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Umarells rossoblu – Livorno Bologna – 01 Novembre

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Arrivo a Livorno in orario perfetto per la gara. Un bel match d’alta classifica, una partita che l’anno scorso si è giocata in Serie A. 
Entro e mi accomodo. Non siamo mica pochi qua in Toscana oggi.
Tutti in piedi. Il minuto di silenzio per Klas. Un guerriero, un giocatore d’altra categoria, un uomo di quelli dei quali si sono perse le tracce: puro, vero, forte. Ci mancherà e non è retorica.
 
Inizia la partita. Siligardi sembra tarantolato, è ovunque. Loro sono partiti a tutta, per fare la partita, per vincere. I nostri offrono ancora quel maledetto quarto d’ora iniziale. Roba da film dell’orrore. Halloween era venerdì!
 
Mi guardo attorno, di entusiasmo se ne vede, nonostante l’inizio stentato. 
 
Buchel, che appare quantomeno in campo, tenta di impostare una trama di gioco. Acquafresca si divora un’occasione e mi metto le mani nei capelli.
 
Verso il ventesimo mi accorgo che c’è Garics in campo, perchè? Perchè sbaglia un appoggio da scuola calcio. Ah, mi era proprio mancato.
 
Il Livorno continua a essere padrone del campo. C’è poco da fare, a centrocampo abbiamo Matuzalem che passeggia come se fosse a Villa Giulia a godersi la vecchiaia e i giocatori amaranto affondano come lame nel burro. Auguri.
 
Vantaggiato, ex rossoblu come altri ottantasei nel Livorno, è quello che verso fine primo tempo ci prova di più. Djokovic è un giocatore molto ordinato, che sa fare gioco, ecco forse perchè Guaraldi l’ha venduto dopo sei minuti e mezzo che era tornato a Casteldebole.
 
Problemi per Acquafresca, evanescente, che lascia il posto a Pasi.
 
L’arbitro fischia la fine del primo tempo. Sospiri di sollievo rossoblu al Picchi. Morale della favola? Zuculini e Buchel sono scesi in campo, gli altri giocano a sbarazzino mentre mangiano caciucco e il Livorno ci sta prendendo a pallonate. 
 
Qua butta male. Durante l’intervallo bevo una birra di contrabbando e mi affido a qualche Santo.
 
Il secondo tempo inizia e il film è sempre quello: loro giocano e noi ce la facciamo sotto dalla paura. 
 
Emerson rompe il nostro gioco, Djokovic lo imposta, Siligardi e Vantaggiato imperversano. 
 
Garics si domanda perchè non abbia fatto la guardia di confine al posto del terzino destro e si fa infilare da tutti, lo driblerebbe anche una nave metaniera della Mauritania.
 
Poi all’improvviso il clamoroso, l’inatteso, l’incredibile. Tiro con pretese meno di zero da lontanissimo di Laribi, Mazzoni viene posseduto dallo spirito di “Saponetta” Cusin e fa una cappella clamorosa, la palla rimbalza sul gomito di Bernardini, sulla tibia di Lambrughi, sullo scafoide di Ceccherini, sul naso di un tizio al porto e sulla parrucca di Sandro Mayer e entra in porta.
 
Noi tifosi rossoblu esplodiamo, increduli della sbusonata. Della serie, congiunzione astrale favorevole che ci farebbe vincere al Supernalotto anche giocando una schedina del Totogol.
 
Gautieri sostituisce l’autore dell’autogol e inserisce Galabinov. Pochi lo ricordano, ex rossoblu, un passaggio nella Primavera, un annetto in prestito e poi via cacciato con infamia. Poi riemerge misteriosamente l’anno scorso in B con l’Avellino facendo undici gol.
 
Il Livorno attacca a testa bassa e dopo pochi minuti, in cui noi recitiamo la parte degli zombie, gli amaranto pareggiano proprio con Vantaggiato. Ecco. 
 
La gara è convulsa. Fumo come un turco e me la vivo tutta.
 
Buchel fa un cross, già di per sé un evento storico che un rossoblu faccia un cross dritto, Zuculini solo e fa gol. Incredibile, loro giocano e noi segniamo. Sembra la classica giornata in cui tutto possa andare bene.
 
Sembra, perchè il Livorno non demorde, anzi, continua a giocare a calcio, cosa che noi oggi non pensiamo neanche di fare.
 
Lopez prende un colpo di sole in pieno inverso e toglie Cacia, seppur spento, ma l’unica punta di peso della squadra e fa entrare Abero. Mossa assurda.
 
Poi fuori Zuculini e dentro Ceccarelli. Ok Lopez che vuoi difendere il risultato, ma così ti suicidi.
 
Appunto, Galabinov fa un gran gol, ma viene annullato e l’arbitro concede il rigore che il bulgaro realizza. Imprecazioni miste dalla curva.
 
I nostri le provano tutte per difendersi, ma sembra l’assalto dei Navy Seals contro la Guardia Repubblicana di San Marino, nessuna resistenza.
 
Colpo di cannone di Vantaggiato e siamo affondati. Tre a due per loro. Piove su Lopez, piove su di noi. Piovono insulti.
 
Tre fischi, grazie al cielo recupero corto altrimenti ne avremmo potuti prendere altri dodici.
 
Esco dallo stadio senza molta voglia di parlare. 
 
Mi chiama mio nonno. 
 
“Ma lo hai mangiato il caciucco?”.
 
“Nonno, non ho voglia di scherzare!”.
 
“Su non prendertela, in fin dei conti ci può stare. Loro sono forse la più forte del campionato.”.
 
“Hai ragione, ci può stare, ma non di perderla così!”.
 
“Dai, magari Lopez si fa una bella bistecca nella strada del ritorno, che fa buon sangue e prende più coraggio!”.
 
“Esatto!”
 
“Lopez deve ancora dimostrare molto, non possiamo pretendere troppo. Ci eravamo abituati troppo bene, a volar troppo alto si fa come Icaro se non si fa attenzione.”.
 
La saggezza in poche parole, nel calcio come nella vita.

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