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Calcio

Tutto calcio che Cola #18: Appunti Mondiali #04 – 06 Lug

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Conclusi i quarti, abbiamo le semifinali di questo Mondiale finora bello e strano che però come sempre nella sua conclusione vede emergere le solite grandi scuole calcistiche: Brasile-Germania e Argentina-Olanda saranno due grandi partite, con almeno 3 delle 4 squadre che erano da preventivare come protagoniste a questo punto del torneo.

Senz’altro meritato e prevedibile il risultato per il Brasile, dal quale molti hanno finto di aspettarsi di più quando in realtà tutti più o meno sapevamo che questa sarebbe stata la squadra: forte, quadrata, solida in difesa e capace in attacco di inventare giocate spacca-partita. L’infortunio di Neymar potrebbe essere però un colpo abbastanza grave alle ambizioni degli uomini di Scolari, dato che se qualità manca secondo me manca proprio davanti: Fred e Hulk sono sicuramente due buoni giocatori tendenti all’ottimo, ma mancano della giocata imprevedibile che può beffare una difesa schierata e risolvere una gara. Staremo a vedere quanto è forte, caratterialmente parlando, Oscar, chiamato a prenderne idealmente il posto per estro e creatività. Certo è che questo Brasile, pur non essendo sicuramente il più forte della storia (ma servirebbe il Brasile più forte della storia per vincere il Mondiale?) è come detto solido e compatto e le soluzioni per andare in gol non mancano ma anzi possono arrivare anche dalla fenomenale coppia di difensori centrali Thiago Silva – David Luiz (destinati a far grande anche il PSG in Europa, attenzione) come del resto si è visto con la Colombia. Che è stata un ottima sensazione di questo torneo ma che ha patito nella gara contro i padroni di casa l’assenza della sua stella più grande – peraltro assente per tutto il Mondiale come noto – ovvero Radamel Falcao. Chiedersi cosa avrebbe potuto fare questa squadra con il ‘puntero’ del Monaco dev’essere amaro per i tifosi dei ‘cafeteros’, che invece se la sono rifatta a mio avviso ingiustamente con l’arbitro di una gara che non ha mai visto i colombiani dare l’impressione di prendere in mano la sfida.
In ogni caso, per concludere il ragionamento, Brasile ovvio favorito: è tecnicamente forte, gioca in casa, ha un paese intero che lo spinge. Non vanno dimenticati però l’infortunio di Neymar e nemmeno il fatto che sia giunto fino a qui aiutato non dagli arbitri ma da un bel po di buona sorte, come avvenuto nella gara degli ottavi contro il Cile. Certo l’assenza per squalifica (peraltro evitabile) di Thiago Silva non faciliterà il compito di Scolari contro i tedeschi. Anzi.


La Germania è la Germania. Squadra fortissima, ok, ma soprattutto puro spirito tedesco, quello che porta questo paese a non arrendersi mai, a lavorare sempre al 101%. Nel calcio questa sensazione è giustificata da una semplice considerazione, e cioè che se si guardasse i piazzamenti forse nessuno al mondo starebbe sopra alla truppa di Low. Quando conta, la Germania c’è sempre, è un dato di fatto. Come lo è però il fatto che rispetto alle occasioni avute il bilancio (che parla pur sempre di 3 Mondiali vinti e di altrettanti persi all’atto finale) non è così roseo. Temo che sarà così anche stavolta, perché per quanto fortissima la squadra mi pare inferiore al Brasile e alla sua smodata voglia di vincere il Mondiale. Certo è che se arrivasse la vittoria sui padroni di casa il discorso cambierebbe completamente, ma allo stato attuale non penso che ciò accadrà. Nonostante un Thomas Muller ancora più forte di quel che in tanti dicono, nonostante un Neuer che probabilmente è al momento il miglior portiere al mondo. Certo contro la Francia i tedeschi non hanno fatto un partitone, ma è indubbio che hanno saputo spegnere benissimo le velleità avversarie controllando la gara in modo quasi glaciale. E’ anche così che si vincono le partite – e forse i Mondiali. 


