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Le pagelle del Petisso: Inter-Bologna di Coppa Italia

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Scrivo a mezzanotte e mezza, appena tornato da casa dei miei, dove ho visto la partita, giusto il tempo per andare a coprire i bambini che ovviamente già dormono, fare una capatina in bagno,  constatare che il cane ha vomitato, e prendere una coca dal frigo.

Tutto normale.

Normale la minchia. Addosso ho una roba come l’avete tutti voi, perdere con un gol di Ranocchia all’ultimo minuto del secondo supplementare dopo una partita ben giocata lascia davvero svuotato un povero tifoso.

Ed è durissima fare le pagelle, vediamo se, scrivendole, l’umore migliora, adesso come adesso sicuramente non riesco a dormire.

Pagelle:

Agliardi s.v. Soccia, iniziamo bene. Che dire di un portiere che nell’arco di pochi minuti fa una super parata su Zanetti e una super cappella che ci costa la qualificazione ? Niente, se non che gli vogliamo bene, in fondo. “L’è fat acsè, al fa un monumant e po’ dop ai chega in vetta” . Spero che Gallo mi perdoni gli strafalcioni dialettali, ma questa frase la sentivo spesso da ragazzo, quando andavo allo stadio, se ricordo bene riferita a Domenico Marocchino quando dribblava un paio di avversari e poi sbagliava il facile passaggio. Compatibile.

Motta 6 Lo ricordo per i suoi cross millimetrici, tesi a regalare il pallone del quarto di finale ai ragazzi venuti da Bologna ed inerpicati nel lontano terzo anello di San Siro. Quanti palloni gli ha regalato ? I tifosi saranno delusi dal risultato ma contenti dei regali. Generoso.

Antonsson 6 Ogni tanto mi ricorda un compagno della mia squadra di basket amatoriale che continuava a difendere a uomo quando eravamo e zona e ci volevano 2/3 azioni x farglielo capire. Spaesato

Portanova 6 Purtroppo la continua pioggia di Milano gli ha abbassato l’aggeggio che ha sul cranio, quindi non è riuscito a captare i segnali dei Teletubbies facendo spesso interventi a vuoto. Nell’occasione dei primi 2 gol dell’Inter prova a difendere con l’ipnosi, cioè guardando intensamente l’avversario, ma questi non ci cascano, anzi segnano. Giucas.

Sorensen 7 Statuario, nel bene e nel male, anche in occasione del gol di Ranocchia.

Morleo 7 Nel terreno ibrido di San Siro sembra una Fiat Panda con le ruote lisce, frulla, frulla, ma spesso derapa, comunque da il suo buon contributo. Slick.

Guarente 8 Un faro in mezzo al campo. Ma senza corrente elettrica. Edison.

Perez 4 Svogliato, alza subito bandiera bianca, non ci crede e, soprattutto, tira indietro la gamba. Non rinnoviamogli il contratto. Pavido.

Pasquato 6 E’ come una zanzara, a volte fastidioso, a volte annientabile con una ciabattata. Raid.

Gilardino 7 Ogni tanto veniva inquadrato avvilito in mezzo all’area dopo un cross destinato ai ragazzi della curva e la sua faccia era tutta un programma, non tanto per il cross sbagliato ma perché in questo modo non ha potuto anche lui ringraziare i tifosi lanciandogli il pallone. Frustrato.

Diamanti 10 Nei supplementari ha la stessa espressione di un 40enne di 90kg che torna a giocare  a calcetto  dopo circa 15 anni. Ma prima, ragazzi, che cattiveria e che carattere… Maiorca (ma non la città, Enzo).

Kone 7 Il cop-killer ha la palla buona sul finire dei tempi regolamentari ma la cicca e quello è stato un pessimo segnale cabalistico. Smorfioso.

Pazienza 7 Viene riesumato dal sarcofago e offre una prova confortante, seppure i suoi ritmi siano quelli di un Ciao ingolfato. Coraggio.

Gabbiadini 8 Il gobbaccio maledetto segna il gol del pari dicendo a Jonathan “Attento, c’è  una merda per terra” e l’interista, pur di non pestarla, si esibisce in una strana quanto divertente piroetta carpiata, lasciandolo segnare. Astuto.

Pioli 4 Presenta un Bologna zeppo di seconde linee, dimostrando di non crederci. Ateo.

 

Vabbè, ragazzi, proviamo a dormire, valà. A cosa posso pensare prima di addormentarmi per evitare fantasmi, draghi, stramacci, streghe, ranocchie, elfi e agliardi ?

Beh, all’emozione di una partita comunque bella, all’inglese, ai brividi che ho provato quando per tv si sentivano solo i cori dei ragazzi e del loro “Fino alla fine Forza Bologna”, alle facce di Perez, Diamanti, di tutti una volta subito un ingiusto 0-2, alla gioia al pareggio di Gabbiadini, all’espressione di Moratti sul 2-0 e a quella sul 2-2, pareva un tartarugone incastonato in un loden, e, soprattutto alle facce dei giocatori all’uscita della partita.

I primi ad essere dispiaciuti mi sono sembrati loro, ci credevano, la loro rabbia, grinta, cattiveria, delusione, insomma le loro emozioni sono le stesse che ho provato anche io e tutti noi, perciò, quando una squadra incarna lo spirito dei suoi sostenitori  bisogna esserne fieri ed orgogliosi, è proprio questo ciò che ogni tifoso vorrebbe dai suoi giocatori.

Avanti così, giocando con questa fotta saranno di più le volte che andrà bene rispetto a quelle che andrà male, considerando che già oggi siamo in credito.

 

Buon Bologna a tutti

 

Petisso. 

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