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Si fa presto a dire “biscotto” -23 Apr-

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Si fa presto a dire “biscotto”
Certo, il rischio di una partita “accomodata” c’è sempre, così come visti i precedenti c’è sempre un sospetto latente, in ogni partita il cui risultato pare scritto già dal fischio d’inizio.
Ci sono però tantissimi modi per arrivare ad un presunto biscotto e molti di questi, non sono per forza “dolosi”, e quindi non implicano per forza un accomodamento.
Dopo Bologna-Sampdoria si parla di biscotto, perchè la partita è finita 1-1 ed è un risultato che tutto sommato va bene a tutti e che era ampiamente pronosticato in settimana.
Sicuramente è così, almeno per il fatto che sia al Bologna che alla Samp, il punto sia stato più utile che una sconfitta.
Forse è così anche per il fatto che i giocatori dopo l’1-1 si sono un po’ “tranquillizzati”, ma c’è un motivo non per forza negativo.
Io però, penso che di biscotto non si tratti, per il semplice fatto che nella mia idea di biscotto, le due squadre (o almeno buona parte dei giocatori in campo) devono preventivamente essere d’accordo per pervenire ad un certo risultato.
Così come mi era sembrato folle sentire qualcuno parlare di biscotto dopo il 2-2 col Torino (saremmo stati dei fenomeni ad orchestrarlo in quel modo), anche questa volta non sono d’accordo…per quanto in questo caso, le cose siano differenti.
Io ho visto un Bologna attento (soprattutto nel primo tempo) e con la voglia di chiudere, dopo l’1-0, la partita, cercando più volte di arrivare al 2-0.
Ho visto poi una Samp che non voleva perdere, che ha provato a pareggiare e che una volta pareggiato, non ha smesso del tutto di giocare.
Ho visto una bella partita divertente? No, questo no.
Però di cosa ci meravigliamo? Due squadre ormai salve, con il solo obiettivo di fare più punti possibili e magari non fare brutte figure davanti al proprio pubblico, una volta sull’1-1 cosa dovrebbero fare?
Attaccare per vincere: lo scopo del gioco è quello, mi direte voi.
Bene, può essere. Ed allora io che sono appassionato di calcio messicano (non chiedetemi perchè), vi racconto una cosa successa alla squadra messicana per cui tifo.
Semifinale di Champions League Nordamericana, partita di ritorno.
L’andata è finita 2-0 per noi, buon punteggio da cui partire, per andare in finale.
Lo scopo del gioco però, è vincere giusto? Sempre, quando si può. Ed allora dopo 1 minuto, calcio d’angolo a nostro favore…tutti in area avversaria…contropiede, tiro gol. Sotto 1-0 dopo 1 minuto e mezzo.
Si continua a giocare, vogliamo pareggiare. Al 20°, siamo 2-0 per loro. Dilapidato il vantaggio dell’andata. Fine partita 3-0 per gli altri: ciao finale di Champions.
Non è stata la prima genialata del genere, nè l’ultima…solo la migliore che io ricordi negli ultimi 6/7 anni.
La strategia fa pare del gioco, e quando ti accorgi che 1 punto basta, e che rischi di prenderne 0, forse è più saggio puntare ad 1 punto.
Io ho visto questo domenica, persone che vedendo la possibilità di prendere gol, hanno deciso di rallentare gli ultimi minuti.
Cosa avremmo detto se a 5 dalla fine Maxi Lopez avesse fatto l’1-2 mentre noi cercavamo di fare il 2-1?
Saremmo stati contenti perchè “almeno ci avevamo provato?”.
Ma non è una cosa solo sportiva, sia chiaro: parlando di realtà molto più importanti e drammatiche, non sono certo mancante nella storia notizie di due parti di eserciti nemici, che una volta trovata una posizione dopo una serie di scontri, capendo che solo con grandi rischi si possono conquistare altri metri, decidano di mantenere le postazioni dando vita solo a piccole scaramucce.
Ok, altri discorsi, lì è in ballo la vita e non 1 punto in classifica.
Ma il ragionamento a livello di strategia, è lo stesso e chi ha giocato a calcio lo sa: se in campo regna l’equilibrio ed entrambi con un punto possono essere soddisfatti, o c’è la giocata sicura, o c’è l’invenzione estemporanea di un singolo, oppure perchè rischiare di
perdere anche quel punto, soprattutto se poi non mancano troppi minuti alla fine?
C’è solo una difficoltà: come riconoscere un biscotto da una partita in cui i giocatori si rendono conto che è meglio non rischiare inutilmente?
Questo è il difficile, ognuno vede le cose a suo modo.
Non metterei la mano sul fuoco per il passato, ma il Bologna targato Pioli, per me, non ha ancora fatto biscotti.

Eldias

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