Bologna FC
Beukema: «Raggiungendo la Champions abbiamo scritto la storia»
Il difensore rossoblu Sam Beukema, in una lunga intervista per AS, si è espresso sullo storico traguardo Champions League, su Thiago Motta e sulle voci di mercato che lo interesserebbero.
Il difensore rossoblu Sam Beukema, in una lunga intervista per AS, si è espresso sullo storico traguardo Champions League, su Thiago Motta e sulle voci di mercato che lo interesserebbero.
L’intervista di AS a Sam Beukema
Complimenti per gli ultimi risultati in Coppa Italia e Serie A. Il Bologna ha cambiato passo. A che cosa è dovuto?
«Vogliamo continuare come abbiamo fatto l’anno scorso. Però noi, io, sapevamo che sarebbe stato difficile perché sono arrivati nuovi giocatori e un nuovo allenatore che ha portato delle novità. È un modo diverso di giocare, anche se per alcuni aspetti è lo stesso, ci sono alcuni dettagli e il modo di pressare che sono diversi».
Ma ora sembra che tutto sia stato messo a posto…
«Sì, ora siamo come giocare e ci conosciamo l’un l’altro. E anche i nuovi si sono integrati nei nostri schemi. Siamo in un buon momento. Daremo tutto, tutti i giorni e si vedrà».
È stato difficile salutare Thiago Motta dopo una stagione del genere?
«Sì, è stato difficile salutarlo perché credo che tutto il mondo abbia grande rispetto per quello che ha fatto. Non parlo solo di quel che ha fatto da giocatore, ma proprio per l’allenatore. Basta guardare come ci ha fatto giocare. Non è stato facile quindi, ma questo è il calcio».
Che tipo di allenatore è Thiago Motta?
«Lo descriverei abbastanza calmo durante la settimana. Non è un gran chiacchierone, non grida. Quando ha bisogno di parlare, si fa sentire, però direi che osserva più che parlare. Non è il tipo di allenatore che parla con tutti ogni giorno. Per quando giochi, si preoccupa di come tu stia. Osserva attentamente e durante le chiacchierate con lui, lì si che parla molto perché è molto attento alla tattica ed è ossessionato dal gioco».
Era chiaro che sarebbe andato via per andare in un grande club?
«Non lo sapevo. All’inizio penso che nessuno lo avrebbe pensato. Tutti eravamo concentrati a fare il meglio per la squadra. Alla fine, poi, le notizie sono cominciare a venire fuori. È normale: quando la gente fa bene il suo lavoro, altre squadre si interessano».
Sabato vi siete incontrati. È stato speciale.
«Sì, molto speciale. Non solo perché lo abbiamo visto, ma anche per tutto lo staff: match analyst e collaboratori».
Bologna è impazzita con la qualificazione alla Champions League…
«È stato incredibile, non avevo mai visto così tanta gente insieme, in piazza. Abbiamo conquistato la Champions e la città si è riempita con 30/40 mila persone. Il centro era bloccato. Tutti emozionati, che piangevano. È un momento che non potrò mai dimenticare: abbiamo scritto la storia».
Competere in Serie A, Champions League e Coppa Italia ha complicato il vostro cammino in questo inizio di stagione?
«Ci sono sicuramente pro e contro. Se devi mantenere questo ritmo, non c’è tempo per prepararti. Dall’altra parte, a me come ad altri, piace molto giocare tante partite di seguito. Così evolvi come giocatore e come squadra. Ci sono cose buone e cose meno buone… È una novità per noi questo ritmo, ma v quello che vogliamo è arrivato più avanti possibile e ora stiamo giocando bene».
Beukema, sia con Motta che con Italiano, è un titolare inamovibile. Si è adattato bene al calcio italiano… Per un difensore è più difficile in Italia o in Olanda?
«In Italia ci sono giocatori migliori. Direi che è più complicato».
Sa che continuando così, tanti grandi club la seguiranno?
