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MotoGP | Mandalika, la passione per le moto tra mare e giungla

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Giulia Giacomelli


Il motorsport mi ha sempre affascinato per molti aspetti, ma uno di quelli è senza dubbio la possibilità di viaggiare lavorando. Non solo per l’Europa o posti vicini all’Italia, ma anche in paesi esotici, lontani dalle nostre abitudini e dalla nostra cultura. Ad oggi dopo quasi venti anni che seguo il mondo dei motori da appassionata, sono riuscita vivere una di quelle esperienze che da bambina sognavo.

Dal Mugello a Mandalika

Per me la MotoGP è stato il primo punto di contatto con le realtà motoristiche. Avevo forse cinque o sei anni, quando presi memoria della mia prima gara su due ruote. Il 46 giallo sulla Yamaha blu mi aveva stregato e io non vidi altri colori per molto tempo. Oggi la mia visione sul motorsport è più ampia, aperta e tocca un po’ tutte le categorie tra auto e moto. Segni di una passione profonda, nata nei miei primi anni di vita. La mia fede per Il Dottore non cambierà mai, però è anche vero che non sono qui per parlare di me, ma di un’esperienza lavorativa, che mi ha portato dall’altra parte del mondo dentro il paddock del motomondiale.

Lombok, isola tropicale posizionata nell’arcipelago indonesiano. In questo piccolo paradiso hanno deciso di costruire un circuito che prima ha accolto la SBK e poi dall’anno scorso anche la MotoGP. Il “Sirkuit Mandalika” sorge vicino alla costa, tanto che dalle colline vicine oltre alla pista riesci a vedere il mare e le sue onde infrangersi sugli scogli. La domanda potrebbe nascere spontanea: perché costruire un tracciato in un luogo immerso nella natura della giungla, dove la popolazione è ancora molto povera e l’attività primaria è l’agricoltura? È semplice. In Indonesia che sia nella metropoli di Giacarta o nell’isoletta di Lombok, come in quella di Bali, il mezzo principale per spostarsi è il motorino o la moto. Dai bambini agli adulti, tutti cavalcano un mezzo a due ruote con un motore. Inoltre potremmo stare qui a parlare di come un autodromo, in cui far correre competizioni internazionali e di élite come la MotoGP, sia un boost importante per l’economia del paese e i primi effetti sull’isola si vedono già, se devo essere sincera.

L’insegna del circuito di Mandalika a Lombok – credits to Giulia Giacomelli

Un paddock da scoprire

Ero riuscita ad entrare nel paddock della MotoGP al Mugello, almeno due volte, ma la mia preoccupazione principale era posizionarmi davanti al motorhome di Valentino e non muovermi di lì finché non avessi avuto una foto o un autografo, da portare via. I paddock europei sono tutti molto simili, molti ospiti che intasano le vie tra le hospitality e le case dei piloti. Fiumi di persone che li inseguono provando a rubare uno scatto. A Mandalika invece il paddock al sabato era vuoto, i protagonisti del motomondiale potevano passeggiare tranquillamente e concedersi anche due chiacchiere sullo scooter con qualche collega. Le mega hospitality che si vedono nelle gare europee, per ragioni logistiche, sono ridimensionate. Il paddock del Gran Premio d’Indonesia non offriva molto, se non qualche punto ristoro, molto carino, dove potevi appoggiarti per cercare una pausa dall’estremo caldo. Già dalle 7 della mattina il sole picchia forte e con il passare delle ore aumenta, insieme all’umidità. I piloti, distrutti appena scesi dalla moto, cercano di idratarsi il più possibile per non rischiare di stare male a fine sessione.

Quando siamo arrivati al sabato, vedendo così poche persone anche nella fan zone dietro le tribune, mi aspettavo di andare incontro al solito weekend della MotoGP, che ha subito l’effetto senza Valentino Rossi. Invece mi è bastato aspettare un giorno. Alla domenica moltissimi fan sono arrivati al circuito, alcuni vestiti anche con abiti tradizionali, per assistere alla gara. Le tribune piene, la gente aggrappata alle reti e chi non è riuscito ad entrare, perché i biglietti avevano un costo decisamente alto per la popolazione, si era appostato in cima alla prima collina fuori dal circuito, con il motorino, così da non perdersi l’evento. L’emozione di essere in griglia per la prima volta accanto a quei piloti che segui normalmente dalla tv oppure poter assistere alla gara dal box, insieme alla squadra. Andare in Service Road per seguire l’ultima parte della corsa e poi correre sotto il sole cuocente per arrivare sotto al podio. Tutte piccole esperienze, che porterò con me a casa e che non vedo l’ora di rivivere.

Di Giannantonio in griglia di partenza prima della Sprint Race – credits to Giulia Giacomelli

Passione immutata

Dorna si sta sforzando molto per tornare alla precedente visibilità, quando poteva contare su un personaggio come Rossi. Eppure ci sono luoghi e paesi dove il tempo sembra essersi fermato. Indonesia, Malesia e Thailandia, in questi posti la passione è tangibile. Popoli che vivono di questo, emozioni forti, che non sempre hanno possibilità di entrare in contatto con l’occidente, si mostrano nella loro più totale gentilezza, facendoti sentire a casa, anche se sei a dieci mila chilometri di distanza.

Sulla gara non ho molto da dire, i risultati li sapete già. Seguirla da bordo pista, un’emozione unica. Vedere Pecco trionfare sulla Ducati, davanti ad un Aprilia competitiva con Vinales e un Quartararo, che con la sua Yamaha dà segni di ripresa, è stato unico. Battaglie serrate e cadute inaspettate, vissute con la sensazione che tutto poteva succedere. Vedere il lavoro e i ritmi serrati che ci sono dietro ad un circus del genere è impressionante, ma la cosa che ti lascia senza parole, forse perché da noi manca o non siamo più abituati, è la semplicità e l’ospitalità con cui ti accoglie la popolazione locale.

In futuro Lombok crescerà economicamente, anche per stare dietro agli standard, che richiede l’ospitare eventi del genere. Soprattutto se le voci che ho sentito trovassero conferme e i magnati locali volessero arrivare a portare qui anche la Formula 1.

Non avrei mai immaginato di poter vivere un’esperienza simile e vedere quei posti che da piccola sognavo e basta, o al massimo mi limitavo a guardare in tv, sperando un giorno di poterli vedere. Il mio lavoro mi ha regalato un’opportunità bellissima, l’Indonesia ha fatto il resto.

Terima kasih Mandalika!

Luca Marini dalla pole position sulla griglia di partenza prima della Sprint Race – credits to Giulia Giacomelli

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