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Bologna FC

RS – STADIO: In ritiro per tentare di salvare il salvabile – 17 mar

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Manca qualche minuto alle 17, la partita all’Armando Picchi si è appena conclusa. Nel modo peggiore possibile, nell’unico modo in cui si doveva evitare finisse: il Livorno ha sconfitto un Bologna troppo triste e confusionario per essere vero e lo ha sorpassato in classifica, lasciandolo al terz’ultimo posto, un piazzamento che oggi vorrebbe dire retrocessione.

L’aria è pesante. Pur nella mediocrità di questa stagione, qualche centinaio di irriducibili ci credeva ancora ad una reazione. Perlomeno di orgoglio, di rabbia, per una squadra costruita male in estate e gestita forse peggio prima da Pioli e poi da Ballardini ma che a livello tecnico poteva valere la permanenza in A. Invece niente, un Livorno anch’esso discreto ma con spirito ben diverso – spirito da coltello tra i denti – ha regolato i rossoblù in appena 8 minuti, quelli intercorsi tra la rete di Benassi a secondo tempo appena iniziato e il raddoppio di Paulinho.

Ballardini ci ha provato, perlomeno sulla carta: dentro Moscardelli e Pazienza, un 4-3-3 che ha prodotto poco – se non un rigore realizzato da Lazaros quando ormai il tempo era quasi finito – pur contro un avversario ridotto prima in 10 e poi addirittura, negli ultimi 5 minuti, in 9 uomini. Tutto inutile quando hai il peggior reparto offensivo della Serie A. Non conta in quanti si attacca, si dice, ma come si attacca: beh, il Bologna lo fa male. Sempre.

Come dicevamo la partita si è appena conclusa, e i calciatori si avviano verso la curva di quei – tanti – illusi che sono venuti fino a Livorno per sostenere una squadra fragile e senz’anima. Perché lo facciano non si sa: per chiedere comprensione dopo l’ennesimo match-salvezza sprecato? Per ringraziare gente che eventuali ringraziamenti vorrebbe vederli espressi sul rettangolo verde nei 90 minuti di gara? Non è cosa infatti, e appena se ne accorgono i rossoblù rientrano mestamente negli spogliatoi, mentre in curva regna il malcontento. Non che negli spogliatoi il clima sia più sereno.

Guaraldi infatti, scuro in volto, ha evitato come sempre di passare dalla squadra dopo la gara, e in effetti non se ne vedrebbe il motivo. Ha pensato, il Presidente, al ritorno di Pioli, questo si. Per tentare di dare una scossa. Ma è stato il pensiero di un momento, subito accantonato.
Si andrà in ritiro, invece. Forse addirittura a partire da domani, per evitare pericolose tensioni a Casteldebole, con una piazza che vuole – e merita – di più. Si andrà in ritiro – la località verrà scelta oggi – per tentare di preparare al meglio l’ennesimo scontro-salvezza, quello di domenica prossima contro il Cagliari: ma quando sei reduce da due sfide (Sassuolo e Livorno) in cui potevi puntare al massimo ed hai ottenuto il minimo, è difficile avere fiducia.
Per questo Ballardini, che rimane al suo posto, ieri sul pullman che riportava tutti a casa ha tentato di spronare la squadra, ricordando che nulla è perduto a patto che il gruppo non si sgretoli. Parole necessarie ma poco credibili: al “Dall’Ara” il Bologna potrebbe giocarsi la salvezza contro i sardi.
Mancheranno Khrin, squalificato, e Kone, uscito ieri dopo appena un quarto d’ora. Potrebbe mancare, soprattutto, una tifoseria che ormai non crede più in questa squadra e in questa dirigenza.  

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