i giocatori e il pallone

2. l’Udinese è una squadra molto forte

3. senza Diamanti l’attacco del Bologna non crea occasioni da goal.

 

L’Udinese ha attaccato di più e il Bologna si è difeso bene.

L’arbitro ha dato troppi cartellini gialli e un rigore un po’ generoso, ma Curci è stato super bravo e ha salvato il risultato.

Avrei voluto che il Bologna vincesse, ma ala fine mi va bene anche il pareggio.

E’ stata una giornata emozionante e non vedo l’ora di andare al Dall’Ara per vedere giocare il Bologna in mezzo ai suoi tifosi.

 

Ho conservato i biglietti come ricordo della mia prima partita e un giorno li farò vedere ai miei bambini e li porterò allo stadio con me.

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