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RS-CORSERA: La lunga notte di Joe – 14 ott

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Alla fine la firma è arrivata.
Sembrava dovesse essere una formalità, invece la lunga giornata di Joe Tacopina si è rivelata lunghissima, con un continuo viavai tra l’Hotel “I Portici” e Viale della Zecca, luogo deputato alla firma congiunta con Albano Guaraldi e da dove invece l’ormai ex-Presidente è uscito poco prima delle 13 per non tornare più: lì era cominciata la sua avventura al Bologna, lì si è conclusa.
Joe Tacopina, il nuovo che avanza, era arrivato in città alle 11. Non si era sottratto all’abbraccio e al calore dei tifosi, per la verità non esagerati come in altre realtà ben più numerose e pressanti ma comunque presenti.
Ha stretto mani, ha rassicurato tutti, mostrando con orgoglio il distintivo del Bologna appuntato proprio sul petto, sopra il cuore.
Invece nel pomeriggio sono sorte le prime complicazioni. Prima l’avvocato Tartaglia, che aveva il diritto di acquistare le quote di “Bologna 2010” (società controllante il Bologna) dall’ex-socio Valentino Renda e che ha minacciato di far saltare l’intera trattativa, poi altri presunti problemi di natura logistica, legati alla liquidazione dell’affare. Robe da avvocati, robe da Joe Tacopina, che è però andato avanti deciso per la sua strada, determinato a non trovarsi ancora una volta con un pugno di mosche in mano. Ha rassicurato tutti sempre, anche quando la tensione era evidente: il Bologna sarà americano, diceva, e nessuno in città voleva anche solo pensare di avere dei dubbi.
Il Bologna non è ancora americano, nemmeno dopo la firma in nottata, giunta dopo estenuanti tira e molla: per esserlo dovrà prima vedere il versamento entro giovedì di 6 dei 12,5 milioni previsti per l’aumento di capitale, quindi la liquidazione della prima tranche del pagamento previsto ai soci di “Bologna 2010”. Solo allora si potrà dire a tutti gli effetti che Joe Tacopina è il nuovo presidente, anche se per come sembra che vadano le cose in città una nuova marcia indietro sarebbe impossibile da capire e perdonare, per cui sembra proprio si tratti di un vizio di forma, anche perché a differenza delle altre volte stavolta c’è un accordo scritto, firmato e controfirmato.
Solo una questione di tempo, quindi, e poi Bologna potrà finalmente sognare a stelle e strisce. 

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