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La mano della camorra sulla Juve Stabia: sicuri che il problema sia la pirateria?

La Procura di Napoli prende il controllo delle “Vespe” per contrastare il dominio della camorra sulla società di Serie B

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Stadio “Romeo Menti”, casa della Juve Stabia (© Juve Stabia)
Stadio “Romeo Menti”, casa della Juve Stabia (© Juve Stabia)

La notizia oggi ha shockato l’opinione pubblica. La Juve Stabia, club di Serie B, è stata commissariata dalla Procura di Napoli in collaborazione con la Procura Nazionale Antimafia per infiltrazioni della camorra. Il club sarà sotto il controllo di un commissario giudiziario finché verrà ritenuto necessario.

Un provvedimento duro, importante che lascia attoniti e che spiega quanto il calcio possa diventare da affare a malaffare senza le adeguate tutele. La mafia, in tutte le sue forme, si infiltra, prende il controllo e domina la scena. E se in passato cose di questo genere hanno solo sfiorato il pallone, oggi che la mafia non è più solo una associazione a delinquere ma una vera impresa parallela alla legalità, i metodi di controllo devono cambiare.

Le gravi parole di Gratteri

La sensazione era che queste infiltrazioni della camorra avessero solo contaminato la Juve Stabia. In realtà, il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri ha spiegato come la situazione fosse molto grave. Sulle “Vespe” non pendeva l’ombra della camorra, piuttosto era una mano che teneva in pugno la società.

«Bisognava intervenire. Non era

Nicola Gratteri in primo piano e Giovanni Melillo, Procuratore Nazionale Antimafia accanto (fonte: video Passione Pescara)

Nicola Gratteri in primo piano e Giovanni Melillo, Procuratore Nazionale Antimafia accanto (fonte: video Passione Pescara)

pensabile lasciare che la Juve Stabia fosse strumento della camorra per farsi pubblicità, per gestire il potere e creare consenso. Quindi, è ovvio che loro erano presenti in tutte le articolazioni della società: dallo spostamento della squadra con gli autobus alle ambulanze, dalla vendita dei biglietti e delle bibite fino al controllo della sicurezza all’interno dello stadio. Era un pacchetto completo, a 360 gradi, per cui i giocatori dovevano solo pensare a giocare al resto ci pensava la camorra. Noi siamo intervenuti su questi settori. Abbiamo pensato di mettere in sicurezza la squadra e i calciatori; mentre, tutto il resto deve essere rivisto con l’aiuto di prefetto e questore. La società deve rimettersi immediatamente in linea con norme e parametri per giocare in Serie B».

Priorità sballate

E mentre in Serie A, B, C, D, ogni anno o ogni tot anni succedono fatti di gravità crescente. Mentre in Serie C falliscono società su società. E mentre in B e in A, si gioca coi bilanci grazie soprattutto alla vendita dei diritti TV, in perenne calo da 15 anni, il sistema calcio cola a picco.

Nel frattempo, proliferano casi di mala gestione e ora evidentemente anche di malavita applicata al mondo del pallone. Ma la Lega Serie A, l’ammiraglia delle leghe professionistiche, si accanisce sui consumatori che cercano vie alternative per godersi il penoso spettacolo della Serie A, che altrimenti costerebbe una quantità di denaro insostenibile per le famiglie italiane oggi.

Manca il controllo

La base di questo assurdo circolo vizioso, in cui a pagare sono solo i tifosi è che nonostante l’evidenza dei fatti manca il controllo. La Juve Stabia non sarebbe mai dovuta finire nelle mani della camorra. Così come non dovrebbero esistere, a livello professionistico, società che si iscrivono ai tornei e poi falliscono durante lo stesso.

Manca un controllo preventivo su bilanci e nuove proprietà. I proprietari fanno quello che vogliono o finiscono nelle mani di chi non vuole il bene del calcio. La CoViSoc, da anni, è la foglia di fico dietro la quale la Figc si nasconde, senza prendere reali provvedimenti. La nuova commissione parlamentare dovrebbe entrare presto in funzione, ma forse sarà troppo tardi per un sistema che si sta strozzando con le sue stesse mani.

 

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