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Monday Night – Vicenza vs Bologna:La cronaca di una trasferta – 6 ott

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Si torna a Vicenza, dopo sei anni, in una piazza storica del calcio italiano, capace di dar vita a fine anni ’90 ad una rivalità, sportiva e non solo, decisamente “accesa” coi colori felsinei, complice anche uno status di ” bestia nera” che il team veneto si era guadagnato nel corso degli anni  a suon di sconfitte e batoste riportate dal rossoblù in terra veneta.

Come scordarsi, infatti, delle sfide coi biancorossi allenati da Guidolin, ai tempi, per intenderci, del primo Gazzoni, col Bfc e l’ex Lanerossi impegnati a darsi battaglia per un posto in Europa? Bei tempi, in effetti. Oggi, lo scenario, però, si presenta leggermente cambiato: per assistere nuovamente a questa classica del pallone italico si è dovuta infatti verificare una serie di bizzarri eventi, non ultima la retrocessione del Bfc da una parte e l’ennesimo ripescaggio del Vicenza dall’altro, il terzo negli ultimi dieci anni, per un record decisamente difficile da battere.

Due squadre e società da anni in caduta libera, costrette a pagare gli errori di dirigenze palesemente non all’altezza: solite storie, trite e ritrite, purtroppo tristemente frequenti nel calcio italiano del terzo millennio.

Che quella di Vicenza sia una trasferta diversa dalle altre lo si capisce ad inizio settimana, quando i seicento biglietti messi a disposizione dalla società veneta vengono in bruciati in meno di quarantotto ore: sotto le Due Torri si respira un entusiasmo antico, complice anche le recenti buone prestazioni della squadra ed una trasferta, oltre che sentita, anche comoda geograficamente parlando. La società veneta rilascia così altri tre-quattrocento biglietti, su richiesta di quella petroniana.

Alla fine saranno circa un migliaio i bolognesi in viaggio verso il ” Menti”: non male in tempi di tessera del tifoso, per una squadra appena retrocessa e in preda al solito caos societario. Mettici anche che si gioca il 4 di ottobre, festa del santo Patrono ed è fatta: si preannuncia una tra le trasferte più massicce, in termini di presenze, degli ultimi tempi, forse persino superiore a quella di Genova dello scorso maggio.

Il viaggio verso Vicenza dura circa un’ora e mezza: da Bologna si parte coi soliti mezzi , ovvero il trio pullman-treno-macchina e per chi viaggia in autostrada non è raro imbattersi nei tifosi del Lanciano, in viaggio verso Cittadella, intenti nella performance ” live” del famoso coro sul kebab nei vari autogrill verso il Veneto. La gran parte del tifo rossoblu arriva in terra vicentina  tra le 2 e le 2 e mezza: per un colpa di servizio scadente all’entrata dello stadio ( un solo ingresso aperto per centinaia di persone) si forma il consueto ed immancabile ” tappo”, conseguenza delle assurde invenzioni di tornelli e compagnia, tanto irritanti quanto inutili.

Il colpo d’occhio offerto dal ” Menti”, a primo impatto, è discreto: le presenze oscillano tra le sette e le ottomila, forse anche qualcosa di più. Non male, per un  match della cadetteria.

Che tra le due tifoserie non corra buon sangue si capisce fin dall’inizio: ripetuti cori d’offesa, da una parte e dall’altra, con un ” Booologneeeseee” di richiamo da una parte ed un trend di cori, dall’altra, atti a ricordare al pubblico di casa certe tradizioni culinarie a dir poco discutibili. L’apice è infatti raggiunto quando, dal settore ospiti, parte sulle note della hit ” Dragoste din tei” un irresistibile ” Vicentino, magna magna gàt” capace di provocare ilarità anche nell’animo più duro ed impenetrabile.

La partita scorre via senza azioni di nota: in effetti, più che un match di pallone, sembra un incontro di thai box per le tante botte agonistiche date e prese in mezzo al campo. Pochissime le azioni da goal, ancor meno le emozioni: solo Ragusa prova a rendersi pericoloso, ma la difesa è attenta.

Negli ultimi venti minuti i rossoblu aumentano l’intensità per tentare di portare a casa la terza vittoria consecutiva: ma invano. Il risultato finale si fissa su uno scialbo e noioso 0-0, per uno spettacolo decisamente più coinvolgente sugli spalti che sul campo. A match concluso i saluti di rito, coi bolognesi sempre pronti a rimarcare strane scomparse in area vicentina di felini e similari: il pubblico di casa ricambia “affettuosamente”.

Si torna a Bologna con diverse certezze: in primis , oltre alla soddisfazione per il terzo risultato utile consecutivo ( in B ogni punto fa brodo), un’ inconscia felicità per il ritorno di una rivale storica nella serie a lei di competenza,  in un calcio dove ormai, per i capricci di due o tre miliardari, realtà senza seguito o passato prendono il posto di altre meritevoli palcoscenici ben più elevati.

Bentornato Vicenza. Anche se un dubbio persiste: ma i vicentini mangiano davvero i gatti?

Alla prossima puntata

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