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Il Confrontista – Campanello d’allarme- 24 Set

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La partita di domenica con il Torino, al di la’ del risultato che ha visto soccombere il nostro Bologna per 1 a 2, ha fatto nuovamente suonare tutti i campanelli di allarme di questo inizio di campionato. Difficile indicare quale reparto abbia dato i segnali piu’ inquietanti, tante sono state le note stonate della partita. Partiamo da Curci. Ci sta di prendere un gol su rigore da Cerci (anche se la foto sui giornali conferma ancora di piu’ che su quel penalty il nostro portiere c’era…), ma al 2′ su un cross dalla destra non puoi andarci smanacciando dentro l’area. O vai in presa alta, oppure respingi di pugno a 20 metri fuori dall’area. Errore di concentrazione? Probabile. Ma questa mancanza di concentrazione ad oggi ci e’ gia’ costata 3 punti in classifica (1 con il Toro e 2 con la Samp). Quando Pioli parla di episodi che decidono gli equilibri di una gara del Bologna si riferisce a questo. Ma domenica la croce non ha pesato solo su Curci. Difesa: Mantovani a parte (ma secondo me anche Cech che ha avuto il solo torto di rimanere stordito da una pallonata in faccia al primo minuto, con successiva azione di Darmian sulla destra per il cross…vedi sopra…), per tutta la partita la squadra nella fase di difesa ha dato l’impressione di subire maledettamente ogni ripartenza granata. Errori di posizione, diagonali sbagliate, raddoppi errati con conseguente  uomo libero lasciato in mezzo all’area pronto a ricevere il pallone da mettere dentro alla porta, sono stati una costante. E solo grazie alla presenza di Meggiorini nel fronte di attacco avversario che abbiamo evitato un passivo piu’ pesante. Il buon Meggia si e’ confermato come una delle peggiori seconde punte viste al Dall’Ara, andando a intralciare Cerci e Brighi in piu’ di un’occasione al momento del tiro finale. Almeno lui lo abbiamo dato via a ragion veduta…
La nostra mediana ha fatto tre passi indietro rispetto alla positiva prestazione di Udine. Della Rocca e Pazienza hanno avuto poca gamba, zero lanci in profondità, una lentezza esasperante che ha permesso al Toro di posizionarsi sempre in 11 dietro alla linea del pallone. Pazienza, che secondo me “sente” l’insofferenza nei suoi confronti del Dall’Ara, si e’ esibito nel miglior repertorio di passaggi orizzontali. Quando ha provato a verticalizzare ha perso il pallone. Clamorose due incomprensioni a centrocampo con Bianchi dove, in vantaggio entrambi sull’uomo hanno lasciato li’ la sfera restituendola in pratica agli avversari. Chicco D.R. in una domenica dove la terna arbitrale aveva gia’ dato segnali di non benevolenza nei nostri confronti, ha prima provocato la punizione dal limite, con un fallo inutile sull’attaccante che era spalle alla porta, dalla quale e’ nata la traversa di Cerci e subito dopo, nel proseguito dell’azione, ha provocato il rigore. La foga agonistica la devi saper misurare nella tua area. Soprattutto di fronte a Peruzzo di Schio…Kone’ nella posizione in cui gioca e’ inadatto. Non va bene per compiti di copertura specifica (la posizione sul primo gol lo ha testimoniato così’ come in un ruolo di interdizione non ha mai dato segnali positivi per tutta la partita), lasciando la sua fascia sguarnita. Kone’ domenica ha fatto vedere le cose migliori quando e’ entrato il Ruso, che lo ha sgravato in parte da ruoli di copertura.
La fase di attacco. Ormai e’ assodato che su Diamanti il messaggio degli allenatori avversari e’ “stenderlo” quanto prima. Sta a lui non innervosirsi (e domenica non mi e’ sembrato molto tranquillo…) ed all’arbitro tutelarlo, ma il primo cartellino Peruzzo a quelli del Torino lo ha sventolato dopo 50′ di partita. Il problema e’ che una volta bloccato Alino la nostra azione offensiva perde l’85% del potenziale. Il rimanente 15 rimane nelle mani di Moscardelli (ma non doveva entrare a partite gia’ iniziate come nel Chievo? La Mosca ha un gioco molto dinamico. 30′ minuti di qualita’ ci possono stare, 90 no, altrimenti si va a discapito della resa) e di Rolly “Marchi” Bianchi. E qui iniziano i dolori. Mai in partita. Mai su nessun pallone. Mai con un movimento giusto. Il Bologna dal ritorno in serie A non ha mai eccelso nei lanci per le punte. I palloni giocabili sono sempre stati in numero limitato. Ma davanti abbiamo avuto per 4 anni un uomo che le occasioni se le creava, avendo sempre i movimenti “giusti” ed a volte andandosi a cercare il pallone portandosi dietro la difesa e creando spazi per gli altri. Ora pero’  imperversa in Canada. L’anno scorso anche Gila, con uno stile diverso, ha sempre pero’ partecipato al gioco della squadra aiutandola a creare occasioni. Oltre ai suoi 13 gol, Gila ha aiutato la squadra a segnare altre 33 reti.
