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Sandy Flash Back – Lui e l’altro… – 22 nov

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Lui era biondo, aveva il numero 10 rossoblù sulla schiena, era mancino cronico, aveva saltato la finale mondiale di USA 94 perché in polemica con le scelte di Sacchi che voleva farlo giocare a centrocampo, aveva vinto tre volte la classifica del capocannoniere, era arrivato da poco e stava risorgendo dopo qualche stagione travagliata, stava guidando il Bologna durante una delle stagioni migliori per il club, le sessanta partite, le due semifinali…

L’altro era moro, aveva il numero 10 sulla schiena ma nerazzurro, piede destro, aveva giocato la finale di USA 94 dopo un miracoloso recupero da un infortunio, ma aveva calciato alto il rigore decisivo, aveva vinto un pallone d’oro, se ne era appena andato da Bologna in direzione Milano dopo che a Bologna era rinato, s’era tagliato il codino, aveva riconquistato la nazionale e aveva condotto la squadra rossoblù alla qualificazione all’intertoto con ventidue gol….

Loro avevano giocato insieme in quella nazionale che perse la finale contro il Brasile in America, assieme erano comparsi nelle televisioni di tutti gli italiani per uno spot televisivo della Diadora dove ballavano il tip tap, erano grandi amici, ma quel giorno rivali…

Lui era Beppe Signori, che su rigore quel giorno segnerà il suo gol numero centotrenta, l’altro era Roberto Baggio, che il giorno prima comprò due pagine de “Il resto del carlino” per ringraziare e salutare i suoi ex tifosi, e chiedergli scusa se se ne era andato via così…

Era il 17 gennaio 1999, e all’ultima partita del girone di andata si affrontavano il Bologna di Mazzone e l’Inter di Lucescu che aveva da poco sostituito Simoni sulla panchina nerazzurra. La squadra di Milano era in crisi di risultati, allora il tecnico rumeno decise di puntare sul tridente d’assalto, Baggio Zamorano Ronaldo, sperando che si sarebbero fatti valere a suon di gol, ma quel Bologna era ostico da battere, soprattutto al Dall’Ara, e veniva dall’impresa di quattro giorni prima, quando aveva vinto al Delle Alpi in coppa Italia controla Juventus per 2a1.

L’Inter parte forte, e dopo una punizione fuori di poco di Baggio, ecco di nuovo il “Divin Codino” che si inventa un lancio perfetto per Ronaldo, che però solo davanti ad Antonioli sbaglia clamorosamente. Il Bologna si riprende in fretta, e Signori per ben tre volte va vicino al gol, prima con una punizione, poi con colpo di testa ed un pallonetto. Dovrebbe essere Bologna-Inter, ma in realtà è un po’ la sfida tra loro due, infatti Baggio, ancora su punizione, và di nuovo vicinissimo al gol prendendo il palo esterno. Una bellissima partita, piena di occasioni, che si sblocca a cinque minuti dalla fine del primo tempo. Signori dalla sinistra crossa una punizione in mezzo all’area per la testa di Andersson, ma Galante tocca di mano, rigore inevitabile. Và proprio Signori dal dischetto, senza rincorsa come al solito, e di sinistro insacca alle spalle di Pagliuca. Beppino corre ad esultare dalla bandierina del calcio d’angolo, alza la maglietta e mostra una scritta “130 CHE SPETTACOLO”, quello infatti era il suo gol numero130 inserie A, siglato proprio a Bologna, sotto la curva Andrea Costa!!!

Prima dell’intervallo c’è ancora tempo per due occasioni, una per parte, con Baggio che di testa tira fuori, e Pagliuca che salva miracolosamente un tiro di Binotto deviato da un suo difensore. Inizia il secondo tempo, e subito, al settimo minuto, il Bologna raddoppia… C’è un calcio d’angolo dalla sinistra, Signori batte in mezzo all’area e Fontolan di testa, complice una deviazione di capitan Bergomi, butta la palla in rete per il due a zero rossoblù. L’Inter è tramortita, e quasi non reagisce, e dopo un tiro di Ronaldo parato facile da Antonioli, è di nuovo il Bologna a spaventare, prima con Signori, poi con Paramatti che in girata si vede salvare la palla sulla linea di porta da Djorkaeff. Dopo la sostituzione di Baggio con Pirlo, altri due gol sbagliati da Beppe Signori, poi il triplice fischio. Il Bologna batte l’Inter due a zero, Signori batte Baggio, il presente rossoblù batte il passato.

Lui, arrivato e rinato a Bologna, fedele ai rossoblù fino in fondo, diventerà capitano della squadra e la trascinerà per sei anni; legatissimo alla città e alla squadra, firmerà addirittura un contratto in bianco pur di rimanere, andandosene solo a fine carriera prima in Grecia poi in Ungheria.

L’altro, arrivato e rinato a Bologna, non si ambienterà mai troppo sotto le due torri, e dopo appena una stagione se ne andrà all’Inter per giocare la Champions League, dopo l’esperienza fallimentare in nerazzurro, qualche stagione al Brescia poi la fine della carriera.

Due campioni, un ex pallone d’oro, miglior giocatore italiano di tutti i tempi, e un tre volte capocannoniere, tra i migliori marcatori italiani della storia, che ho avuto il piacere di veder giocare nel mio stadio, nella mia squadra, con la mia maglia. Ma se per uno fu solo una scappatella di un anno, con l’altro furono sei anni di amore intenso, e non chiedetemi chi preferisco tra i due, penso si sia capito da quello che ho scritto, e se non fosse così vi lascio con un ultima frase “ Non ho mai sopportato chi ti tradisce per andare con quello con la macchina più bella”.    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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