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Maccabi-Bologna: ecco la decisione del Centro Bologna Clubs

Il CBC ha deciso: bisogna dare un calcio alla guerra, e l’assenza simbolica sarà un messaggio di pace

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Il pallone dell'Europa League 2025/26 (© Bologna FC 1909)
Il pallone dell'Europa League 2025/26 (© Bologna FC 1909)

L’ammissione, rinnovata in questa stagione, delle società israeliane alle competizioni europee ha suscitato reazioni diverse. C’era, infatti, chi si sarebbe aspettato una dura presa di posizione da parte della UEFA, come accadde anche alla Russia qualche anno fa. Però, ad oggi, nessuna squalifica è arrivata sui tavoli delle società calcistiche della Terra del Signore, ragion per cui il Bologna sarà chiamato alla trasferta più difficile della sua storia. Non dal punto di vista calcistico, né logistico (si giocherà a Backa Topola, in Serbia), bensì “politico”.

Tifosi divisi

Così, anche se le questioni politiche normalmente non entrano e non dovrebbero entrare nelle vicende sportive, risulta inevitabile un conflitto personale che riguarderà tutti i tifosi rossoblu. Scegliere l’onorevole via della rinuncia, o sostenere i ragazzi di Italiano in un surreale campo neutro? Anche se non sarà unanime, il Centro Bologna Clubs ha trovato la risposta che unirà gli oltre settanta gruppi organizzati in una decisione ardua.

Non seguire la squadra sarà certamente doloroso, ma, stando al comunicato redatto durante l’assemblea del 5 ottobre, è la cosa più giusta. Ad ogni modo, se ci fossero tifosi contrari alla decisione o desiderosi di seguire il match dalla Serbia, questi potranno serenamente andare, scegliendo in piena libertà la propria posizione. D’altronde siamo tutti uomini, e lasciare autonomia ai membri dei club era doveroso.  Ma mai darlo per scontato.

La terza maglia del Bologna (@ Bologna FC)

La terza maglia del Bologna (@ Bologna FC)

Una questione di umanità

Questo desiderio di pace e libertà personale è confermato dalle ultime parole della presa di posizione: «L’iniziativa di questo Coordinamento- che sappiamo essere meramente simbolica- non è rivolta contro la popolazione israeliana e ebraica, ma nei confronti di tutti coloro che violano le più elementari regole del diritto internazionale e umanitarie in nome del potere economico, calpestando il diritto all’esistenza di un popolo da anni vittima di soprusi ai quali occorre porre termine».

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