La mia favorita è l’Argentina. Che pur non mostrando un gioco scintillante (anzi) appare tutto sommato solida e adeguata. Difesa e centrocampo non sono indimenticabili, ma non lo erano nemmeno quelle dell’albi-celeste campione nel 1978 e nel 1986. Del resto non servono 11 campioni per vincere un Mondiale, ma la storia insegna che se hai una squadra che sorregge un grandissimo campione tutto può accadere. E il campione argentino, nonostante la concorrenza di gente di livello come Higuaìn e Di Maria, è senz’altro Leo Messi, chiamato a dimostrare al mondo la sua grandezza. Non sono sicuro – e come si può esserlo? – che ce la farà, e oltretutto non penso che vincere o no un Mondiale possa cambiare il giudizio storico sulla carriera di un calciatore semplicemente straordinario. Però sarei contento per lui, perché tanti ‘tecnici da bar’ sarebbero comunque zittiti, perché Messi è senza alcun dubbio il miglior giocatore di quest’epoca calcistica e il negarlo significa non capire molto di pallone o non giudicare a mente serena.
Che poi il migliore vinca sempre no, lo sappiamo. Che basti da solo a fare una squadra nemmeno. Però PUO’ succedere. E se succede, se l’Argentina conquista il Mondiale in casa del Brasile, al “Maracanà”, immaginatevi voi…


L’Olanda infine. Che ha fatto più di quel che poteva, pur avendo effettivamente faticato contro avversari modesti, non ultimo quel Costarica che tanti ‘professori del menga’ hanno definito l’anticalcio come se potesse esistere una definizione vera e universale di “bellezza nel calcio”. Onore anzi a Navas e compagni, capaci di eliminare l’Italia e di dare del filo da torcere all’Olanda fino all’ultimo rigore: penso che pur se il gioco dei centroamericani ha ricordato tanto i catenacci degli anni ’60, la loro esperienza al Mondiale possa senza dubbio rappresentare quanto di bello c’è nel calcio. Dove – come detto e ripetuto – non vince sempre il migliore e dove il “peggiore” può tentare di supplire con corsa, grinta, volontà e – perché no? – difesa ad oltranza a chi lo sovrasta sotto ogni aspetto tecnico.
In ogni caso l’Olanda. Anzi, Louis Van Gaal. Tecnico senza dubbio sottovalutato, nonostante una carriera di altissimo profilo. Uno che ha aggiunto qualcosa al calcio moderno, uno che se non ci fosse stato, tutto sommato, sarebbe stato bene inventarlo. La sua Olanda ha messo in croce la Spagna all’esordio, ha recuperato e vinto con il Messico segnando due reti in due minuti e ha superato anche il Costarica ai rigori grazie all’intuizione di questo santone che dalla fine del Mondiale tenterà di rifare grande il Manchester United: fuori Cillesen, dentro Krul, cambiato il portiere al 120° minuto. Rigori, Krul ne para due, l’Olanda vince. Immaginate cosa sarebbe accaduto se non fosse andata così: Van Gaal sarebbe stato definito un “pazzo” se non un “buffone”, invece è andata bene ed ecco che questa mossa sarà definita “geniale”. E’ il bello del calcio, uno sport di cui ci piace parlare ma di cui molto spesso dimentichiamo che è facile farlo con il senno di poi.
Dove può arrivare questa Olanda? Teoricamente l’Argentina è troppo forte, teoricamente la rosa che ha (tanti discreti giocatori ma pochi campioni veri ed ha pesato l’assenza di Strootman) ha fatto il massimo, ma in un Mondiale come questo dove è successo di tutto può ancora succedere di tutto, per cui chi lo sa? Una cosa è certa però, arrivare in finale per la 4^ volta e perdere ancora sfiderebbe qualsiasi legge dei grandi numeri. Se proprio succedesse, forse il ‘Dio del calcio’ potrebbe ricordarsi di un paese piccolo e dal campionato modesto ma che tantissimo ha dato al calcio moderno. 

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