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The Day After – 23 Set

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Iniziamo con stasera una nuova rubrica a cui idealmente, come in una staffetta, il “Punto di Bettu” cede il testimone. Un calorosissimo benvenuto a Stefano Brunetti e al suo “The Day After” che parlerà della partita appena trascorsa, con tutte le considerazioni e gli approfondimenti. Buona lettura. 

 

Stessa storia, stesso posto, stesso Bologna.

Con la sconfitta casalinga contro il Torino di Ventura, la squadra rossoblù ha confermato una tradizione ormai assodata e certificata nel tempo: quella dei pessimi, e talvolta davvero disastrosi, avvii di campionato. Dal ritorno in serie A ad oggi, mai i rossoblù sono stati protagonisti di partenze lampo condite da eccellenti vittorie, se non in sporadiche o addirittura uniche occasioni (come la storica vittoria a Milano seguita poi, in realtà, da ben cinque sconfitte consecutive): la storia insegna che il Bologna, solitamente, inizia ad ingranare dalla nona-decima giornata, raggiungendo l’apice della forma nel periodo natalizio.

Chi però non concepisce la realtà come una serie ciclica di eventi che si ripetono, potrebbe non esser d’accordo: l’unica certezza, attualmente, è che nelle prime quattro giornate di campionato la compagine di Pioli ha raccolta la miseria di due punticini contro avversari tutt’altro che irresistibili. Un po’ poco per adempiere alle promesse di metà classifica sbandierate ai quattro venti quest’estate dal mister parmense!

E se nelle scorse stagioni le brutte partenze erano dovute a calendari ostici o assenze forzate di diversi titolari imprescindibili, quest’anno a difesa dell’imputato non ci sono nemmeno tali elementi: perché, Napoli a parte, Sampdoria, Udinese e in ultimo un Torino davvero ai minimi termini e tutt’altro che eccezionale, sono sembrate squadre davvero modeste.

D’accordo, mettici la sfortuna, qualche svista arbitrale di troppo ( il rigore quantomeno dubbio e l’espulsione di Natali nell’intervallo, un episodio a dir poco grottesco e dal sapore tragicomico), ma il risultato non cambia: il Bologna ansima già nei bassifondi della classifica; ma del resto dov’è la sorpresa?

Troppi gli interrogativi, troppi i dubbi che hanno accompagnato come solito l’estate rossoblù, teatro dell’ennesima disastrosa campagna acquisti che ha ulteriormente indebolito una squadra già privata nelle precedenti sessioni dei suoi gioielli migliori: la partenza di Taider in particolare ha lasciato orfano del suo asse portante il centrocampo rossoblù, ancora in attesa del miglior Perez ed in cerca di un degno compagno per Della Rocca, dopo le ennesime bocciature date dal campo a Pazienza e Khrin.

Anche l’attacco in realtà, così come la difesa, non se la passa meglio: la mancanza di Gila e Gabbiadini si è manifestata in tutta la sua drammaticità, con un Moscardelli esplosivo a sprazzi ed un Bianchi ancora lontano dall’essere il punto di riferimento del reparto offensivo. Male anche la retroguardia, che con gli 8 goal subiti ( 2 a partita), si pone già tra le peggiori del campionato.

Serve un deciso cambio di rotta e magari anche di uomini, con Laxalt, Mantovani, Cristaldo e Acquafresca che già scalpitano per un posto nell’undici titolare, in attesa anche del ritorno degli infortunati Sorensen e Cherubin.

All’orizzonte però c’è un calendario di certo non clemente : mercoledì ancora al Dall’Ara contro il Milan di Balotelli e Kakà, domenica trasferta sulla carta impossibile a Roma contro una squadra a punteggio pieno e prima in classifica.

La missione è di uscire da questo tour de force con almeno un punto, per evitare di arrivare alla delicata sfida del 6 ottobre in casa con l’Hellas con il morale sotto i tacchi.

Certo, siamo ancora alla quarta di campionato, è presto per il panico e per la caccia ai colpevoli, ma una cosa è sicura: è arrivata l’ora di macinare punti.

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