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IL GRILLO PENSANTE – Un’estate per ricostruire entusiasmo

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Il Campionato 2016/17 del Bologna ha (finalmente) scritto la parola fine con la sconfitta numero 19 (50% delle gare giocate, numeri talmente negativi da ricordare l’era guaraldiana) contro i pluridecorati campioni juventini, nel meraviglioso palcoscenico di un Dall’Ara stracolmo di tifosi e di speranze (preghiere) riposte nel comandante Saputo presente in tribuna.

L’obiettivo già di per sé sfacciatamente conservativo del “piccolo passo in avanti” auspicato dallo stato maggiore (e deglutito come un rotolo di carta vetrata dal popolo rossoblu) è stato purtroppo fallito, con l’aggravante del persistente e a tratti stucchevole “low profile a tutti i costi” ripetuto come un mantra dall’intera dirigenza bolognese; questa presa di posizione precisa e salda ha prodotto l’effetto di un’invasione di fameliche zanzare capaci di stillare gradualmente ma inesorabilmente l’entusiasmo dalle vene dalla tifoseria bolognese, schiacciata tra l’incudine di un campionato di sofferenza e il martello di una dirigenza addestrata alla disillusione. L’invidiabile media spettatori di 21.000 unità nelle partite casalinghe è specchietto tornasole di notevole fiducia ma, con risultati sportivi non all’altezza e prospettive di breve termine poco confortanti, numeri tanto apprezzabili potrebbero venire rischiosamente dilapidati; troppi abbonati non sono convinti di rinnovare, timorosi di trovare un altro Bologna maltrattato o addirittura umiliato troppo assiduamente, di dover assistere all’impotenza di un’altra squadra che non trasmetta quasi mai la sensazione di avere la spina dorsale ed i mezzi per creare grattacapi a qualunque avversario. L’allarme rosso della fiducia erosa andrebbe spento fin dal periodo di prelazione; non è categoricamente doveroso ma è quantomeno strategico mantenere intatto lo zoccolo duro dei fedelissimi e puntare dritto sull’ampliamento della platea presente e futura del Dall’Ara in un’ottica di crescita globale. Lo strumento che può iniettare una nuova e massiccia dose di entusiasmo si chiama Calciomercato…sempre lui…in Italia è irriverente, quasi blasfemo, ridurre il calcio al solo business o “entertainment” (come patron Saputo dichiara essere il soccer in terra americana); lungo tutto lo stivale è tradizione, passione, sofferenza, gioia, speranza. Spesso porta a sognare. I tifosi bolognesi hanno disperatamente bisogno di continuare (tornare?) ad entusiasmarsi, e occorre lo sbarco sotto le Due Torri di giocatori che trasmettano la sensazione concreta che si sia ripreso a scalare verso la vetta anziché ciondolare confusi in un’attesa al momento poco produttiva.

Siamo soltanto alle schermaglie del calciomercato, di alcuni nomi che vengono scritti oggi sui quotidiani si perderà memoria, altri forse vestiranno il rossoblu, altri potrebbero diventare tormentoni con un finale tutto da scrivere; qualche giocatore che eleverebbe il livello tecnico dell’attuale rosa viene menzionato: Gonzalo Rodriguez sarebbe un lusso assoluto ed un profilo mancante nello scacchiere di Donadoni, Ogbonna un corazziere esperto e di considerevole livello, Poli un profilo con rapporto qualità-prezzo decisamente interessante, Cerci una scommessa che potrebbe valere la pena fare, Borini un ambitissimo figliol prodigo da far rientrare all’ovile per la preziosa duttilità offensiva. E, a parte qualche ipotesi che non pare all’altezza, mancherebbe ancora un nome di autentico e indiscusso spessore da accostare alla pesante eredità lasciata da Dzemaili, la cui partenza (sommata a quella di Erjona, altre grande vuoto lasciato tra i tifosi bolognesi) non sarà di semplice sostituzione.

Il campionato si è concluso con l’imberbe Kean a festeggiare sotto la San Luca, con i tifosi juventini a far echeggiare tra le tribune l’impazienza di centrare la Champions e tante persone con la sciarpa rossoblu al collo abbandonare gli spalti con l’ennesima sconfitta in extremis da digerire. La vera speranza di ogni supporter del Bologna è ribaltare un po’ questi parametri, poter assistere nei prossimi mesi alla costruzione di una squadra (di cui esiste già una base su cui lavorare) che miri, da Agosto, a turbare il sonno di qualsiasi avversario che debba recarsi al Dall’Ara in trasferta, a fissare la normativa non scritta che giocare a Bologna è roba difficile per tutti. Tutti noi vogliamo credere che sia possibile. Tutti noi sappiamo che può essere possibile.

 

 

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