«Mi mandano messaggi di questo tipo… (ride, ndr). Vedremo, davvero voglio solo fare lo stesso cammino dell’anno scorso col Bologna. Sono orgoglioso di giocare in questa squadra e di fare il miglior risultato possibile. Alla fine della stagione vedremo. È sempre bello ricevere messaggi di questo tipo».
Si parla anche dell’interesse del Real Madrid. Come affronta una notizia del genere?
«Non puoi non sorridere leggendo qualcosa del genere, ma vedremo alla fine della stagione. Per ora voglio solo fare del mio meglio con il Bologna».
Parlando del Real Madrid, i Blancos affrontano l’Atalanta. Conosci bene la squadra di Gasperini.
«L’Atalanta ha un modo molto specifico di giocare. Sono bravissimi a difendere situazioni specifiche e hanno grande qualità in attacco. Non è facile batterli. Il loro pericolo maggiore sta proprio in avanti».
Quale giocatore vi ha messo più in difficoltà?
«L’attaccante più pericoloso affrontato finora è stato Lookman. È tra i migliori del mondo».
Qual è il tuo obiettivo personale?
«Migliorare il mio livello in generale, diventare più importante per la squadra… L’anno scorso è stato il primo qui, e ora voglio assumermi più responsabilità».
E come squadra?
«Dimostrare che diamo il massimo ogni giorno e mantenere il livello che abbiamo. Purtroppo non abbiamo ancora vinto in Champions, ma speriamo di cambiare presto le cose. Giochiamo tre competizioni, e in Coppa Italia siamo già ai quarti…».
Come reagiscono i tifosi alle sconfitte in Champions?
«Sono orgogliosi che giochiamo in Champions League. Vogliamo regalare loro qualcosa in cambio, perché se lo meritano. Speriamo di farlo contro il Benfica».
Come è nato il tuo amore per il calcio?
«Ricordo che già a uno o due anni tiravo calci a un pallone. Nella mia famiglia si è sempre seguito tanto calcio, e a sei anni ho iniziato a giocare in squadre dilettantistiche. Sono molto orgoglioso di dove sono arrivato».
Hai sempre giocato come difensore?
«No, inizialmente ero centrocampista offensivo, un trequartista. Poi, crescendo, sono arretrato a centrocampo e, diventando più alto, sono stato spostato in difesa. Avevo 15 o 16 anni, credo. È stata una buona scelta».
Quando hai capito che saresti diventato un professionista?
«Ho avuto momenti difficili. Quando ero al Go Ahead Eagles mi dissero: “Sam, dai tutto e fai bene, ma ci aspettavamo uno sviluppo maggiore. Puoi continuare ad allenarti con noi finché non trovi una nuova squadra”. È stata dura. Ero scoraggiato e pensavo di non poter diventare un professionista. Ma ho lavorato sodo, e con un po’ di fortuna, grazie a qualche infortunio di altri difensori, ho avuto opportunità e ho iniziato a giocare di più. Nel 2020, dopo il COVID, ho segnato nove gol e ho capito di essere sulla strada giusta».
Chi era il tuo idolo da giovane?
«Ronaldinho, anche se non era un difensore. Avevo poster di lui nella mia stanza. Da difensore, invece, mi ispiravo a Ramos, che considero il migliore al mondo. È ancora una macchina. Spero trovi presto un buon club».
Cosa fai nel tempo libero?
«Mi piace giocare a FIFA con i miei amici in Olanda. Qui esco spesso con Ferguson e Ndoye, che sono i miei migliori amici nella squadra. Andiamo a bere un caffè o a fare shopping. Vivere a Bologna è fantastico: le persone sono molto rispettose».
Qual è il consiglio che ti ha segnato di più?
«Anche se non giochi tanto o le cose non vanno come vorresti, cerca di imparare da ogni situazione. Non essere pigro, non dare la colpa agli altri. Lavora su te stesso e continua a migliorare».
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