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Thiago Motta, tre soluzioni e un jolly per sostituire Ferguson

Senza Fergie in campo, Thiago Motta e il Bologna perdono l’uomo più utilizzato, ma la rosa rossoblù dispone di buone alternative

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Thiago Motta durante Bologna-Salernitana
Thiago Motta (© Damiano Fiorentini)

Ormai non c’è più bisogno di spiegarlo e ribadirlo: il Bologna in questo finale di stagione dovrà fare a meno di Lewis Ferguson, un problema da risolvere per Thiago Motta. Il tecnico rossoblù dovrà risolvere quello che è forse il rompicapo più grande dell’ultima stagione e mezza: come sostituire lo scozzese? E se apparentemente il problema sembra quasi irrisolvibile, la rosa lunga che gli ha consegnato il Bologna lo aiuterà nella scelta. Perché le ipotesi e le opzioni sono tante, anche piuttosto fantasiose. Noi proviamo ad analizzare quelle già sperimentate e ci permettiamo di suggerirne almeno un’altra al tecnico italo brasiliano.

Thiago Motta e il Bologna senza Ferguson

Partiamo dai numeri e da ciò che è accaduto in questa stagione. Lewis Ferguson è, con 2928 minuti (esclusi i minuti di recupero), il calciatore con il maggior minutaggio della rosa. Una quantità di minuti in campo da colonna portante del progetto tecnico del Bologna 23/24. Una centralità che Ferguson ha acquisito lavorando duramente agli ordini di Thiago Motta al Bologna. Sia da un punto di vista tecnico che dal punto di vista caratteriale, diventando un leader. Non a caso gli è stata data la fascia di capitano, con il benestare di tutto l’unitissimo spogliatoio.
In questa stagione, finora, è partito titolare 33 volte su 36. Le uniche tre assenze sono dovute alla squalifica in occasione di Bologna-Genoa e al turnover in Coppa Italia contro Verona e Inter.

La soluzione più naturale: Giovanni Fabbian

È evidente che la soluzione più naturale per quanto dimostrato in questi primi 8 mesi in rossoblù è Giovanni Fabbian. Il centrocampista scuola Inter è certamente il più indicato alla sostituzione di Ferguson nello scacchiere tattico di Thiago Motta e del Bologna sotto diversi punti di vista. Giovanni possiede, indiscutibilmente, lo stesso fiuto del gol di Ferguson, se non addirittura superiore: Giocando un terzo dei minuti dello scozzese ex Aberdeen, Giovanni ha segnato 5 reti (una in meno del britannico).

Il dinamismo è paragonabile, quel che però non è paragonabile al momento è la lettura del gioco avversario. Così come la presenza fisica in campo, dove Fabbian è addirittura superiore al classe ‘99. Il ragazzo di Camposampiero è un ottimo intenditore, ma non ai livelli di Lewis. Idem, per quel che riguarda l’aiuto alla costruzione della manovra: Lewis è moto perpetuo in cerca della soluzione migliore per garantire un aiuto al compagno in possesso. L’eventuale spazio da titolare gli sarebbe comunque utile per colmare queste lacune.

La soluzione “interna”: Kacper Urbanski

Più volte sperimentato esterno sulla trequarti, Kacper Urbanski ha dimostrato di non possedere esattamente il passo da ala. Il suo ritmo di gioco e la sua velocità lo rendono un giocatore più adatto a fasce centrali del campo. Ecco perché già contro l’Empoli e proprio nel finale contro il Monza, dopo il ko di Fergie, Kacper è andato a ricoprire il ruolo di trequartista. Certo, il giovane polacco non sembra avere il killer instinct sotto porta, ma è una soluzione interna con caratteristiche diverse e gode della totale fiducia di Thiago, visto il recente utilizzo. Il gioco del Bologna, con lui nel ruolo di “numero 10” alle spalle della punta, è parso più ragionato. Per interpretare il ruolo manca forse un po’ di elettricità al modo di giocare dell’ex Primavera rossoblù.

Rispolverare vecchie armi: Nikola Moro

Chi scrive, ad inizio campionato, riteneva che Nikola Moro potesse e dovesse diventare fondamentale nel gioco del Bologna di Thiago Motta, ma non nella posizione di Ferguson. Bensì in mediana di fianco a Remo Freuler. Moro è un regista, ha ottima visione di gioco e può giocare in varie posizioni del campo, sfruttando anche altre doti quali un buon dinamismo e un discreto tiro dalla media distanza. L’ex Dinamo Mosca ha perso il posto guadagnatosi nella passata stagione, dopo qualche opaca prestazione in avvio d’annata. Il suo impiego si è ridotto, fino ad azzerarsi quasi totalmente da febbraio in poi. Il croato avrebbe compiti completamente diversi se schierato sulla trequarti, sostituendo più il Ferguson tuttocampista che il Ferguson finalizzatore. Tuttavia, attenzione alla soluzione croata nell’ottica di un 4-1-4-1.

E se il Bologna di Thiago Motta, senza Ferguson, cambiasse modulo?

In molti, come noi, hanno pensato immediatamente alle soluzioni sopraccitate. Ci sarebbe in extrema ratio anche la possibilità di vedere schierato da trequartista anche Michel Aebischer, ma è comunque difficile immaginarlo costantemente alle spalle della punta. Un’altra soluzione, meno considerata che potrebbe anche avere un senso in un finale di stagione in cui conta solo vincere e in cui il Bologna sta faticando a segnare potrebbe essere il cambio di modulo.

Al posto dell’inserimento di un centrocampista sulla trequarti perché non pensare ad una vera punta vicina a Joshua Zirkzee? Sia Santiago Castro che Jens Odgaard sono giocatori in grado di giocare in un attacco a due. Un compito quasi facile accanto ad centravanti della tecnica, della mobilità e della fantasia di Zirkzee. Sarebbe richiesto del lavoro extra in fase di non possesso alle due ali, ma finora il loro sacrificio è stata una delle armi in più della impenetrabile fase difensiva rossoblù.
La sensazione insomma è che Thiago Motta, in assenza di Ferguson, perda il suo pilastro. Ma può comunque scavare nella rosa degli uomini a disposizione per sostituirlo. Anche inventando qualcosa di nuovo.

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