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Bologna

In memoria di Francesco Randon (23/12/1925 – 13/07/2015) – 13 lug

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Se ne è andato nella giornata di ieri, 12 luglio, Francesco Randon. In carriera fu ala di grande agonismo e quindi mediano, giocatore di carattere, di quelli che non vengono tanto notati dai tifosi ma che ogni allenatore vuole con se, consapevole che non sarà deluso. È spirato, novantenne, a Bergamo: là dove tutto era cominciato nel 1946, quando poco più che ventenne era stato notato dall’Atalanta mentre giocava nel Cassano d’Adda in Serie C. Cassano d’Adda era dov’era nato e cresciuto, appena sei anni prima, uno dei più grandi calciatori italiani di tutti i tempi, il mitico Valentino Mazzola. Altro talento per carità, ma carattere, grinta e determinazione erano simili a Randon, che in breve tempo si prese la maglia da titolare nell’Atalanta senza mollarla più, ala di corsa capace di vedere la porta. Era un periodo in cui il calcio italiano cambiava, si passava dal vecchio “Metodo” al nuovo “Sistema”, il cambiamento coinvolgeva proprio le ali come Randon, che comunque fu protagonista di ottime annate, contribuendo anche a quel 5° posto nel 1947-1948 che è a tutt’oggi il miglior piazzamento di sempre degli orobici in Serie A. Passato al Catania si distinse segnando oltre venti reti in due campionati, e quindi eccolo nel 1952 al Bologna, dove rimane sette stagioni: sotto le Due Torri, e sotto la guida di Sarosi, si trasforma da ala a interno, la sua duttilità lo rende un punto fermo di una squadra comunque ancora bella e forte. Quando saluta il rossoblù ha messo insieme 177 presenze, 65° di sempre. L’ultimo acuto al Brescia in B, poi il ritiro. Se ne è andato lo stesso giorno, molti anni dopo, del grande Arrigo Gradi, tra i fondatori del Bologna. La società lo ha voluto ricordare anche sul suo sito internet, partecipando commossa al dolore della famiglia. Noi di 1000 Cuori Rossoblù facciamo altrettanto. 

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