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Mottastics – Il volo continua (e non potrebbe essere altrimenti)

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Bologna FC 1909

 

 

Numeri (e soprattutto considerazioni) ai tempi di Thiago Motta

C’era bisogno, c’era assoluto bisogno. Ricominciare da dove avevamo interrotto: ritornare, cioè, a fare punti, che contassero per il morale, l’autostima e la classifica.

Eppure se ci guardiamo indietro le “poche” sconfitte (4 partite su 21 fin qui giocate, 3 delle quali in trasferta), fatta eccezione della prima con il Milan e quella contro l’Udinese, dove la luce si era spenta anzitempo (complici stanchezza e assenze pesanti, va detto), non hanno mai visto un Bologna in disarmo, allo sbando, senza un filo di identità. Mai.
E’ per questo che, a parte le due succitate partite, possiamo argomentare, a ragione, come il pallino del gioco, in tutto questo campionato fin qui giocato, sia sempre stato in mano rossoblù, esattamente come a Firenze (dove per millimetri è stato annullato  un gol di Orsolini, che ci avrebbe regalato un meritato pareggio) e a Cagliari (dove senza l’amnesia difensiva e  quell’autogol di un Calafiori fin a quel momento strepitoso, i sardi erano ancora lì che stavano cercavando la porta di Skorupski), anche se quelle due partite non ci hanno detto bene.
 

Per il morale e per l’autostima

 
Tre partite di seguito, in cui porti a casa solo un punto  (Udinese, Genoa e Cagliari, nessuna di queste un top club), avrebbero potuto ingenerare solo cattivi pensieri, riflessioni su un possibile deterioramento di un impianto di gioco che ci aveva fatto palpitare i cuori fin dal caldo di agosto, compattando la fan base anche più scettica, in un percorso di vittorie e punti che da decenni non si gustava sotto le due torri. 
E invece il Bologna, questo Bologna aveva e ha le stimmate del guerriero nel suo Dna: lo stanno a dimostrare il minutaggio di alcuni gol, per vittorie o pareggi in rimonta che dir si voglia, che esprimono l’estrema capacità di applicazione e la perenne tensione al risultato  per gli oltre 90 minuti (eccezion fatta per il fortunoso, per i salentini, pareggio al 100 allo Stadio di Via del Mare). Lo possono confermare, senza tema di smentite e ad alta voce, Ferguson (gol vittoria all’86esimo contro l’Atalanta), Fabbian (gol vittoria all’89esimo contro il Cagliari), De Silvestri (gol del pareggio al 95esimo contro il Genoa) e Orsolini, ieri al 92esimo su un rigore sacrosanto, concesso grazie alla On Field Review, che ha garantito il pareggio.
E così ieri il “cammino” è ripartito, perchè la partita di San Siro (identico risultato ottenuto contro i cugini interisti, con a referto gli stessi marcatori, con Orsolini rigorista efficace in entrambe le occasioni), ha detto che il Bologna, quel Bologna, è tornato. Spazzati via i dubbi in soli 90 minuti più recupero.
 

La Classifica e le Armi di distruzioni di Massa

 
La classifica racconta un attuale settimo posto (posto che non capiamo perchè, se a pari punti valgono prima gli scontri diretti, noi dovremmo essere sesti e la Lazio settima, come riportato in alcune classifiche), ma senza contare quei quattro punti mancanti (ricordate il rigore non dato a Torino e il gol annullato ma regolare a Monza di Ferguson?), che, se aggiunti, ci catapulterebbero al quarto posto, davanti alla lepre Atalanta (la più credibile come candidata alla quarta piazza, rispetto a Fiorentina e Lazio). 
Ora con i se e i ma la storia non si fa e occorre stare con i piedi per terra, ma cogliamo l’occasione per lanciare una petizione a Rocchi: il Bologna ha solo il desiderio di partecipare correttamente a questo campionato, senza regali e fischiate contro (sui due rigori di ieri avremmo alcune considerazioni che non ci trovano particolarmente d’accordo sulla loro concessione) e la preghiamo di verificare che questo, correttamente avvenga. Niente di più.
 
E se qualcuno non è abituato a vedere il Bologna nei quartieri alti della classifica (come Alessandro Matri che su Dazn, nella trasmissione “Tutti bravi dal divano”, pontificava che il Bologna di oggi vale il nono o il decimo posto e se la gioca col Torino) se ne faccia una ragione: la Società di Joey Saputo ha costruito un Bologna da battaglia che, partita dopo partita, si sta togliendo non poche soddisfazioni. E sotto la sapiente regia di Sartori e la guida tecnica di Motta (almeno fino a quando resterà) questo potrebbe essere solo l’inizio di un lungo cammino.

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