Bianchi domenica e’ stato il nulla. Non ha pressato sul portiere, non si e’ mosso sul fronte di attacco, non si e’ mai fatto trovare nelle rare occasioni (cross di Kone’ a tagliare l’area nel primo tempo: c’erano Della Rocca, in ritardo, e Cech, in posizione impossibile. E Bianchi? Non pervenuto). Non e’ un attaccante mobile, ma non e’ nemmeno il centravanti d’area, la boa che difende i palloni e li smista facendo salire la squadra. Nulla. Diamogli l’attenuante della partita con il suo recente passato (ma a noi Manolo non ha fatto sconti, ad esempio…). Se non i gol che almeno aiuti la squadra e giochi con la carica di un leone. Ma per il momento non ci siamo, nulla di nulla. Siamo alla quarta giornata. Del tempo ce ne e’ ancora, ma…
Il nostro inizio di campionato ricalca quelli degli ultimi cinque anni. Dopo la quarta giornata nel 2008/09 avevamo 3 punti e la 18 posizione con 1 vittoria e 3 sconfitte ed alla quinta perdemmo in casa con il Napoli 0-1. L’anno successivo avevamo fatto come quest’anno, 2 pareggi,  2 sconfitte e 0 vittorie, con 2 punti e la 16ma piazza . Alla quinta vincemmo in casa 2-0 con il Livorno. L’anno di Malesani ha visto il nostro miglior risultato dopo 4 giornate:  ottavi, 5 punti con 1 vittoria, 2 pareggi, 1 sconfitta e la quinta gara ci vide pareggiare a Catania 1-1. Il primo anno di Pioli alla quarta partita (complice lo sciopero in effetti era la quinta giornata, avendo saltato la prima) eravamo ancora…nelle mani di Bisoli ed occupavamo il penultimo posto con 1 punto  (conquistato pero’ a Torino allo Juventus Stadium…), con 0 vittorie, 1 pari e 3 sconfitte. La quinta partita, sconfitta a Udine 2-0, costo’ la panca al mago di Porretta, con le cronache che lo segnalavano alle prese con una sommossa nel segreto dello spogliatoio…la verità e’ ancora custodita da Super Marco Di Vaio in quel di Montreal.
L’anno scorso a quest’ora del campionato eravamo 13mi con 4 punti, 1 vittoria (pesante, a Roma-Roma) 1 pareggio (in casa con il Pescara…) e 2 sconfitte. Alla quinta andammo a dominare in notturna a Siena…perdendo 1-0. Anche gli 8 gol gia’ subiti a questo punto del campionato non sono per noi una novita’ : nei due campionati precedenti sempre 8 ne avevamo gia’ concessi. L’anno con il dato migliore fu quello dell’inizio di Papadopulo, con la nostra difesa “perforata” solo 4 volte (a conferma dello schema “primo non prenderne”) . Peccato che quell’anno a quest’ora la squadra ne avesse segnato solo 1.
Le reti segnate quest’anno al momento sono 4,  1 in meno rispetto ai nostri due inizi migliori: 5 ne segnammo nel 2010/11 con Malesani (ma dopo la squadra ne segno’ nelle 34 giornate rimanenti 30, subendone 46) e l’anno scorso, che ha coinciso, per il momento, con il campionato più’ prolifico (46 in totale, contro le 52 complessive subite).
Quindi nulla di molto diverso rispetto ai nostri soliti inizi. I segnali negativi con il Torino possiamo/dobbiamo superarli da subito, anche se mercoledì e’ di scena il Milan. Un Milan anch’esso alle prese con un inizio travagliato e sofferto: 4 punti, frutto soprattutto della vittoria in casa con il Cagliari. Ma attenzione: anche il Milan ha i suoi problemi in difesa, con la porta sempre violata nelle precedenti 4 gare, con 7 reti al passivo. L’attacco evidenzia 7 gol segnati fino ad oggi, ma 3 di questi hanno la firma di Mario Balotelli. Che mercoledi’ pero’al Dall’Ara siedera’ in tribuna, marcato stretto dal nostro My: di sicuro non segnera’…

Un saluto a tutti da Beppesavo e un grido solo: forza Bologna!

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