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L’Union Saint-Gilloise di El Azzouzi

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rusg.brussels

In molti si chiederanno da dove arriva, questo giovane mediano marocchino sbarcato in tutta fretta a Bologna nella giornata di ieri. Attraverso una vera e propria trattativa lampo, una di quelle sempre più rare al giorno d’oggi, dove solitamente i nomi sono scovati dai giornalisti giorni prima e gli acquisti durano settimane. E invece il Bologna ha deciso di definire la pratica in poche ore, chiudendo attorno ai due milioni di euro con l’Union Saint-Gilloise.

L’USG

Ma come dicevamo, a molti il nome di questa squadra può sembrare nuovo. Volente o nolente, le squadre belghe che si sono imposte in Europa negli ultimi anni sono altre: Club Brugge, Anderlecht, Genk.

Ad altri, tuttavia, quelli un po’ sotto col calcio europeo anche nelle sue espressioni minori (vedasi Europa e Conference League), la speciale sigla (USG) della squadra proveniente dall’area metropolitana di Bruxelles non risulta totalmente inedita.

Perché, negli ultimi due anni, il club di Saint-Gilles si è via via fatto largo tra i grandi del Belgio, arrivando a sfiorare il titolo in entrambe le occasioni, e tenendo alto il nome del proprio paese sia in El che in Conference. Ma la sua storia è davvero incredibile perché parte da più lontano, avendo vissuto una scalata verticale quasi senza precedenti.

LA STORIA

Nei primi dieci anni d’esistenza nel massimo campionato, agli albori del ‘900, l’USG aveva conquistato già sette titoli nazionali. Il club continuò ad affermarsi negli anni ’30, e vinse titoli almeno sino alla fine degli anni ’40. Poi, il calo delle prestazioni, la retrocessione in seconda divisione, quindi la risalita anche se in chiave minore, con il vanto di più partecipazioni alla Coppa delle Fiere e una semifinale raggiunta nel 1960.

Dall’inizio degli anni ’70, però, il buio: continui saliscendi tra la seconda e la terza serie nazionale, che non sembrano avere fine almeno sino all’inizio del 2020. Quando la rotta, per Les Unionistes, sembra cambiare in modo radicale.

L’EXPLOIT

Dopo i primi mesi del campionato 2020-2021, infatti, la squadra si porta in testa e mantiene il primato sino alla fine della stagione, chiudendo con 70 punti e un clamoroso +18 sul Seraing secondo.

Dopo 48 anni di assenza dai campi più prestigiosi, l’USG torna finalmente in First Division A. Ma non è ancora sazio.

L’anno successivo, con una squadra neopromossa e puntellata con pochi colpi, i gialloblù superano corazzate quali Antwerp, Gent ed Anderlecht, staccando persino di 5 punti il ben più quotato Brugge, e candidandosi alla vittoria del campionato. Nei play-off Championship (ulteriore turno giocato in Belgio per decretare il vincitore finale), tuttavia, la squadra perde terreno, e si arrende a pochissimo dalla fine proprio al Brugge, che la supera di quel poco che serve per laurearsi campione.

In ogni caso, per il club è un trionfo, staccando il pass per qualificazione ai preliminari di Champions per la prima volta in assoluto, e tornando in Europa dopo 66 anni.

L’ULTIMO ANNO

Il sogno di giocare nel massimo palcoscenico europeo, tuttavia, si infrange contro gli scozzesi dei Rangers, che nel turno di qualificazione ribaltano lo 0-2 iniziale e condannano i gialloblù all’Europa League.

L’USG però non sfigura, e anzi supera brillantemente il girone al primo posto, finendo davanti ai cugini unionisti del Berlin, al Braga e al Malmoe. È ancora contro i tedeschi che si deve giocare ai quarti, superati con rotondo 3-0 in casa dopo il rocambolesco 3-3 dell’andata. Poi, davanti ad altri tedeschi (quelli del Bayer Leverkusen) l’USG si arrende, crollando nella gara di ritorno per 4-1 sotto i colpi di Diaby e compagni.

Archiviata la delusione europea, i ragazzi di Geraerts si ributtano a capofitto in campionato, dove le possibilità di successo sono ancora alte. Il testa a testa è con Genk ed Antwerp, e si conclude con un distacco minimo che sposta tutto al turno finale di play-off.

IL TITOLO SFIORATO

L’USG arriva all’ultima del mini-girone contro il Brugge con i favori del pronostico, intravedendo la reale possibilità di laurearsi campione al termine della gara. Il club nerazzurro non ha più nulla da chiedere al torneo, ed è staccato di ben 13 punti, mentre Genk ed Antwerp si affrontano in uno scontro alla morte alla Cegeka Arena di Genk.

Succede tutto negli ultimi, folli 10 minuti del match: l’USG, fino a quel momento in vantaggio per 1-0, subisce prima il goal del pareggio di Homma, quindi quello del vantaggio di Noa Lang, e infine il colpo del KO di Sandra al 100’. Dall’altra parte, Alderweireld segna con un siluro da fuori area al 94’, regalando il titolo alla Great Old per la prima volta dopo 66 anni. All’ultimo minuto, all’ultimo respiro.

Fino a pochi minuti prima, campione era l’USG, poi il Genk, ed infine l’Antwerp, in uno dei finali di campionato più incredibili di sempre (che vedrà anche il rompersi della coppa durante i festeggiamenti biancorossi).

Per i gialloblù la delusione è profonda, ma profonda è anche la consapevolezza di aver costruito qualcosa di importante. Una realtà, un progetto in continua crescita, che ha sfornato (e sta sfornando) talenti puri come Adingra, Boniface o Azzouzi (oggi al Bologna) e che non sembra assolutamente volersi fermare qui, davanti a un titolo sfiorato e non raggiunto.

Anzi, il club si annuncia come una nuova e solida realtà del calcio belga ed europeo, destinata a sopravvivere a lungo. Basata su lungimiranza e programmazione, concetti che appaiono lontani dal calcio di oggi, sempre più ammaliato dai dollari d’Arabia. Ma che da qualche parte, evidentemente, resistono ancora.

 

 

 

 

 

 

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