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Verso Roma-Bologna, Voccia: «De Rossi ha rivitalizzato la squadra. I rossoblù devono fare l’ultimo step»

Domani è il giorno dello scontro diretto tra giallorossi e rossoblù, Simone Voccia dalla Capitale ci racconta il momento della Roma e come la squadra arriva alla gara

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L’esultanza di Lukaku e Mancini durante Roma-Milan di Europa League
Lukaku e Mancini contro il Milan (© AS Roma)

Domani alle 18:30, Roma-Bologna aprirà il Monday Night di Serie A che culminerà nel Derby di Milano, forse decisivo per lo Scudetto.

Per presentare la sfida, abbiamo fatto una chiacchierata con il collega dell’emittente romana Teleradiostereo, Simone Voccia.

In questi giorni sono arrivate tante notizie in casa Roma. Prima del passaggio del turno in Europa League, è arrivata la conferma di De Rossi. È sicuramente un momento felice per i giallorossi, ma ci puoi raccontare come è il momento della Roma visto da vicino?
«Il momento della Roma è di grande euforia nell’ambiente. È una squadra che sta facendo bene in campionato, aiutata anche dall’andamento delle altre. Il pareggio dell’Atalanta contro il Verona ha permesso alla squadra di De Rossi di poter pensare solo a sé stessa anche in caso di vittoria contro la Fiorentina nel recupero. Da tutta questa situazione, compreso l’andamento in Europa League, nasce una grande fiducia in De Rossi da parte della Roma. Perché è stato in grado di rivitalizzare una squadra che aveva perso la bussola già dopo la finale di Europa League dell’anno scorso: con Mou la squadra aveva fatto 29 punti e De Rossi in meno partite è riuscito a fare quasi altrettanto».

Che allenatore è De Rossi?
«Nessuno pensava che De Rossi potesse fare così bene alla Roma. È stato accolto con scetticismo e preoccupazione anche per le sue poche esperienze. In realtà si sta comportando come quello che tu si aspettavano da lui fin da calciatore: un allenatore capace e non integralista, visto che viene da una scuola di allenatori come Luis Enrique e Spalletti che hanno principi molto consolidati e “giochista”. Ha dimostrato di essere molto intelligente e in grado di leggere le gare e gli avversari.
Lui ha ammesso di essere molto aiutato dal suo essere stato un centrocampista, perché capisce momenti e ritmi della partita. Lui ha poi ha una grande capacità umana di entrare nella testa dei giocatori e motivarli. In maniera diversa da Mourinho, che rimane un fuoriclasse da questo punto di vista».

Al di là del presunto “dualismo”, De Rossi è stata forse l’unica scelta che poteva non far rimpiangere, almeno sentimentalmente Mou. Ma anche dal punto di vista tattico, la squadra è migliorata anche grazie alle basi costruite da Mourinho…
«In questa Roma c’è tanto di De Rossi, ma c’è tanto anche di Mourinho. Perché la squadra è più propositiva, ma sa ancora chiudersi, giocare sporco e rendere la vita difficile agli avversari quando va in vantaggio».

Mourinho e De Rossi hanno due modi di comunicare completamente diversi. Questo ha influito anche nel motivare la squadra?
«Mourinho aveva capito perfettamente la piazza, la storia, la filosofia. Il tifoso della Roma si identificava in Mourinho quando portava avanti determinate battaglie. Penso alle critiche a certe scelte arbitrali. Quindi per tutto quello che ha fatto per la Roma, Mourinho verrà sempre applaudito e amato, ma la Roma va avanti. Era chiaro che non la squadra non digerisse più il modo di giocare e il modo di tirare fuori il massimo dalla squadra. Era una squadra quasi “esaurita”. Invece, De Rossi ha esaltato i giocatori e li ha rigenerati. E ora siamo contenti della conferma, perché c’era la paura che per ambizione questo prolungamento non arrivasse».

Che cosa ti aspetti dalla gara di domani?
«Mi aspetto che la Roma in campionato non si faccia influenzare dall’Europa League. Mi attendo una gara tra allenatori bravi e attenti a ciò che fa l’avversario. La sensazione è che il Bologna abbia perso tanto e deve ritrovare anche la vena di Zirkzee. Ma comunque, parliamo di una squadra che sta facendo un miracolo. Spero che De Rossi riesca ad incastrare Motta come ha fatto in altre gare della Roma. Il Bologna ora deve capire che viene affrontata come una grande ed è lo step che forse ora le manca. È lo scalino che ha superato l’Atalanta».

Infine, una domanda d’obbligo. Nel Bologna, uno dei giocatori più importanti di questa stagione rossoblù, è proprio un prodotto del settore giovanile della Roma, che cosa ci puoi dire di lui e soprattutto se ti aspettavi che facesse così bene da centrale.
«Calafiori è un pezzo di cuore. Gli auguro ogni bene e quando è uscito dalle giovanili si sapeva che era un giocatore di grande livello, anche se allora giocava esterno e la sua vera dimensione tattica l’abbia trovata Thiago Motta. Perché Calafiori ha la gamba di un terzino, piedi educatissimi e poi ha una capacità di lettura delle situazioni in difesa notevole. E non immaginavo potesse giocare così centrale, tanto che quando ho visto Calafiori centrale, ho pensato “ora prendono un’imbarcata”. È uno di quelli davvero in ascesa».

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