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Calcio

Tutto calcio che Cola #36: Il Pallone d’Oro? Lo darei a Neuer – 8 dic

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Cristiano Ronaldo, Lionel Messi, Manuel Neuer. In rigoroso ordine di – per me – probabile vincitore, ecco i tre candidati al Pallone d’Oro 2014. I primi due non sono certo novità, essendosi spartiti gli ultimi sei premi assegnati annualmente al miglior giocatore del mondo (l’ultimo “intruso”? Kakà nel 2007) finendo spessissimo per sfidarsi l’uno con l’altro come già accade tra i propri rispettivi club, Real Madrid e Barcelona. È una sfida, quella tra questi due autentici fenomeni del calcio moderno, indubbiamente epica e affascinante e che pur durando da un bel pezzo non finirà tanto presto, vista la giovane età del portoghese e dell’argentino. 
Eppure il Pallone d’Oro, quest’anno, lo darei al terzo incomodo. Lo darei a Manuel Neuer, pilastro della Germania vincitrice dei Mondiali e senz’altro miglior numero uno al mondo negli ultimi anni. Pensare a cosa questo giocatore è stato capace di fare in Brasile, finendo per essere il più decisivo in una squadra spesso ispirata ma dove è mancato un protagonista assoluto, dovrebbe senz’altro far capire che la mia candidatura è tutt’altro che campata in aria. Neuer è strepitoso tra i pali, completo e abile anche nell’impostare l’azione. Non solo, legge anche il gioco come pochi nella storia nel suo ruolo, è capace di uscite parecchio distanti dall’area di rigore e ciò ha permesso a giocatori che certo fulmini di guerra non sono (Howedes, Mustafi, Hummels) di non correre rischi particolari nonostante la linea di difesa alta chiesta dal tecnico Löw. Pur inserendosi in una tradizione nazionale di grandi, grandissimi portieri (da Toni Turek a Trautmann, da Kahn a Maier) Neuer rischia di diventare uno dei migliori portieri della storia, mentre del pianeta, attualmente, lo è senz’altro nel momento in cui scrivo. Uno che oltre a doti tecniche ed atletiche che solo un cieco non può ammirare, ha dalla sua pure una forza mentale che per me è il vero aspetto impressionante del suo gioco: una sicurezza glaciale in uscite che sembrano rischiose ma che sono sempre perfettamente calcolate, una fiducia nei propri mezzi che del resto si evince anche dal modo in cui ha affrontato ai tempi il passaggio al Bayern Monaco, uno dei migliori club del mondo. Osteggiato dai tifosi per il suo passato allo Schalke 04, ha saputo conquistarli in pochissimo tempo con il duro lavoro e con una prestazione strepitosa dietro l’altra.
Vero “giocatore in più” della Germania vincitrice dei Mondiali, andrebbe premiato per almeno tre motivi.

– Per riconoscere un movimento calcistico, quello tedesco, che ormai da anni sta diventando imperante in Europa: solo Barcelona e Real Madrid possono al momento sfidare il Bayern Monaco, dall’alto però di spese molto più esorbitanti. Tra Nazionali, come si è visto in Brasile, c’è poca storia.

– Per premiare finalmente un portiere e dare onore ad un ruolo la cui importanza va decisamente riconosciuta: Neuer prenderebbe quel premio che Buffon, per dire, nel 2006 si vide scippato solo per il ruolo ricoperto. Ruolo che, è bene ricordarlo, negli anni è stato via via senza più penalizzato, e dove quindi un magnifico interprete spicca ancora di più. 

– Perché per quanto siano fenomenali, Cristiano Ronaldo e Messi non sono il solo calcio che conta e il solo che merita: la FIFA potrebbe anche riconoscere che esistono altri campioni altrettanto decisivi, e del resto il primo ha vinto la Champions ma è stato  una comparsa in Brasile, mentre il secondo diciamolo, ha fallito ancora l’occasione che contava, giocando sottotono proprio la finale contro i teutonici.

Invece vincerà Cristiano Ronaldo, prototipo del calciatore moderno, scatto da centometrista, fisico da mediano, piedi da campione. Gol a pioggia, assist, una presenza a tutto campo. Un campione assoluto che fa un po’ ridere vedere definito come “un modello di intimo” e che meriterà al suo ritiro imperitura memoria per quanto realizzato in carriera. Un campione che però quest’anno, nell’anno dei Mondiali della Germania, metterei per una volta in secondo piano per premiare appunto l’ultimo maestoso interprete di una razza particolare, unica e importante come quella dei portieri, su cui tra l’altro mi permetto di consigliarvi un bellissimo libro di Jonathan Wilson – già autore di “La Piramide Rovesciata” – ovvero “Il Portiere”
L’autore sottolinea, a un certo punto, qual’è la maledizione del portiere. Ovvero l’essere colui che rovina la festa, quello che i gol – principale momento estatico nel calcio – li evita. Ecco, il premio a Neuer sarebbe anche riconoscere che finalmente questo ruolo, come recitava Umberto Saba, “della festa anch’egli fa parte”. 

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