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Sandy Flash Back – Non importa cosa fai… – 8 nov

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Ci son immagini che rimangono indelebili in un tifoso, partite spettacolari, gol stupendi, parate miracolose e gesti inaspettati e inattesi. Alcuni vengono raccontati in libri, altri diventano figurine, ed altri ancora possono entrare nella storia di una squadra diventando addirittura l’immagine simbolo della campagna abbonamenti…

Quando al minuto novantaquattro della partita Atalanta-Bologna, del 27 aprile 2013, le telecamere di Sky inquadrarono Curci sdraiato a terra urlante che si teneva la gamba, i tifosi rossoblù non rimasero neanche troppo stupiti, era già il quarto infortunio stagionale che subiva il portiere, infortunatosi addirittura esultando per un gol nella sua prima partita da titolare contro il Catania. Per la partita successiva non ci sarebbero stati problemi a sostituirlo, anzi quasi tutti i tifosi erano curiosissimi di vedere all’opera il giovane Stojanovic, ma in quel finale di partita, coi tre cambi già consumati, il problema c’era eccome; il primo a farsi avanti fu capitan Diamanti, pronto a finir la partita tra i pali, ma Moscardelli lo fermò, dicendogli che lui sarebbe servito là davanti nel caso ci fosse stato tempo per un ultima azione, prese la maglia gialla di Curci e se la infilò prendendo il suo posto. Pochi secondi, giusto il tempo di addomesticare una palla coi piedi in area, prenderla in mano, e rinviare lungo, il più lontano possibile, al limite dell’area avversaria, poi l’arbitro fischiò la fine della partita. Pochi secondi di partita, ma il tempo necessario per scattare una foto, immagine che diventerà il simbolo della campagna abbonamenti, con lo slogan “Non importa cosa fai, importa che ci sei”. Moscardelli, arrivato in sordina nel Gennaio del 2013 per accontentar mister Pioli, grazie a face book e youtube in quei mesi era diventato un vero e proprio fenomeno del web, grazie a video caricati da lui stesso e ad immagini o battute caricate da altre persone che lo immortalavano al posto di eroi di film o di fumetti, entrando in porta quel sabato pomeriggio, fece letteralmente impazzire il social network, migliaia di post su di lui e sul suo gesto, migliaia di profili avevano condiviso la sua foto, ed allora il Bologna prese l’occasione al volo e gli diede l’incarico più importante, rappresentare la squadra per la stagione successiva. Idea geniale o stupida, i pareri si dividono, ma comunque un idea, cosa non certo scontata per questa società.

La partita fino a quel momento era stata anche divertente, con numerose occasioni da una parte e dall’altra, con molti gol sbagliati dall’Atalanta, soprattutto con Livaja che a botta sicura tira contro al nostro portiere e il solito Diamanti. I gol erano arrivati tutti nel secondo tempo, al minuto ventidue Curci smanaccia male un cross arrivato dalla sinistra, e Giorgi al volo dal limite dell’area piccola insacca il gol dell’uno a zero. A questo punto i nerazzurri provarono a chiudere la partita, ma appena undici minuti dopo il solito Gilardino, imbeccato da un assist di Diamanti, stoppa la palla di destro evitando un difensore ed ancora di destro insacca per il gol dell’uno a uno, suo tredicesimo personale. Dopo il pareggio le emozioni finirono, il risultato non cambiò più, il Bologna conquistò il punto che gli permise di arrivare a quaranta punti, e l’unica cosa da ricordare fu soltanto l’ennesimo infortunio al nostro portiere.

Una foto, una foto per rappresentare una stagione, il gesto “normale” di un giocatore “normale”, disposto a far di tutto per la sua squadra, e nonostante 

quando vedo il suo barbone che indossa la maglia numero uno attaccato agli autobus o nei cartelloni pubblicitari mi esce sempre un sorriso dalla bocca, quando leggo lo slogan penso sempre che quella è la frase giusta, il dictat che tutti noi tifosi dobbiamo seguire “Non importa cosa fai, importa che ci sei” qui, con il tuo Bologna, per il tuo Bologna!!!
 

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